Emotività
L’emotività non può essere spiegata a parole; l’emozione è soggettività dell’anima.
Per quanto mi riguarda, so di essere una persona abbastanza emotiva e, contemporaneamente, anche molto vuota (quando non voglio, ovviamente). Il nostro emozionarci cambia da cosa in cosa, o persona e persona e sono anche certe scelte a renderti più o meno emotivo verso il mondo.
Come la famiglia; non possiamo scegliere in che famiglia nascere o che parenti avere a seconda di come siamo e come viviamo le giornate. In questo caso, c’è sempre chi sceglie per noi nell’infinito evolversi delle cose.
Non ho mai scelto la mia famiglia e, se si potesse fare, avrei preferito un’altra. I contrasti familiari se sei troppo emotivo, ti possono cambiare e plasmare a loro piacimento arrivando ad essere una persona che possono amare od odiare ma questo, poi, non dipende nemmeno tanto da noi stessi perché è abbastanza accertato che, per quanti insegnamenti giusti possono darci, una volta entrati nell’età del pensiero proprio, dell’andare contro corrente da adolescenti, nulla può essere tenuto sotto controllo. Alla fine, alleviamo noi stessi in base a quello che c’è fuori, a come essere o diventare, cosa pensare in situazioni spiacevoli e non, a quali logiche ricorrere nel caso qualcuno cerchi di contrastarci. E’ tutto un fatto di logica, se rifletto.
Amo molto ciò ch’è stato ma, col tempo, non tutto è andato come speravamo. Quando il caso coglie il tuo stelo falciandolo senza indugio, non ti resta che un fiore morto che non puoi più piantare. Le domande soccombono e l’unica cosa certa che hai è che quello che avevi due secondi prima, non ce l’hai più e sai che sarà così sempre. Lì subentra il cambiamento. Le tue logiche iniziano ad attivarsi, il cervello produce una rete di informazioni reali e irreali, il cuore le racchiude e il pensiero le classifica; il tuo essere si plasma. Se l’uomo fosse un calcolo matematico, possiamo dire che in sé potrebbe racchiudere una serie di algoritmi infiniti, un rebus, informazioni su informazioni portando i numeri ad impazzire. Ed è per questo che i pazzi impazziscono; perdono il controllo dei loro numeri e iniziano a darli!
Che metafora divertente.