Dopo una sbornia
Non so a che ora andai a letto. Ricordo che mi spogliai, mi misi il pigiama e iniziai a leggere, un libro di Vittorini, “Conversazione in Sicilia”. Decisi di portare questo libro con me perché desideravo un pezzo di Sicilia anche qui in Spagna. Probabilmente rilessi più volte la stessa pagina. Non potevo andare a letto, mi avrebbe girato eccessivamente la testa. Quanto vino avrò bevuto?...Non ricordo.
Mentre stavo leggendo, probabilmente sempre la stessa pagina, sentì salire le scale, erano due persone, poi capì quando entrarono in casa. Erano il mio coinquilino Jesus e la sua ragazza. Accesero la luce in cucina e li sentii ridere, dopo di che se ne andarono nella loro stanza. Mi fa male vederli insieme; mi fa male anche solo sentirli stare insieme, come successe ieri notte. Mi riportano ai momenti con la mia ragazza che non posso più rivivere. Senza contare il fatto che ieri notte stavo con uno stato d’animo molto sensibile, reso così dal litro di vino e dall’atmosfera della notte. Cavolo non ha senso che per il solo fatto che faccia buio si debbano vedere le cose in maniera diversa. E intanto, quante notti trascorse senza dormire perché i miei problemi erano quadruplicati solo per il fatto che stavo al buio.
Comunque, la testa smise di girarmi e quindi mi misi a letto. No ,inutile, non riuscì a dormire. Riaccesi la luce e lessi. Lessi il Vittorini. Sapevo che leggendo in quello stato d’animo ipersensibilizzato da tanto vino e dal ricordo di S. ,poi, l’indomani, avrei creduto che, quello che stavo leggendo, in realtà era capitato a me. A un certo punto, verso l’alba‐ non ricordo l’ora – mi addormentai.