Corto: Come il sole nella mente.
Spingendo la sua bicicletta, girava per le strade in mezzo alla gente, osservando le persone.
Lei amava il caldo di quell’estate asfissiante.
Di colpo si voltò verso la sua sinistra esclamando: ‘Vedi queste coppie? Sono in qualche modo riuscite a trovarsi. Alcuni hanno pure una famiglia. Mentre io sono da sola.’
L'uomo alla sua sinistra, replicò con voce scanzonata e allegra: “Perchè hai aspettato pazientemente dieci lunghi anni prima di trovare ‘me’.”
Il suo sorriso dolce, ma allo stesso modo ombroso, la feriva tanto quanto la voglia di baciare quelle sue labbra. “E allora? Sei felice a volte, no? Non posso darti dei figli però...”
Lei osservò il suo viso che si faceva cupo, cercando di leggere nei suoi occhi turbati uno sprazzo di emozioni, che lui non aveva mai problemi a esprimere.
“Non sono preoccupata per i figli che non puoi darmi, ma più per il fatto che non sei reale.”
Lui si stizzì: “Ma lo sono!”
Sorridendo, con calma, lei sospirò: “Si, nella mia testa!”
“Si!” Il suo tono stridulo la fece sussultare. “È proprio per questo che sono reale! Non mi puoi toccare ma sono reale quanto te, in un’altra dimensione forse, ma lo sono. E tu lo sai!”
Un altro sospiro e lo sguardo smarrito: “Si… per quello che vale… rispondere a una voce nella mia testa. Da pazzi.”
Con tono dolce, la sua risposta non si fece attendere: “Non sei pazza, solo differente. E io ti ascolto sempre. Anche quando ci baciamo lì dentro.” Le indicò col dito la fronte imperlata di piccole gocce di sudore. “Io riesco a sentirlo, e tu? Certo che puoi!”
Scrollando le spalle, lei aspettò che continuasse.
“Prendi il sole, per esempio: non puoi sentire il suo tocco, ma senti il suo calore e come il sole, io sarò sempre con te. Non sarai mai sola. Te lo prometto.”
Sospirando un'ultima volta, profondamente, si spaventò e si girò a guardare se qualcuno l’avesse vista. Un sorriso le si formò sulle labbra asciutte mentre le inumidiva con la lingua.
“Ok... Ti amo, mio sole.”
“Anch’io, ti amo.”
“Bene... e adesso chi è il prossimo che uccidiamo?”