CONFIDENZE

"E' quando ti accorgi che ti manca la vita di paese dalla quale sei fuggita annoiata, insoddisfatta e illusa; ti manca la vicina di casa alla quale chiedere una tazza di zucchero o un dado per cucinare, ti mancano i genitori seduti davanti a casa con le sedie messe come le mettevano loro. Ti mancano i ragazzi della via che, sebbene già quasi adulti, giocano a "mago libero". E poi ti manca il Franco che arriva col suo camioncino di frutta e verdura e ti dà una manciata di castagne secche che ti sfondano le tasche e i denti, oppure il Carosello a casa dell'unica vicina ad avere la televisione. Così rifletti che è tutta un'epoca che ti manca, il tempo in cui tu non eri solo figlia di tua madre, ma di tutte le madri del vicinato. L'epoca dei pettegolezzi ma anche della solidarietà, della povertà ma anche della spensieratezza e dei legami profondi, della semplicità e della buona educazione, della severità dei costumi che però ti davano la gioia sottile della trasgressione, mentre oggi non c'è più nulla da trasgredire. Un'adolescenza vissuta a cavallo di un tempo che finiva ed un altro, molto più crudele, che incominciava. Irrimediabilmente protesa verso il nuovo, non ti rendevi conto della ricchezza che stavi perdendo, che tutti stavano perdendo. Forse sarebbe stato meglio per te nascere più tardi e non viverla affatto quella fine di un tempo che rimane nella tua anima, semisommersa come un iceberg di cui affiora soltanto la punta scintillante, in movimento fra sogno e realtà; ben sapendo che nulla si può più recuperare tranne i ricordi e i flash repentini ed inaspettati accesi da un odore, una musica, un viso che ne ricorda un altro, un articolo davanti al nome proprio: fatti che in modo fulmineo ti trasportano nel passato e ti fanno sobbalzare il cuore, senza che nessuno si accorga di niente."