Due cuori per sempre da La mia casa di E. Molaschi

Lei
aspettava con trepidazione la fine di quell'ulteriore prova per poter
parlare con lui. Dato che, per quanto tutti considerassero il
commediografo una persona logorroica, davanti a quella ragazzina
lui si zittiva, era lei a parlare in continuazione.
Ormai, però, era chiaro che non si poteva più continuare in quel
modo. Era una sofferenza dover proseguire a provare senza poter
dire quello che lui sentiva, ma come poteva spiegarglielo? Lei gli
avrebbe creduto? Era ben noto che Oliver Dogs non amava
nessuno. Perché avrebbe dovuto amare lei, così semplice, così
normale?
Così iniziò una nuova fase del tentativo di corteggiamento di cui,
forse, Nela non si era nemmeno accorta. Durante una delle loro
chiacchierate, lui le regalò la sua felpa grigia e nera, simile a
quella che hanno i giovani dei college. A Nela piacevano molto
quelle felpe e, appena lui lo aveva scoperto, aveva provveduto a
fargliene avere una speciale, la sua.
“Tienila, non dovrai ridarmela. È tua. Voglio che la tenga tu.”
disse.
“Perché?”
“È tua. Ti piace e quindi è tua.” Lei ringraziò e si comportò come
con quelli che le facevano regali. Lo abbracciò. Pensava che
sarebbe stato un abbraccio breve, profondo ed affettuoso, ma si
sbagliava. Aveva temuto che l'abbraccio non fosse gradito, invece,
si ritrovò stretta a sua volta in uno ancora più forte e più caldo e,
di sicuro, pieno non soltanto di gratitudine.
Cercò di alzare la testa per guardarlo negli occhi. Non voleva più
avere il capo appoggiato sulla sua spalla.
“Perché lo fai? Perché mi illudi, se sai di non poter amare
nessuno?”
“Nessuno a parte te. Ricordi quando sei arrivata ieri? Stavi
canticchiando una vecchia canzone, una che solo degli intenditori
di musica potrebbero ricordare: La ballata dell'amore cieco, lo
rammenti? Quando l'ho sentita, ho pensato che avrei potuto essere
io quello della canzone e tu lei. Non perché tu sia così crudele da
chiedermi tutti quei sacrifici terrificanti per vedermi morire, ma
solo perché io farei qualsiasi cosa per te. È vero che io non posso
amare nessuno, ma io amo ciò che scrivo perché spero che un
giorno si realizzi, esattamente come è per te. Il fatto è che tu scrivi
fan fiction ed è molto più difficile che i tuoi sogni si realizzino. Io
scrivo quello che voglio, mescolando i miei pensieri e le storie che
sento in giro. È un po' più facile creare un personaggio che esiste
davvero. Tu sei l'insieme di tutti i miei protagonisti e la cosa è
terrificante. È così perché, in teoria, i protagonisti maschili
dovrebbero rappresentare me. Mi rendo conto, però, che riescono
a raccontarti alla perfezione. Forse assomigliano più a te che a me.
Ho bisogno di te. Tu sei tutto quello che ho scritto e non posso
lasciarti andare via alla fine di questo spettacolo. Ho bisogno che tu venga con me, per sempre. Ora non avere paura perché so che,
anche se tu non te ne sei accorta, io ti stavo corteggiando. Credevo
di poterlo fare perché capivo molto bene che ti interessavo. Lascia
che ti mostri che avevi ragione, che io posso cambiare, migliorare
e dire la mia su quella biografia che i miei nemici hanno scritto. Ti
prometto che non ti pentirai mai della scelta e, nel caso dovesse
succedere, potrai andare in qualsiasi momento. Avrai diritto di
avere tutto quello che chiederai. Non ti impedirò di avere nulla,
casa inclusa.” Calcò alcune frasi per farle capire che era convinto
ed aspettò.
Lei lo guardò confusa: “Come posso io avere diritto su qualcosa
che è tuo?”
“Non hai ancora capito? Io ti voglio sposare.” Rimase in silenzio,
aspettando la sua risposta. Erano alti quasi allo stesso modo e, se
lei non avesse appoggiato di nuovo il viso sulla sua spalla, avrebbe
potuto leggere ancora facilmente nei suoi occhi. Era certo che lei
si sarebbe stupita perché lui poteva avere delle avventure, ma non
amava sposarsi. Era capitato una volta sola ed era andata molto
male. La moglie era diventata una ex che gli impediva di vedere
l'unico figlio. Ora lui voleva proporre un matrimonio a una
persona molto più fragile di chiunque altra avesse incontrato, ma
anche più testarda, più rigida sul rispetto delle regole e, in un certo
senso, conservatrice. Tutto ciò nonostante quel piccolo tocco
eccentrico di modernità che ogni artista possiede.
“A delle condizioni.” disse lei. Sembrava davvero spaventata,
forse non gli credeva davvero. Anche lui lo avrebbe fatto, se fosse
stato al suo posto. Tuttavia, voleva che lei gli credesse. Lo voleva
davvero.
“Si farà in chiesa, con giuramento vero, in modo che tu non possa
imbrogliare. Voglio una vera e bella cerimonia, come quella che
ho sempre sognato e voglio anche un brano particolare per la
colonna sonora del mio matrimonio, uno che, di solito, non si usa,
ma che io desidero. Si tratta di Christian music, quindi non
dovrebbero esserci troppi problemi ad inserirlo, no?”
Lui capì che la battuta era riferita a se stesso. Lo stava mettendo
alla prova. Voleva vedere come avrebbe risposto. Sapeva che si
diceva che Oliver Dogs voleva tutto ciò che desiderava e non
amava andare incontro a troppe richieste. Figurarsi se si trattava di
un matrimonio in chiesa e cose simili.
“E sia, ma tu sai che io non sono credente, lo farei solo per te.”
“Oh sì, certo che sei credente. Vedrai che cambierai idea. Per me è
importante che tu ti converta. Sono certa che, da qualche parte
dentro di te, ci sia ancora qualche lontano ricordo dei tuoi anni a
studiare il catechismo.”
“Sì, è vero, ricordo. Se le condizioni sono solo queste, non ci sono
problemi. Credo che potrei convertirmi, con una buona guida.
Cioè, ritornare all'ovile. Da piccolo ero stato credente. E' da
quando ho iniziato a lavorare che ho perso un po' la strada,”
Lei sorrise: “No, le condizioni sono appena iniziate. Adesso io me
ne andrò da qui e tu me lo lascerai fare. Non pretenderai niente da
me al di fuori del lavoro che già stiamo facendo e, se io vorrò
uscire prima come fanno gli altri, me lo lascerai fare. Sarà così
fino al giorno in cui ci sposeremo. Mi darai il tuo numero di
telefono in modo che, se dovessi avere bisogno, possa chiamarti.
Voglio il numero personale, non quello del lavoro. È assurdo che
una futura moglie abbia i contatti esclusivamente lavorativi del
futuro marito. Mi auguro che tu abbia una mail e un cellulare
privati.”
La mente di Oliver lavorò. C'era qualcosa di strano, era come se
lei avesse paura di qualcosa che, poi, capì.
“Mi ferisce che ti preoccupi per questo, non ti toccherei mai senza
il tuo permesso. E per quel che riguarda i miei contatti, vediamo se
questo è abbastanza romantico per te.”
Prese un pennarello nero indelebile dal tavolo, le aprì la mano
sinistra, ancora stretta a pugno, e scrisse i suoi recapiti. Sapeva che
era quella con cui non scriveva, perciò sarebbe stato più facile
conservare l'inchiostro fino al suo arrivo a casa. Prima che lei si
allontanasse, la strinse forte a sé di nuovo e le diede un bacio sulla
testa. Sperò di non aver esagerato, quando la vide andarsene.