Conversare
Piove.
"Allora come stai ?"
Ma perché me lo chiedi? Forse non lo vedi? Come stai?
"Si tira avanti"
Perché non glielo chiedo anche a lei? Se lo aspetterebbe forse. Gentilezza, cortesia. In fondo basta poco per apparire corretti. Ma non sono sicuro della tua risposta. Stare bene e stare male. Qual è la differenza? Posso credere ala tua risposta?
"E tu ?". Alla fine bisogna chiederlo. Si deve.
Bere. Una Guinness o una Kilkenny.
"Dovrei smettere sai?". Ma in fondo non ci credo neppure io.
"Faresti bene".
Ecco. Qualcuno si preoccupa per me. Ma in fondo la considero una scusa. Cercare di stare bene e di non pensare ad altre cose che... che... insomma ci siamo capiti. Perché negare?
"Lo sai che ti voglio bene?". Era chiaro che venisse fuori. Maledizione, così non va. Non può funzionare. Come ci si fa a credere davvero? E se non fosse vero? Fosse solo voglia di carne, di sesso, di sudore?
"Lo so". Lo sai? Questo mi consola. Non tanto però. Ma se mi avessi detto "anche io" cosa sarebbe successo? Ci saremmo guardati come ora?
La Guinness arriva. Si sta assestando. Nera o rossa rubino. Non l'ho mai capito o l'ho scoperto troppo tardi. Ne vale la pena saperlo? Un sorso. Profondo. Fumoso. Da Pub. Shane McGowan canta If I should fall from grace with God.
Piove.
"Sai amare ancora?". Questa non se l'aspettava. Mi guarda fissa. Poi abbassa gli occhi. Mi riguarda. Guarda il bicchiere. Lo guardo anche io ma non lo tocco. "Amare": cosa vuole dire? Ha un significato? Eppure la domanda è semplice. Sì o no. Hai mai amato in vita tua? Se lo hai fatto sai di che cosa parlo. Lo sapresti rifare ancora e ancora?
"Non lo so". La risposta più ovvia. Come facevi a saperlo? Non puoi. Non vuoi saperlo.
"Che facciamo?". Ci guardiamo. E rimaniamo sospesi. Qualcosa accadrà. La Guinness è finita. La giornata pure. Noi? Abbiamo appena iniziato o forse abbiamo appena cominciato la fine.
Piove.