Dai dammi

Quando non ho il lampo e non so di cosa scrivere, a volte prendo lo stesso la penna e le dico vai.
Vai. Eccoti un foglio, un notes, una carta inesplorata, in cui puoi sbizzarrirti libera e.
E di solito alla fine qualcosa perfino ne esce.
Oggi.
Oggi invece lei m'ha risposto.
M'ha risposto «sono a corto d'inchiostro, non mi sento tanto bene, hai le dita unte che puzzano di fumato e non ho nessuna intenzione di fare quello che garba unicamente a te».
Urca!
Guarda che io t'ho scelta e pagata.
Che t'ho liberata da quella scatola in cui eri costretta prigioniera e.
E guarda che, sempre io, mi prendo cura di te, ti tengo al caldo nella mia tasca ed a volte ti procuro perfino compagnia, ho replicato.
«E chi se ne fotte» l'ho sentita borbottare.
«Io sono il mezzo del tuo stare nel tuo mondo fuori dal mondo reale.
Io do voce ai tuoi sentimenti ed alle tue costanti fughe oniriche ed io.
Io ti faccio pensare possibile un sogno quindi.
Quindi vedi di non esagerare, altrimenti mi vedrò costretta a riempire il foglio di schizzi ed a dimostrarti cosa ti sentiresti se non mi prestassi a riportare i tuoi moti alfabetici pari pari».
Proprio niente una bella giornata, hai.
Proprio niente mia cara, le ho ancora ribadito.
E comunque ho capito.
Prima sono stato cattivo e stupido, nel rinfacciarti quelle questioni però. Però dopo tu sei andata oltre.
Hai affermato privo di te sarei zero e questa è cattiveria gratuita.
«Il fatto.
Il fatto è tu col cervello mi detti una cosa, ma poi con il cuore la modifichi subito e. E sei capace di correggerne un'altra, dettata dall'anima, con la spalla, un'altra col gomito, un'altra col polso e. Ed il tutto mentre ne aggiorni un'altra, innescata dall'alluce, con la terza costola destra al che.
Al che io, se permetti, perdo il filo e singhiozzo il flusso e pertanto sono costretta a seguirti affannata e disorientata.
E questo tante volte non lo sopporto.
Ho una storia io sai.
Ho antenati che, con grazia, hanno dato forma a pensieri o filosofie o formule o teoremi o anche solo ad amori, incancellabili: che a loro volta hanno fatto l'evoluzione e la storia dell'uomo ed invece mi ritrovo maneggiata da uno che mi chiede di giocare.
Che scombina le logiche e le grammatiche a piacimento.
Che attraverso di me si prende il piacere, solo per suo diletto, di sconvolgere tutto e tutti bensì.
Bensì vuoi sapere il bello?
Il bello è spesso mi piace e mi piaci, con la tua imprevedibilità.
Che se questa cosa dell'imprevisto eclettico compulsivo fosse reciproca, ci porterebbe a scavare uniti il foglio pari fosse una miniera di sapere inesplorato e.
E mi fa tanta gioia nel mentre mi piaci.
Tanta gioia che ti descrivo volentieri dato nel frangente succede vedo il tuo flusso nascere dal suo organo, crescere per i ventricoli della vita e maturare nel muscolo, trasmettendosi dal tendine al nervo alle dita ed infine lo sento diventare forte, convincente e completo dove la mia sfera tocca il foglio però. Però, appunto, non sempre ciò mi va bene, cioè alle volte secondo me esageri e mi sembri appunto ingiusto ed irrispettoso, verso chi ci ha preceduto sulle vie del nostro agire».
E perché mai?
Non solo i geni, i colti, i conservatori o i privilegiati, possono usarti e. Ed io non esagero. Io non so dov'è il limite ed è situazione ben diversa. Molto ben diversa non.
Non vorrei a te, in verità, rechi invece fastidio una cosa diversa e cioè che il cervello, nel caso, perde il ruolo di riferimento tale prima fonte da tenere presente o che addirittura venga, come dire, sospettato di assolutismo e conseguentemente calmierato. Lui.
Lui normalmente unico faro avanzato ed attendibile, dalla logica concesso.
In fondo comprenderei sai, è il tuo papà. È lui che ti ha inventata.
Non è che sia il prendere le sue difese, dalle mie strambate "democratiche", l'inghippo?
«No!
Non credo.
Il solo fatto sia un genitore non può rendermi cieca se sbaglia».
Allora scusa, ma io non comprendo.
Ho lottato tutta la vita per mostrare intero me stesso ed.
Ed ora con te, un foglio e l'alfabeto sento ci riesco.
Dov'è il problema?
Che, fra l'altro, in questo tu hai un ruolo molto importante, mia bella.
Altro che.
Tu, nel contempo percorro alcune condizioni e considerazioni, condensi il fondersi totale fra le mie parti singole.
Esprimi il vero pensare/credere/supporre del mio insieme "inconscio".
Dichiari le mie perplessità verso il cerebrale secco, rinvigorite dal percorso interno che così bene hai descritto, facendole diventare indipendenti dal mio dover essere o voler diventare.
Mostri il mio lato vero, insomma.
Quello d'un uomo che non si sentirà mai finito o realizzato, ma sempre in divenire ed alla ricerca.
Alla ricerca pure dopo aver incontrato mille e mille verità e perennemente.
Perennemente oltre l'aver già isolato tante, tante, tante, conclusioni finali.
«Si! Sì.
Lo so.
Lo so nonostante.
Nonostante onestamente stavolta il finale potevi prenderlo migliore e. Ed indi dai
Dai, dammi un foglio che m'è passata.
Dammi un foglio per tua fortuna fuori più dalla testa che di testa.
Dammi un foglio».