Due artiste
La necessità o meglio la possibilità di avere un doppio io è insito nella natura umana, il motivo? Forse quello di voler essere diversi da quello che siamo nella realtà. Un esempio potrebbe essere quello che nelle varie religioni è l’Angelo Custode il quale dovrebbe indirizzarci a prendere decisioni giuste, allontanare i demoni, rafforzarci contro le tentazioni (ma poi perché?), darci coraggio, salvarci dai guai, proteggerci e tante altre cose belle. A questo punto una domanda sorge spontanea: (scusate la frase copiata) perché al mondo avvengono tante nefandezze, nessuno segue le indicazioni dell’Angelo Custode? Potremmo seguitare a lungo e pensare alle religioni che Carlo Marx definì ‘l’oppio dei popoli’. Ritornando al concetto del doppio io un ricordo va ad un film interpretato da James Stewart in cui l’attore nel film immaginava vicino a lui la presenza di un coniglio gigante che lo seguiva dappertutto e che lui solo vedeva suscitando l’ilarità dei concittadini non comprendendo che erano loro ad essere presi in giro dal personaggio. Roberto era un trentenne romano, fisico classico mediterraneo, titolare di una ditta assicuratrice, quotidianamente aveva a che fare con furbi e furbastri che denunziavano incidenti automobilisti fasulli per frodare l’assicurazione. Stanco di questa situazione cercava di immaginare una vita diversa, molto diversa infatti una notte….capanna hawaiana, interno del toocool, seduto su una sedia di canne di bambù, dello stesso materiale un tavolo dinanzi a lui. Roby (nome del personaggio) in calzoncini corti con disegni colorati, dinanzi a sé due bellezze locali affascinanti, classiche: grandi occhi scuri, capelli lungi e neri, tette al vento, un corto gonnellino da cui si intravvedevano: davanti un cespuglio nero e dietro un popò favoloso. Le baby si erano presentate sorridenti: “Maeva popaa” (benvenuto uomo bianco) poi iniziarono ad offrirgli frutta locale contenuta in un cesto di bambù: ananas, banane, datteri, kiwi, lime, mango, papaya tutta frutta energetica ma di cui Roby poteva fare a meno, ‘ciccio’ aveva già alzato la ‘cresta’. Preso per mano dalle due bellezze locali si ritrovò sulla battigia di una spiaggia, atmosfera romantica cui contribuiva in cielo una luna piena, un leggero ‘maaramu’ (vento caldo) poi le due ña nani si impossessarono del corpo di Roby che cercò di infilasi nel primo buchino a portata di mano o meglio di ‘ciccio’ ma mal gliene incolse: “Cazzo non pensi ad altro, pure di notte, ce l’hai pure troppo grosso!” La moglie Flavia ancora una volta aveva dimostrato il suo carattere spigoloso e non particolarmente incline a fare sesso. La consorte non era particolarmente bella, presuntuosa si ed anche ignorante. In una occasione presentata a delle nuove amiche si esibì con una frase infelice: “Io sono ricca ed anche sfondata!” suscitando l’ilarità delle presenti, perché allora Roby l’aveva impalmata? Un classico: la moglie era ricca sfondata senza la s, possedeva anche una villa lussuosa in via Cecilia Metella. Su consiglio di un’amica comune una sera con la Toyota Highlander, titolare e autista la moglie, si erano recati al teatro Alhambra dove c’era una rappresentazione non comune: lo staff degli attori era composto da brasiliani e brasiliane bravissimi nella danza in cui mostravano molto dei loro ‘tesori’ soprattutto posteriori ed anche l’immancabile topless. Una ballerina era diversa dalle altre, di pelle chiara, seno misura tre, longilinea, capelli castani, piedi da far entusiasmare un feticista, si presentò in scena parlando l’italiano (probabile qualche nonno italico), avrebbe interpretato le canzoni di Laura Pausini. Una voce un po’ roca, iniziò con: ‘La notte se ne va e siamo ancora qui un po’ disfatti ma randagi e liberi.’ ‘Ogni volta che non sai che fare prova a volare dentro il pianeta cuore.’ ‘Non fai per me ma non cambia nulla perché non c’è nessuno uguale a te.’ So perdonarti le cose che non mi dai.’ Alla fine dello spettacolo Flava si dimostrò entusiasta, batteva le mani tipo ‘claque’: “Voglio conoscerla personalmente, andiamo nel retro del teatro.” Era un ordine…Superato con un centone (si prenda un caffè) il divieto di ingresso da parte di una guardia giurata, marito e moglie si ritrovarono in un grande salone dove si stavano struccando i ballerini. La cantante interprete delle canzoni della Pausini fu subito individuata da Flavia la quale: “Mi è piaciuta la sua esibizione, la invito nella mia villa, potrà rinfrescarsi ed anche mangiare qualcosa di suo gradimento, ho qui fuori la macchina.” Dopo un attimo di perplessità: “Sono Aida, la ringrazio per la sua gentilezza, il tempo di struccarmi e di cambiarmi.” Aida era alta ma non aveva le caratteristiche fisiche classiche delle brasiliane: sfoggiava capelli castani, viso da giovanissima, seno misura tre, sedere non pronunziato come le sue colleghe, gambe affusolate, piedi: un solo aggettivo: bellissimi. Roberto era seduto dietro, ogni tanto si allungava per sentire il profumo di donna che emanava Aida, fu subito ripreso dalla moglie: “Diventerai una giraffa!” Tramite il telefono della Toyota Flavia avvisò Alfredo il cameriere: “ Sto venendo in villa con una nuova amica, preparagli la stanza degli ospiti e la doccia, avvisa Adelina per qualcosa da mangiare.” Aperto il cancello con un telecomando i tre scesero dall’auto, il piazzale era illuminato a giorno, Alfredo prese una valigia dalle mani della brasiliana e la condusse nella sua stanza. Dopo mezz’ora Aida si presentò nella sala da pranzo, la tavola apparecchiata per un pasto luculliano. “ Sono a dieta, ma per questa volta…” “Se resterà a casa mia proverà la cucina romana famosa nel mondo!” Roberto era un estraneo per le due donne, Flavia faceva domande all’ospite circa la sua provenienza e sui particolari della sua vita, Aida rispondeva a monosillabi, non voleva rivelare il suo passato. “Signore vi auguro buona notte.” Solo Aida rispose al saluto, Roby si recò nella camera matrimoniale, Morfeo lo prese benevolmente fra le sue braccia sino al mattino quando: “Sono le sette, alza le chiappe, inforca quella scatoletta di macchina che hai, non lasciare tutto il lavoro sulle spalle di Eugenio, ricordati fiducia a nessuno.” Flavia si riferiva alla 500 a cui Roberto non aveva voluto rinunziare. “Ha ancora il suo fascino, perfino i giapponesi la apprezzano e se la fanno spedire dall’Italia.” “Si come pezzo da museo!” Ancora una volta Flavia aveva avuto l’ultima parola. In ufficio Eugenio stava parlando con una cliente, salutò con un cenno il suo capo che: “Stamattina non ci sono, sbrigatela tu.” Roberto con la 500 prese a fare il turista per Roma, la città gli apparve diversa, quartieri nuovi, soliti turisti vocianti fra le rovine romane. Si era fatta l’una, passando dinanzi ad una trattoria Roby posteggiò la sua vituperata vettura ed entrò in sala. “Sò Checco er padrone del locale, nun t’offenne ma c’iai la faccia da morto di fame, lassa fà a me.” Roberto non fece onore alla cucina di Checco, una confusione totale nel suo cervello, Morfeo stavolta non c’entrava per niente nel senso che era stata la stanchezza ad impadronirsi di Roby facendolo addormentare in macchina. Era tardi quando Checco uscendo dal suo locale: “A sor coso non c’iai ‘na casa o voi puro la cena?” Roberto salutò con un cenno, mise in moto e pian piano prese la strada che portava alla villa. Aperto il cancello, posteggiata l’auto, entrò nel salone incontrò Alfredo che: “Sua moglie e la signorina sono in bagno a farsi una doccia, vuole che le avvisi del suo ritorno?” il tutto corredato da un risolino. “Lassa perde.” Stranamente Roby si era espresso in dialetto che di solito non usava, andò in camera da letto, si spogliò, indossò i panni di casa e nel corridoio incontrò le due dame in accappatoio. “Caro sei finalmente tornato, eravamo in apprensione per te, io ed Aida ci siamo fatte una doccia, ti vedo bianco in viso, vuoi che chiami il medico?” Tutte queste attenzioni misero in sospetto il capo (formale) di casa che rassicurò Laura la quale: “Andiamo in camera da letto, c’è qualche novità importante.” Chiamale novità, uno tsunami: Daiana si era tolta l’accappatoio ed apparve la sua vera natura: un trans ma un trans molto particolare, al contrario degli altri suoi ‘colleghi’ aveva il pene ed i testicoli molto piccoli, da adolescente. “Caro non è fantastico, ho finalmente trovato quello che ho sempre cercato, un cazzo piccolo che non mi facesse male come il tuo, provo piacere anche nel culo!” L’eloquio volgare normalmente non era nel lessico di Laura la quale proseguì: “Vedrai, piacerà anche a te, Aida è disponibile a tutto, siamo fortunati!” “Fortunato un c…zo! Roby riuscì a rendersi conto della situazione venutasi a creare, se ne uscì con: “Vado nella camera degli ospiti, non ho fame, sono solo stanco, buona notte e buon divertimento a voi due.” Stavolta nemmeno Morfeo riuscì a trasportare Roberto nel mondo dei sogni, l’ilarità e la disponibilità della moglie erano un piacevole novità, come sfruttarle? Facendo uso del patrimonio della consorte sinora intoccabile, un’auto di lusso così sarebbe finita la ‘canzonatoria’ sulla sua ‘scatoletta’. La mattina a colazione madame Laura fu informata del desiderio di suo marito, non fece una piega: “Caro in via Appia ho c’è una concessionaria di auto di lusso, sistemiamoci e andiamoci subito, sono felice che finalmente…” Sopra l’ingresso della concessionaria un cartello ‘Nova auto srl.’, Laura spinse la porta d’ingresso a vetri e: “Caro che ne dici di questa color azzurrino?” “È una BMW serie 7, preferirei un’auto italiana, là in fondo ho intravisto una Maserati Levante color grigio metallizzato, andiamo a vederla.” “Nel frattempo si era presentato un signore distinto dallo stile un po’ snob (a Roma si dice con la puzza sotto il naso). “Signori benvenuti, sono Oreste Astone titolare di questa ditta, in cosa posso esservi utile?” “Mio marito ha scelto questa auto, vorremmo portarcela via subito.” “Gentile signora è una Maserati Levante piuttosto costosa!” “Egregio signore, sono in grado di acquistare il locale con tutte le auto, telefoni al dottor Augusto Polimeni direttore del Credito Bellunese, questo è il mio biglietto da visita.” Il signor Astone non fece una piega o meglio alzò solo un ciglio, si assentò per dieci minuti e tornò con in viso un sorriso a trentadue denti, forse una dentiera. ”Signori siete fortunati, la Maserati ha già la targa di prova, accetto un assegno, prezzo optionals compresi è di €.165.320, toglierò gli spicci.” “Non si sforzi troppo potrebbero scoppiarle le emorroidi, Roberto metti in moto mentre stacco l’assegno.” La volgarità di Laura era stata eccessiva ma sinceramente provocata. Roberto si sistemò nella Maserati, fu raggiunto da Daiana che lo baciò in viso, la scena fu vista da Laura che non fece commenti, si doveva abituare al trio. I tre ebbero i complimenti di Alfredo e di Adelina per l’acquisto, per l’occasione prepararono un pranzo a base di crostacei ed una torta a due piani tipo matrimoniale con tre pupazzi, due donne ed un uomo, ormai tutti sapevano di tutto. Ritiratisi i due collaboratori domestici nella loro dependance i tre finalmente ebbero modo di darsi ai ‘ludi orgiastici’, regia di Daiana. Prima doccia in tre con risate a non finire poi tutti sul letto agli ordini della brasiliana: “Metteremo in atto quello che in Brasile si chiama ‘pequeno trem’, in italiano un ‘trenino’: davanti Laura sul fianco destro, io dietro di lei nel fiorellino o nel popò, Roberto dietro di me, all’opera!” Un po’ di tempo per sistemarsi e poi goderecciata generale con magno cum gaudio…Lunga vita ai tre porcelloni!