De cerebro
Sul cervello sin dall’antichità molto è stato detto e scritto, anche cose forse in teoria assurde. Tempo addietro in un giornale umoristico è stato riportato un trafiletto scritto da una signora secondo cui dopo aver ella tagliato dei rametti di una pianta del suo giardino, in un similare vicino arbusto aveva riscontrato dei segni di, come dire, di sofferenza. Lo scrivano, invece di cercare di comprendere l’arcano si era lasciato andare a dello sciocco umorismo non prendendo in considerazione un eventuale fondo di verità che se molto particolare. La stessa dama, in appoggio della sua tesi, in risposta alla precedente battuta satirica dell’estensore aveva scritto che, delle piante simili fra di loro, passato un freddo inverno addobbate di un fitto pelame non solo non si erano seccate ma lo stavano man mano perdendolo divenendo più rigogliose di prima (con tanto di punto esclamativo.) Un naturalista potrebbe e eccepire che si tratta del circolo della vita vegetale, mi permetto di dire che penso che dietro ci sia un cervello della pianta anche se particolare. Ritornando al ‘de cerebro’ latino ho notato che guardando le mattonelle spezzate inserite nel pavimento di casa mia senza un criterio prestabilito, scorgo delle immagini particolari tipo profili umani, di animali, di monumenti ecc, è qui che è intervenuto il mio cervello. Pensandoci bene qualcosa di piacevole talvolta mi accade, specialmente col sonno non Rem, immagino figure di donne discinte, vogliose che cercano di ghermirmi (ovviamente io acconsento.) Molto probabilmente anche alcuni di voi avranno saputo di quel cane che sostò per anni sulla tomba del padrone amorevolmente accudito un po’ da tutti i paesani sino alla sua morte. Mi domando se un ‘Leonardo Da Vinci’ fosse vissuto oggi cosa avrebbe inventato? A suo tempo era stato un genio disegnando addirittura un elicottero. Gli uomini non sempre hanno fatto funzionare il proprio cervello a fin di bene vedi gli esperimenti atomici cui partecipò l’italiano Enrico Fermi. Dopo l’assegnazione del Premio Nobile, causa il regime Fascista (sua moglie era ebrea) fuggì negli Stati Uniti, da qui, condannò verbalmente il bombardamento nucleare degli americani su Hiroscima e su Nagasachi che tanti lutti apportò ai giapponesi. Il cervello o meglio lo stile della moda italica per nostra fortuna è conosciuto in tutto il mondo. Venezia, Firenze, Milano, Verona e soprattutto Roma che, bontà sua si è ‘dotata’ anche di cinghiali… non ultimi uccelli vari fra cui troneggiano sui tetti della Capitale i pappagalli. E che dire dello spirito romanesco? Superò anche le Forche Caudine del Fascismo, i gerarchi riuscivano, loro malgrado a farsi matte risate leggendo i versi del Belli e di Trilussa. Un nota spiacevole: attualmente ci dicono le statistiche sono circa novecentomila i cervelli italiani che per lavoro emigrano all’estero, soprattutto giovani per motivi economici ed anche per errori politici un po’ di tutti i partiti: immotivati tagli al servizio sanitario in tempo di Covid al collasso, alle carceri, un po’ a tutti i settori con la motivazione dell’enorme debito pubblico accumulato superficialmente di precedenti governi che avevano inviato in pensione dipendenti pubblici con pochi anni di servizio. Speriamo che tutti i politici, senza eccezione alcuna, alla guida della bionda e preparata Giorgia riescano a metterci una ‘pezza’. L’Italia nel mondo sta riprendendo quota grazie al proprio ‘cerebrum. Dimenticavo la moda, inutile la spocchia dei francesi, siamo i primi nel mondo malgrado il loro masticare amaro, addirittura alcuni loro couturiers sono di origine italica: fra gli altri: Armani, Dolce e Gabbana, Trussardi, Missoni, Krizia, Ferragamo, Gucci, Prada, Fendi, Versace, Biagiotti, Ferrè, Cavalli e tanti altri con i quali mi scuso, viva l’italico cerebrum!
.., viva l’italico cerebrum!