Damian sotto il cappello
È sveglio dalle prime ore del mattino quando la luna splende più che nella notte fonda.
Il gracchiare lontano dei corvi preannuncia già i deliri di un giorno che s'appresta a venire. Si toglie passione e polvere dalla giacca, zoppica come poeta bevitore e negli occhi gli sfilano cortei di prostitute senza patria.
Nella valigia di carta, stracci e cartoline per amori dal cuore cannibale .
La sua è una dimora di sedie accanto all'albero che fronteggia di qualche metro il fornaio, mentre i randagi irrorano d'oro bollente gli scarponi di due taglie più grossi.
Lo sguardo in basso, ma non vigliacco. Fruga in terra come avesse perduto qualcosa di prezioso : un dente o il senno.
Non si difende, Damian è nel suo cappello. Damian è la faccia della gente che lo bersaglia, ma non si difende.
Eroe della strada all'alba, il cavaliere che tira giù Dio e i Santi in silenzio. Il mago che trasforma l'imbarazzo di essere al mondo, con la libertà della non appartenenza.
È sveglio, sotto il cappello, in un mondo di dormienti.