Di tutte le età
Alberto Sciarra era giunto alla fine dei suoi studi ed all’inizio della carriera di insegnante di lingue presso il Liceo Scientifico Cavour di Roma. Proveniva dalla provincia di Viterbo ed esattamente da Grotte di Castro, papà Sinesio ufficialmente maestro elementare presso la locale scuola, di fatto nullafacente e putt…molto ammiratore della beltade femminile. Il suo posto di insegnante veniva occupato della gentile consorte Maria Raffaelli ricca, colta e nobile e così l’onore del casato era salvo. Alberto era stato fortunato, sua madre aveva acquistato a suo nome, a Roma uno spazioso appartamento in via Cavour, il giovane per raggiungere la scuola non doveva usare la sua Abarth 650, l’edificio scolastico era situato a due passi da via delle Carine sede della scuola, altra situazione fortunata: dietro l’edificio scolastico una via senza sbocco ed anonima in cui gli insegnanti posteggiavano le loro macchine col beneplacito dei Vigili Urbani, alcuni dei loro figli frequentavano il liceo scientifico. Ultima botta di c… una rosticceria all’angolo col solito uomo Checco, simpaticamente spiritoso, pingue, munito di ‘zinale’ non particolarmente pulito. Dietro suggerimento della titolare di una ditta di collocamento di lavoratori Alberto aveva assunto una cameriera circa cinquantenne, tale Màlgari (Margherita) veneta capitata chissà come nella capitale. La cotale sin d’all’inizio aveva dimostrato professionalità sia come cuoca che nelle pulizie di casa, eccelleva anche nel far la spesa, mai cibarie avariate, unica cosa mancante il sesso. Niente professioniste sia per paura di malattie che per poca soddisfazione materiale ed allora… attesa dell’apertura dell’anno scolastico (era agosto) con la speranza di trovare qualche collega ad oc da non confondere con cibi secchi per cani e per gatti. Una notte particolarmente calda Alberto dormiva supino completamente nudo ‘lancia in resta.’ Improvvisamente ebbe la sensazione che ‘ciccio’ avesse preso posizione in un ‘antro’ particolarmente caldo, ovvio finale di eiaculazione e ripresa del sonno. La mattina sole in viso e sveglia alle dieci:”Buongiorno caro, hai bisogno di altro?” Svelato l’arcano, Màlgari era stata lei a sollazzarlo con un pompino, Alberto sotto la doccia senza commenti, non aveva intenzione di proseguire quel rapporto sessuale. Margherita aveva preparato un pranzo speciale alla veneta: risotto con radicchio, bigoli in salsa, baccalà alla vicentina, soppressa alla vicentina, gelato, caffè. “Cara sei stata molto brava ma non metterti idee sbagliate in testa.” “No problem mister, quando lei vorrà…” Alberto diede una festa in casa sua invitando i colleghi appena conosciuti, grandi applausi a Màlgari cui cambiarono il nome in Calgari…Alberto fce una correzione, “Calgari è una località del Canadà.”sentenziò Alberto, da quel momento fu il nome corretto di Màlgari la quale pensa e ripensa… “Signore che ne dice se faccio venire a Roma due mie nipoti che non hanno la possibilità di frequentare l’Università Cà Foscar, sono rimaste orfane per un incidente automobilistico del genitori.” Alberto non credette a quella versione dei fatti ma la particolarità della situazione lo spinse ad accettare. Tilde e Melia diminutivi di Matilde e di Amelia si presentarono un pomeriggio in taxi a casa di Alberto, grandi abbracci con Calgari che le fece accomodare nella stanza egli ospiti, Alberto affascinato dalle due gemelle veneziane che indossavano una minigonna piuttosto mini. Il giorno successivo iscrizione delle due alla facoltà di lingue, l’Università raggiunta con l’Abarth. Alberto ricevette i complimenti dei professori suoi colleghi: “attento all’infarto”, “l’ischemia è dietro l’angolo”. Risposta di Alberto in romanesco “’ah ‘nvidiosi! Dopo lo studio passeggiate per Roma in macchina, le due gemelle erano un buon ‘manico’, il maschietto ogni tanto allungava una mano fra le clde cosce di una delle due gemelle senza proteste da parte di quest’ultime, chi tace…e così avvenne ciò che era stato era stato immaginato da Calgari, una alla volta le due gemelle caddero sotto la ‘scure’ di Alberto ormai completamente innamorato. Senza nessuna precauzione presa volutamente dalle due sorelle: “Caro prepariamo due nomi di maschi o di femmine, diventerai papà.” Di primo acchito Alberto rimase basito ma poi comprese che gli anni passavano per lui e quindi accettò volentieri la situazione. All’ecografia si apprese l’arrivo di due femminucce, Alberto fu doppiamente felice, i maschi potevano assomigliare al nonno Sinesio. La nonna Maria ricevette una lettera da parte del figlio molto laconica: “Diventerai nonna.” Nessun altro particolare. Dopo otto mesi alla Villa Salus il lieto evento, erano nate Tilde e Melia, occhi bellissimi, sgambettavano alla grande, piangevano solo a pancino vuoto, due tesori. Nonna Maria rimasta nel frattempo vedova si era fatta i conti, chiamò suo figlio al telefono, ebbe la conferma dell’avvenuta nascita senza particolari, era evidente che Alberto la voleva tenere ‘sulle spine’. Maria fece il viaggio Grotte d Castro‐ Roma in tassì, giunse dinanzi alla porta d’ingresso del palazzo dove abitavano i quattro più due e coincidenza incredibile incontrò le due mamme che stavano uscendo con le loro figlie in passeggino. Riconoscimento fra di loro, Maria: penso che siate Matilde ed Amelia….” “Si signora, non possiamo presentarvi le nipotine che non hanno ancora u nome, aspettavamo lei…” Maria usò il fazzoletto per asciugare le lacrime, non era da lei, mai in vita sua si era tanto commossa. Arrivati all’interno dell’abitazione incontrarono Alberto che piuttosto freddamente: “Ciao mamma, sto uscendo.” Il neo papà non riuscì a scansare uno schiaffone affettuoso seguito da un abbraccio:”Volete farmi venire un infarto, mettetemi in braccio le due puttanelle, spero non assomiglino al nonno…