Elena e Dick Quarto Capitolo
:‐Elena‐ la donna si voltò .Dick con quattro dei suoi lunghi passi la raggiunse ‐ Mandami Chris, per favore. Lo conoscevi bene, il morto intendo,‐ nella sua voce un vago tono sospettoso
:‐ Praticamente da quando andava alla scuola materna, dove ho insegnato per due anni, in seguito siamo diventati amici di famiglia. Suo padre è una delle poche persone che mio marito tratta come essere umano.
:‐ Ho paura che Marchetti ti chiederà di accompagnarlo a dare il triste annuncio.
:‐ Se non me lo chiede vado lo stesso, quella povera donna do sua mamma morirà di dolore. A che punto siete con l'indagine.:‐ Per ora non abbiamo neppure idea da dove cominciare. Marchetti conosce tutti e io non conosco nessuno quindi per me è come avere davanti una lavagna nera.
:‐ Vedrai che qualcosa scoprirai anche tu.. Quando si uccide una persona è come se un filo si spezzasse, sai come con le ragnatele, spezzi un filo e la ragnatela si accartoccia su se stessa. Una vita umana ha intorno a se milioni di fili, ognuno collegato a qualcun altro, la morte violenta spezza il collegamento e lascia dietro di se una traccia.
:‐ Come ragionamento non fa una grinza, ma il morto lo abbiamo noi sotto al naso.
Lei scrollò le spalle :‐ Prima o poi lo troverai ‐ e si avviò verso casa . La porta del seminterrato era spalancata nonostante la musica fosse un lento da guanciaguanciasullamattonella.
Fece un cenno a Chris :‐ Dick ha bisogno di te‐ e gli indicò il sentiero da seguire, lo stesso che lei aveva appena percorso.
Chiamò ad alta voce le figlie Gina, Tania ‐ le ragazze si avvicinarono :‐ Prevedo guai‐ disse Gina, sempre pessimista.
Elena richiamò l'attenzione degli altri :‐ Ragazzi mi spiace tanto ma dobbiamo interrompere la nostra festa . Qui vicino è stato assassinato un nostro amico e non mi va di continuare a festeggiare. Chi di voi deve prendere il treno è meglio che passi attraverso i campi fino alla stazione. Tutti gli altri possono andare a casa. ‐ L'assalirono con mille domande :‐ Ma chi è, sei sicura che lo hanno ucciso‐ e quando è stato ‐ chi e è stato‐ hanno preso l'assassino ?‐
Le domande non finivano più. Elena rispose meglio che potè senza rivelare nulla e nemmeno il nome del morto. Trovò la scusa che i carabinieri avevano secretato l'indagine e lei non sapeva nulla
:‐ Non posso dirvi altro . Ora, vi prego, siate gentili e andate tutti a casa .‐ A toglierla dagli impicci fu Pedro :‐ Perché non andiamo a finire la festa sui prati ? per arrivare alla stazione c'è un bel tratto di strada e possiamo divertirci a saltare le balle di fieno .‐ Risposero in coro :‐ Siiiiiiiiiiiiiiiiii saltiamo il fieno.‐
Sottovoce le chiese :‐ Da che parte è l'incidente ?‐
:‐ Verso i Bartot‐
:‐Ok noi andiamo dalla parte opposta‐
Elena, sconcertata, li vide marciare in fila per due cantando una bella sigla del loro cartone animato preferito, e dopo pochi minuti erano lontani. Pedro si era comportato con autorevolezza da leader, prendendo in mano la situazione e agendo nel migliore dei modi. Gina e Tania vollero saperne di più e disse loro di chi si trattava, si misero a piangere, Lo conoscevano, era un amico sempre allegro e compagnone
col quale avevano diviso pizze e balli sull'aia durante le sagre paesane. Nonostante fosse molto più vecchio di loro, l'amicizia della famiglia li portava a stare insieme spesso e volentieri. Elena, da ragazza aveva insegnato due anni ai bambini piccolissimi, in seguito aveva lasciato la scuola per un lavoro meglio retribuito ed era rimasta amica della famiglia Gallina. Quando aveva conosciuto Eugenio l'amicizia era continuata perché, stranamente, il padre di Emiliano, con la sua cultura e la sua solidità di agricoltore incontrava il gradimento del pedante e noioso Eugenio, negli anni l'amicizia si era consolidata e i ragazzi stavano spesso insieme senza che nessuno trovasse nulla da ridire.
Entrarono Marchetti e Dick. Il carabiniere aveva la faccia preoccupata :_ Elena, credo che solo tu possa aiutarmi con i parenti di Emiliano, ma prima vorrei farti qualche domanda .‐
:‐ Va bene dimmi‐ rispose‐ sapeva già cosa le avrebbe chiesto
:‐ Tu che lo conoscevi bene, sai se per caso facesse uso di droghe ?, se aveva dei nemici o qualunque cosa ti venga in mente,‐. Dick, la guardava sospettoso
:‐ Sono sicura che non ha mai fatto uso di droghe, nemmeno uno spinello. Quanto ai nemici, forse un marito o due, gelosi perché le mogli ..... Sai com'è, lui era un bel ragazzo e non se ne lasciava scappare una. Figurati che faceva la corte anche a me‐ Dick, fece una smorfia, Marchetti sorrise ironico :‐ Non te ne fai scappare nemmeno uno. ‐ Elena rispose con amarezza :‐ Sicuro sono tutti miei. Ti ricordi tutte le volte che abbiamo avuto scambi di opinioni sulla mia faccia gonfia e sugli occhi tumefatti . :‐ Ricordo bene tutte le volte che non ho potuto aiutarti quando‐ si rivolse a Dick‐ suo marito la picchiava a sangue per gelosia‐
:‐ Che infame‐ ringhiò il nero‐ picchiare una donna !‐
:‐ Si un vero bastardo, ma poi ha smesso, ci racconti come è andata ?.
Non era la prima volta che Marchetti le faceva dire come aveva fatto a liberarsi da quell'incubo e lei fu stranamente felice che anche Dick lo sapesse. Marchetti era convinto che più gente veniva a conoscenza del fatto; più possibilità ci sarebbero state per aiutare altre donne, ma in questo caso, si era accorta che guardava con sospetto il gigante nero, e anche con una punta di gelosia. Aveva capito che Elena gli piaceva :‐ E' stato un caso, un giorno mi ha dato una sberla senza motivo, solo perché l'acqua non era abbastanza fresca, non c'era il ghiaccio nella caraffa. Eravamo soli in casa, e non so come ho trovato l'ispirazione ma ho preso un coltello che era sul tavolo e gliel'ho puntato allo stomaco <<< se mi tocchi ancora anche solo una mezza volta, giuro che ti apro la pancia e ti lavoro le budella all'uncinetto<<<<. Non so se è stato il tono di voce o il coltello ( sa che sono brava con le armi da taglio ) fatto sta che da quel giorno non mi ha più toccata . Si può non amare una persona, e la si può odiare, L'odio è come l'amore ti tiene legato alla persona odiata e pensi ad essa giorno e notte. Il disprezzo, invece è l'oblio. Ti disprezzo, per me non esisti più, non penso più a te . Mi faceva paura, maho capito che era solo un vigliacco e non ho più avuto paura di lui. L'ho disprezzato. Sono rimasta in famiglia perché non avevo un posto dove andare e avevo paura di perdere i miei figli.‐
Si fermò ansante :‐ Andiamo dai Gallina adesso.‐ disse con determinazione. Dick non aveva battuto ciglio, ma gli si leggeva in faccia una domanda che in seguito avrebbe fatto ad Elena. In lontananza si sentì la sirena dell'ambulanza che portava all'obitorio il povero Emiliano.
Nessuno aveva saputo dell'accaduto, e non c'erano stati curiosi a ficcare il naso e a intralciare le indagini.
Trovarono tutta la famiglia intenta a preparare conserve di verdura e frutta per la quale andavano famosi. Le loro giardiniere, i sott'aceti, i sott'oli e le marmellate godevano di meritata fama. Il garage, nel quale allestivano il laboratorio di conservazione, era pervaso dall'odore acre e pungente dell'aceto di produzione propria e le foglie di alloro, i grani di ginepro e di pepe esalavano i loro aromi dalle varie pentole sui fornelli.
Sollevarono gli occhi, stupiti quando li videro entrare
:‐ Non portate nulla di buono ‐ esordì il vecchio Anselmo Gallina .‐ strinse la mano ad Elena :‐ Purtroppo no, amico mio, vorrei dirti una cosa ma solo in privato‐
:‐Va bene. che succede?‐ chiese quando furono fuori sotto la pergola di uva nera quasi matura :‐ Non so nemmeno come dirtelo perché mi mancano le parole ma è .... Emiliano.... è...lo...non ho il coraggio di parlare‐ :‐ Suo figlio è stato ucciso‐ disse Marchetti quasi sottovoce . L'uomo impallidì e se non fosse stato seduto sarebbe crollato a terra..‐ Come ucciso‐ chiese con un filo di voce ‐ e da chi. Emiliano è un bravo ragazzo, non aveva nemici . Oddio, devo dirlo a mia moglie e a mia figlia e come faccio, cosa le dico,.
:‐ Se vuoi le parlo prima io ma è così triste e così difficile.‐ Gli pose un braccio sulle spalle curve e lui si abbandonò contro il suo petto singhiozzando. Elena non pianse. Non piangeva mai
da tanto, troppo tempo i suoi occhi erano asciutti.
Le due donne : Olga, la mamma e Cesira la sorella uscirono in quel momento. Avevano finito di inscatolare le conserve.
Marchetti con molta cautela le mise al corrente dell'accaduto. Olga ebbe un mancamento, mentre Cesira, un po' più calma volle sapere esattamente cosa fosse accaduto.
Il maresciallo ed Elena raccontarono loro di come era stato trovato il corpo e della macchia che era sparita:‐ Oggi aveva un appuntamento con Gregorio‐ disse Cesira
:‐ Gregorio chi ? il trafficante di cereali che col pretesto vende qualsiasi cosa ?‐
:‐ Si lui, aveva comprato da noi un campo di avena e credo dovesse dei soldi a mio fratello‐
:‐ Bene verificheremo anche questo, tu Elena che fai resti qui con loro? io devo tornare a recuperare i miei .‐ :‐ Si vai pure, io resto qui tanto a casa si arrangiano da soli‐
Marchetti mise in moto l'auto di ordinanza e filò via a tutta velocità. Entrò una vicina amica di Olga e venne messa subito al corrente della sciagura che li aveva colpiti . Anselmo continuava a ripetere :‐ Non è possibile, Emiliano è un bravo ragazzo, non ha mai fatto del male a nessuno. Elena tu hai idea di chi sia stato.?‐ Le due donne e la vicina piangevano smarrite . Il dolore era talmente grande e non si davano pace.
Elena, non sapendo che fare, andò in cucina e preparò una grossa caffettiera di caffè nero a dolce. Lo servi a tutti sotto la vite . Intanto il sole stava tramontando e il cortile, al riparo del fienile, era già in penombra. La vicina aveva telefonato ad alcuni parenti che arrivarono subito. Tutti piangevano e parlavano sottovoce con grande partecipazione al dolore della famiglia. La signora Noemi, la perpetua, tirò fuori un rosario e cominciò a pregare. Arrivò anche il Parroco don Giovanni, amico di famiglia,e tutti i presenti li seguirono nella preghiera. Pregare, forse per alcuni è inutile,ma non è vero. La preghiera in certi casi serve a distogliere la mente dal dolore, a placare la disperazione e il senso di vuoto che lascia la morte di una persona amatissima.
Più tardi, a notte fonda, Elena tornò a casa. Era a piedi, ma camminare le piaceva, serviva a scaricarle i nervi. Stasera in particolare aveva un bisogno estremo di calmarsi. Fatti pochi passi si accorse di non essere sola, un'ombra nera la seguiva accompagnata da un grosso cane lupo che le si avvicinò per leccarle le mani :‐ Brut, mascalzone, cosa fai lontano da casa ?‐
:‐ Era preoccupato‐ disse una voce nell'ombra‐Non hai paura a girare da sola di sera ?‐
:‐ Dick, come si vede che non mi conosci. Mai avuto paura di nessuno. Perché mi sei venuto incontro, pensavo fossi tornato in città‐
:‐ Non potevo lasciare una signora in difficoltà. Vorrei parlare un po' con te .‐
:‐ Non sono in difficoltà, sono tanto triste perché quel ragazzo era amico di tutti. Se non sbaglio aveva in mano un pezzo di banconota da cinquantamila.‐
:‐ Barbaro, ha trovato il resto, strappato, vicino al cancello su un cespuglio. Evidentemente chi l'aveva strappata ha tentato di farla sparire e l'ha gettata nel cespuglio. Adesso è in laboratorio per gli esami. ‐
:‐ Tu, Dick Northam, chi sei ? che ruolo hai ?‐
:‐ Sono capitano della polizia statunitense che ha messo in piedi una squadra antidroga per controllare le scuole. Sempre più ragazzi fanno uso di stupefacenti, e noi cerchiamo di salvarne quanti più possiamo.
:‐ E Chris e Pablo ? chi sono ? A me non dispiace avere ragazzi, amici dei miei figli, in giro per casa. Questi due mi sono capitati qui piovuti dal cielo . Tu non ne sai nulla vero ?
:‐ Ah Ah Ah ! scusa ma hai diritto ad una spiegazione anche se la cosa è buffa. Chris e Pablo sono due ragazzi un poco più grandi dei tuoi, hanno rispettivamente venti e ventidue anni, anche se in apparenza ne dimostrano meno. Grazie al loro aspetto fanno amicizia facilmente con i ragazzi delle scuole e tangono gli occhi aperti. Non ti offendere per quello che sto per dirti : mia sorella Hawa, che è molto più giovane di me, è venuta da poco in città e ha fatto amicizia con tua figlia Gina e di conseguenza con Tania e con te che non hai esitato ad accoglierla in casa come un'amica. Anche se è nera. Volevo solo accertarmi che le persone che frequenta siano di razza umana. Spero non ti sia offesa‐
:‐ No, tutt'altro, avrei fatto lo stesso e lo faccio spesso quando gira una faccia nuova, mi sono trovata in casa quei due e non sono riuscita a sapere niente . Però si sono comportati benissimo, il che mi ha insospettito ancora di più
Sai come si dice : se il diavolo ti accarezza è perché vuole l'anima.‐ risero tutti e due :‐ Come diavoli non li vedo‐ disse Dick‐ magari come due scapestrati, ma nemmeno, sono due bravi ragazzi‐
Erano nel cortile di casa. Tutto buio. Forse dormivano :‐ Era ora che vi decideste a tornare !‐ la voce di Pablo veniva dal dondolo, invisibile nell'ombra della magnolia. ‐ Vi abbiamo aspettati perché qui sembrava il manicomio‐
:‐ Che è successo ?‐domandò Elena preoccupata‐
:‐ Niente‐ rispose Chris‐ ma tuo figlio, scusa, ma mi sembra un po' psicopatico. E' sceso subito dopo che siete andati via,
le ragazze lo hanno messo al corrente dell'accaduto e lui ha cominciato a farneticare, urlando contro Gina. Ho dovuto usare la forza per dividerli. Mi è scappato uno sganassone, perchè stava picchiando la sorella, si è messo a piangere come un bambino ed è andato a letto ‐
:‐ Wow ! tutto in una volta, mamma mia‐ disse Elena senza scomporsi più di tanto‐ Gli passerà, e domattina parlerò con lui. E' meglio andare a dormire anche noi. Non so voi, ma io sono distrutta‐
:‐ Adesso andiamo via, anche tu Chris, fai fagotto salta in macchia e stanotte dormiamo da un'altra parte.‐
Salirono sulla grossa auto di Dick che dal pomeriggio era parcheggiata sotto l'albero di fichi. Elena ne raccolse alcuni, maturi, succosi, dolcissimi e li mangiò avidamente. Erano parecchie ore che non aveva toccato cibo e la sua fetta di torta era ancora sul tavolino di pietra dove l'aveva posata per seguire Luigi . Era coperta di formiche, e tra qualche ora non ci sarebbe stato più nulla solo il piattino vuoto