Condominio di estranei
Non posso lamentarmi. Sono stato messo in mezzo, senza riuscire ad esprimere la mia opinione. Però la colpa è mia, che non ho avuto la capacità di comprendere quello che stava davvero succedendo. Mi ritrovo adesso a svolgere un mestiere stimolante, a guadagnare più del doppio di quanto mi era concesso fino a poco tempo fa, e ad avere una giornata lavorativa senza orari fissi, come un vero dirigente. Ma devo anche ringraziare di tutto questo proprio chi non avrei mai voluto. Ed adesso non posso fare niente di diverso, se non andare avanti lungo questa strada che è stata predisposta e messa a punto proprio per me. Forse provo addirittura un senso di vergogna, almeno nei confronti di chi mi conosce, e naturalmente conosce la mia storia vera. Luciana è tornata a casa finalmente, però si sente ancora debole, ed avrà bisogno ovviamente di una lunga convalescenza. La sua brutta infezione le ha lasciato addirittura degli strascichi fastidiosi, e in ospedale le hanno dato delle cure molto forti. Ho potuto farle visita, ma non è stato neppure un bel momento. Lei appare molto cambiata, non ha ancora neanche molta voglia di parlare, e soprattutto di ritrovarsi davanti ad un semplice conoscente come me, con cui non ha neppure troppi argomenti in comune. Aspetterò pazientemente che migliori, mi sono detto poi, uscendo da casa sua, e magari in seguito ritroveremo quella sintonia che pareva preludere a qualcosa di sentimentale.
Invece, non ho ancora avuto il coraggio di passare dalla birreria di Lorenzo. Mi aveva criticato per aver mollato l’agenzia immobiliare di Elisabetta, come se stessi cercando di mia iniziativa di fare una carriera nel settore, dimenticando e lasciandomi alle spalle chi mi aveva insegnato i veri rudimenti del mestiere. Adesso devo rivelargli la verità su tutto quanto, e poi sfogarmi, se possiamo ritenerci ancora amici, almeno con lui, nonostante non mi venga affatto facile. Se cercavo la distanza con le persone che conosco, ecco che me la sono costruita perfettamente, e tutta da solo, poco per volta, senza intravedere la maniera per ricostituire neppure qualche parvenza di intesa verso qualcuno. Fernando forse non tornerà più in agenzia per vedere come stanno andando gli affari ed anche il resto, però ha già previsto tutto, e mi ha assicurato che tra un anno, o anche meno, potrò iniziare a riscattare, con i miei possibili cospicui guadagni immobiliari, la parte di società che avrà trattenuto per sé fino a quel momento, in maniera da lasciarmi, in poco tempo, completamente da solo a gestire tutto quanto e a mettermi in tasca quei proventi dell’agenzia che comunque ha messo in piedi lui. Perciò dovrò essergliene grato per chissà quanto tempo ancora, anche se non ne avrei nessuna voglia.
Mi sembra comunque di vivere soltanto delle contraddizioni, al punto di aver addirittura pensato, durante qualche intenso momento di poco tempo fa, che il miglior amico nei miei confronti si fosse dimostrato proprio Fernando, il fratello della mia ex‐moglie, laddove lui, attraverso di me, stava semplicemente sistemando degli affari economici rimasti in sospeso nella sua famiglia. L’elemento positivo, in tutto questo, è che improvvisamente, e per certi versi, mi sento più libero di prima, capace, in orari differenti, di passeggiare per strada nel quartiere e di pensare, mentre me ne vado in giro, a tutto ciò che voglio. Già diverse volte mi è preso il desiderio di passare dall’ufficio di Elisabetta, sedermi magari davanti alla sua scrivania come un qualsiasi cliente, e chiederle con sincerità di lei, di come se la passi, dei suoi progetti, ed anche della sua piccola agenzia immobiliare di cui già provo qualche nostalgia; ma per il rispetto che devo assolutamente portare di fronte ai sentimenti di tutte le persone, ho dovuto evitare accuratamente fino adesso anche questo percorso. Comunque, i ragazzi che sono stati assunti per svolgere quasi interamente il lavoro nella mia azienda, sono tutti in gamba, e per ora stanno portando avanti in modo egregio i loro compiti, mentre la segretaria a mezza giornata che disbriga al mattino le mie pratiche, sembra proprio una giovinetta seria, anche se è alle prime armi con il mondo del lavoro, avendo appena completato gli studi.
Mi sento sempre più un imprenditore, cosa che mai nella mia vita mi ero sognato di poter diventare un giorno, e forse per questo, sento di provare persino una certa vergogna, tanto da sentire sempre più forte il desiderio di cambiare abitazione, lasciare le tre stanze d’affitto rimaste a me dopo il divorzio da mia moglie, e mai sentite come una vera casa mia. Il motivo scatenante però sono proprio gli sguardi di tutti i miei vicini, che si sono sicuramente scambiati sottovoce le informazioni sui miei rapidi cambiamenti lavorativi, tanto da essere passati senz’altro a visionare la nuova agenzia immobiliare dove svolgo il dirigente, così come sono più che sicuro che qualcuno di loro abbia pensato di cominciare già a darmi del lei, aumentando la distanza verso di me e lasciandosi alle spalle quella familiarità che fino ad ora aveva contraddistinto quasi per intero il nostro condominio.
Bruno Magnolfi