È
È sempre un grande piacere confrontarsi con i figli.
Oh!
Mai che escano dal seminato che.
Che tu puoi parlare di scuola, lavoro, tempo libero, tempo atmosferico, computer o di cose sociali e. E non c'è mai verso d'intendersi.
L'altro giorno la mia più grande, tredici anni, non mi ricordo nemmeno rispetto a quale argomento mi diceva «siete sempre arretrati voi genitori.
Non accettate le cose cambiano ed adesso è ora di dare la precedenza a valori che, nella vostra giovinezza, nemmeno esistevano e che quindi mai potrete capire nei loro aspetti e nella loro modernità.
Siete solamente capaci di dire no e non accettate la benché minima contestazione e vi chiudete nel vostro modo di pensare e così facendo ci tarpate le ali e noi poveri non possiamo volare e sentirci liberi e leggeri.
Vedi di emancipare per favore: va» e.
E non so, le ho risposto.
Tu credi d'essere originale nelle tue rimostranze, bensì nel frattempo altro non fai che ribadire, pure tu, una vicenda banale e ripetitiva.
Affermando ciò infatti altro non fai che ripetere, ripetere, ripetere, a tua volta uno stereotipo vecchio quanto il cucco del mondo che ok.
Ok: io sarò oramai sorpassato e magari non predisposto ad accettare evoluzione di comportamento e rapporto; però tu non è che lo fai contestandomi.
Anzi porti avanti un ruolo anziano pari appunto al cucco del mondo.
Lo porti avanti inconsapevolmente e questo perché se è vero che da quando vita è vita i genitori frenano i figli è. È anche verissimo che ed altrettanto da quando vita è vita, i figli altro non sanno fare che contestare i genitori cre.
Credo il primo fu addirittura Adamo ad andare contro le ragioni del suo papà e da allora in qua nulla cambiò, ergo se vuoi essere veramente originale, considerato secondo te io causa blocco cerebrale non posso andare oltre i miei principi, lo dovresti fare tu.
A me sembra chiarissimo.
Io non ci arrivo che sono ancorato nell'atavico, dunque fallo tu.
Sii originale e trova un metodo per convivere comodi entrambi.
Che, ripeto, unicamente contestando diventi perfettamente uguale a me ed assumi un ruolo precisissimo.
Un ruolo che ti fa irremovibile e stupida e testona e logorroica assai ta. Tale a me il mio e.
E poi sinceramente non vedo proprio il motivo per cui dovrei essere io a venirti incontro.
A me la vita ha insegnato qualcosa e codesto qualcosa se permetti me lo tengo stretto, che m'ha portato vivo e sano, fino a dove sto ora e non è un risultato secondario.
E sì mia cara, a me vivere ha fatto spuntare delle ali che mi tengono a galla nell'aria ed adesso tu pretendi io le lasci cadere magari per metterne di finte o non collaudate severamente sul campo io.
Io ho capito ti senti Icaro pari un tempo io mi sentivo Icaro, ma tu non capisci una questione semplice semplice.
Se anche il papà ad Icaro diceva vai su figlio mio; vai su ed avvicinati, avvicinati, avvicinati, al sole: non sarebbe cambiato niente.
Il sole difatti avrebbe lo stesso sciolto la cera.
Il sole difatti avrebbe lo stesso sciolto la cera.
Il sole difatti avrebbe lo stesso sciolto la cera.