Dicembre
Ero stanca, semplicemente non ce la facevo più a sentirmi a metà. Avevo fatto a pugni con la notte, lo avevo fatto fino all'ultima stella, fino al primo bagliore di quell'alba che avrebbe introdotto il primo giorno di un nuovo mese. Benvenuto Dicembre, avrei potuto dire prima che la mia vita andasse a pezzi. Quella fragilità difficile da spiegare, quel desiderio di completezza che mancava. Parole, solo parole a definire un sentire che divora ogni superficialità. Un declivio, uno scendere verso quell'abisso che risucchia ogni volontà. Il sole mi aveva accecato completamente, quel filtro mi faceva vedere solo quello che volevo. Udivo suoni, melodie che coloravano positivamente, da qualche tempo, le mie giornate. Era solo follia, un'emozione grande poggiata sull'orlo di un dirupo. Mettere in discussione una vita, se pur fatta di rinuncia, in nome di un grande sentire. Una vera e propria vertigine d'amore capace di divorarmi anche l'anima. Avevo deciso di annotare tutto per creare qualcosa, un diario da pubblicare. E poi l'ospedale, rivivere una condizione che conosco bene. Una sospensione dal vivere, quella paura che ti toglie il respiro.