Due graffette
Due graffette immobilizzano questi fogli a righe, un infinito di linee azzurrine riempite di parole che si inseguono come mercurio in un termometro. Fosse semplice farle cadere con una scrollata, abbassarne il dolore giunte a fine riga. Difficile contenere lo spazio entro pochi centimetri di coerenza, o se bastasse, usare un antipiretico per non alzarne il tono. C'è un medico qui? Vorrebbe urlare la mia testa. C'è qualcuno che le sappia soccorrere, comprendere e curare? Una sirena che strilla e lampeggia e se ne va mentre le ammucchio una accanto all'altra, in questa lunga notte, dove scrivere, scrivere, scrivere, rimane l'unica cura.