Diverse solitudini.
Oggi è domenica, ed io non ho proprio alcun impegno, posso restare a letto fino a tardi, anche se è da un pezzo ormai che sono sveglio. Quando ancora abitavo con mia moglie in questa piccola casa, non mi sarei mai attardato così a lungo prima di saltare fuori dalle coperte e mettermi rapidamente in piedi, almeno per assecondarla. Luciana invece, a quest’ora, probabilmente è già al lavoro nella rosticceria di suo padre, e sta lì sicuramente a sfornare teglie calde e vassoi da appoggiare dentro al capiente bancone riscaldato. Alla fine della mattinata potrei passare come per caso da quelle parti, magari quando ormai non c’è più quasi nessuno da servire. Proprio da Luciana potrei farmi sistemare dentro una busta qualcosa per un buon pranzo da asporto, e forse anche chiederle se è possibile vederci, magari nel tardo pomeriggio, oppure nella serata, come lei preferisce. Forse Luciana in quel caso si potrebbe fermare per un attimo, guardarsi lentamente attorno, pulirsi leggermente le mani sul grembiule bianco, prendere del tempo insomma, e poi dire soltanto: <<Va bene; ti aspetto a casa di mio padre, se vuoi passare a prendermi>>. Sarei contento, se tutto accadesse esattamente in questo modo, ed in quel caso senz’altro le sorriderei con garbo, pagando alla cassa quanto dovuto, e lasciandole poi un piccolo saluto d’intesa. Ma non sempre le cose vanno così, ne sono cosciente, per cui mi sento preparato già da adesso ad un suo rifiuto, tanto da chiedermi se valga la pena persino di andare fino là a mettere in opera questo mio sciocco tentativo.
Resto per parecchio tempo a riflettere su come sia meglio comportarmi, poi mi alzo dal letto, mi lavo, taglio la barba, scelgo gli abiti adatti da indossare, ed alla fine, dopo aver anche fatto tante altre piccole cose di minore importanza, mi decido ad uscire. Compio a piedi un lungo giro senza una meta precisa, poi, quasi provando una specie di innegabile attrazione, mi ritrovo davanti alle vetrine della rosticceria "da Mauro", per dare un’occhiata. Luciana è al suo posto, dietro al bancone, proprio come mi ero immaginato, ed io entro subito e le rivolgo un debole sorriso di saluto, mentre attendo il mio turno per essere servito. Poi le indico col dito sopra al vetro quello che desidero tra quanto è rimasto, vista l’ora, e lei, senza dirmi niente, asseconda fedelmente le mie preferenze. Sistema ogni cosa con cura dentro a dei contenitori, poi compone una busta che mi porge sopra al banco, guardandomi un attimo negli occhi. <<Ci vediamo stasera?>>, le chiedo allora rapido, toccandole la mano, mentre prendo quanto sta porgendo, in un momento in cui soltanto lei può sentire quel che dico; e Luciana attende un momento prima di rispondere, proprio come mi ero immaginato. <<Si>>, dice alla fine sottovoce; <<portami dove posso dimenticare per un po’ tutto questo brutto periodo>>.
Torno verso casa, ed improvvisamente mi sento bene, come se finalmente tante tra tutte quelle cose rimaste in aria, fossero ormai risolte, e non avessero più necessità di essere affrontate e tradotte in termini più semplici. Non voglio più stare da solo, adesso ne ho certezza; desidero scambiare i miei pensieri con Luciana, ascoltare attentamente le sue parole, almeno in quei momenti in cui desidera parlarmi, e poi sentirla accanto, aiutarla a dipanare i propri crucci, e condividere con lei tutto il possibile. Voglio capire i suoi pensieri, comprendere le sue idee, i suoi desideri, ed azzerare tutte le sciocchezze che si sono messe di traverso tra noi due, parlando e comportandomi con il massimo possibile di sincerità. Forse può essere che il mio si dimostri ancora una volta solamente un gesto completamente inutile, come tanti che ho già fatto; però adesso voglio portarlo fino in fondo, e mettere subito mano a quanto di meglio riesco a fare, affinché niente con lei resti intentato.
Al più presto devo cambiare abitazione, prendere in affitto un appartamento più spazioso, dove non si respiri ancora l’aria della mia ex‐moglie, e dove anche Luciana possa sentirsi libera di seguirmi se le va. Soltanto adesso forse ho compreso il suo riserbo, la ritrosia dimostrata nel venire a visitare le mie stanze da singolo che furono abitate da una coppia, ma desidero superare al più presto anche queste difficoltà, ora che mi appaiono molto più chiare. Le farò scegliere qualcosa del nuovo arredamento, farla sentire a proprio agio insieme a me, e farle scordare un po’ il proprio passato, se è quello un ostacolo tra noi, nello stesso momento in cui io mi impegnerò con tutte le mie forze a dimenticare il mio. Ma certo, come avevo fatto a non pensarci prima: Luciana è più giovane di me, non ha esperienza, ha sempre abitato con i genitori prima, e poi solo con suo padre, quando la madre è morta. I miei trascorsi l’hanno spaventata, ha immaginato di me un uomo pronto soltanto a divertirsi, incapace di comprendere i suoi dubbi; ma adesso devo soltanto dimostrarle che non è così, che noi due possiamo darci davvero un futuro insieme, e condividere così le nostre diverse solitudini.
Bruno Magnolfi