Essere amico (l'amicizia surreale o...vivere e morire a Los Angeles)
"Essere amico di qualcuno migliora la chimica del cervello: del proprio e del suo...quello dell'amico; migliora lo stato mentale: quello proprio e quello dell'amico. Io sono stato amico di molti uomini, sono stato felice ed infine...sono andato via in pace!".
(Epitaffio sulla tomba di Nathaniel, barbone di Los Angeles, morto a quarantotto anni per strada: di fame, di freddo e di "solitudine", il 18 aprile 1982).
Requiescant in Pacem.
...‐ E'morto felice! ‐ disse un'altro barbone, ‐ quando è morto ascoltava nelle orecchie una vecchia canzone di Jimi Hendrix. Era "Foxy Lady"?! ‐ Ma no, era "Hey Joe", ne sono ultrasicuro ‐ replicò Halley, il vecchio guardiano del cimitero.
Morale della favola: a Los Angeles, così come in ogni grande città (metropoli) di questa terra, su questo sudicio e sporco mondo, avere o non avere amici poco conta, quasi niente; tanto si muore sempre e comunque, e nella più completa indifferenza dei propri simili, così come si è venuti al mondo; allo stesso fottutissimo, identico modo: cioé "nature", ovvero (da) soli!
Postilla (docet?!) ‐ La consolazione è questa: per fortuna c'è ancora qualcuno che ascolta della buona musica, anzi, della buonissima e vecchia musica (nella fattispecie di Nathaniel era quella di Jimi Hendrix) prima di andarsene da questo mondo...pensate, però, se al posto di Hendrix il povero barbone stesse ascoltando Rihanna: che strazio, sarebbe stato!