Colme gli occhi di una bimba
Un passo dopo l’altro, l’aria distratta di chi non ha fretta. Passeggiavo, tra vicoli stretti, vestiti di luci. Lo sguardo verso il cielo, l’azzurro limpido tutto invernale, le mani in tasca.
Avevo l’impressione di poter leggere i pensieri di chi abitava nelle case sulla strada e riuscivo a vedere le luci dell’albero che tingevano le pareti. Un gatto passeggiava, sui cornicioni. Più in alto, il fumo usciva tra i tetti.
Non potevo fare a meno di incantarmi ad osservare le vetrine, gli occhi come quelli di una bambina e le guance arrossate dal freddo pungente.
Avevo scelto con cura una panchina, dalla quale avrei potuto anche sbirciare tra i ritratti degli artisti di strada. Avrei voluto essere ritratta anche io. Da lui. Vedermi con i suoi occhi.
Sarebbe arrivato in serata. Con quel suo strano modo di camminare, l’aria distratta di chi non ha fretta, di chi ha negli occhi molto più di quel che vede.
Nell’attesa, ho rivolto lo sguardo ancora una volta verso il cielo e proprio in quel momento un piccolo bianco fiocco mi ha baciato il viso.