Felice, nuove rivelazioni
"Suonano alla porta, vai ad aprire per favore" La donna era ai fornelli mentre il marito leggeva il giornale comodamente seduto sul divano "Si, arrivo!" Imprecò lui mentre con calma si stava avviando verso l'entrata di casa e il trillare del campanello si faceva più insistente "Buongiorno" Lo salutò cordialmente una donna corpulenta dall'aspetto deciso "Buongiorno a lei" Rispose lui educatamente anche se qualcosa non gli quadrava. Alle spalle della donna due uomini dall'aspetto poco raccomandabile lo stavano fissando in modo ostile e lui ebbe l'istinto di richiudere la porta in faccia a quegli sconosciuti. In quel momento sopraggiunse la signora Maria "Aldo, chi è?" Il marito con un cenno della testa indicò alla moglie gli strani personaggi fuori dalla porta. Nel vedere l'anziana signora la donna corpulenta sorrise giovialmente e chiese con garbo "Scusate il disturbo, vorrei darvi delle informazioni piuttosto riservate; posso entrare?" Aldo grugnì sonoramente ma la signora Maria lo fece spostare e rispose entusiasta "Ma certo, entrate pure, stavo giusto sfornando dei biscotti e se vi accomodate posso offrirvi anche una tazza di tè" La donna accettò e dopo aver fatto cenno ai due uomini di aspettarla fuori entrò nella casa dei due anziani "Loro non entrano?" Chiese la signora Maria "Oh no, sono uomini di poche parole abituati ad aspettare, stia tranquilla. Io invece accetto volentieri il suo invito, se il sapore dei biscotti è pari al profumo che proviene dalla cucina sono sicura che ne farò una scorpacciata" Maria fu contenta di quelle parole, da quando Felice era partito solo il marito apprezzava la sua arte culinaria, ma a volte aveva l'impressione che i suoi complimenti fossero scontati e adesso il parere di una sconosciuta l'avrebbe confortata. Aldo continuava a guardare quella donna in cagnesco, era convinto che fosse una portatrice di guai e non fece nulla per dissimulare il disprezzo nei suoi confronti. La moglie, che lo conosceva bene, lo invitò a restarsene in sala sul divano ma a quel punto fu la loro ospite a sorprenderli "Se permettete preferirei parlare ad entrambi una volta sola; in questo modo non vi disturberò più del dovuto" La richiesta della donna aveva una sua logica e i due anziani la invitarono a sedersi su una poltrona mentre loro si accomodarono sul divano "Volevo parlarvi di vostro figlio, Felice" Un brutto presentimento si fece largo nella mente dei due genitori e Maria afferrò la mano del marito cercando conforto e rassicurazione che lui le trasmise stringendola forte. La donna si rese conto di aver spaventato i due coniugi e si affrettò a tranquillizzarli "Non temete, vostro figlio sta bene" Almeno quelle erano le ultime notizie che avevano di lui prima della scomparsa, ma non doveva allarmarli ulteriormente rischiando di compromettere il suo incarico. Cercò invece di conquistare la loro fiducia sdrammatizzando la situazione "Vostro figlio sta bene, ma non è in Sud America, bensì in Africa, il suo aereo ha avuto un problema" Disse con calma e poi sferrò il suo attacco "Scusi signora, ma il profumo dei biscotti è davvero invitante" Come investita da una folata di vento Maria scosse il capo da un lato e poi si alzò di scatto "Ha ragione" rispose " Vado a prenderli e torno subito" E detto ciò si diresse velocemente in cucina "Lei è un uomo fortunato, ha una splendida moglie" Aldo grugnì nuovamente "Con me non attacca, lei continua a non piacermi ed è solo perché mia moglie l'ha invitata ad entrare che la sto ad ascoltare, ma non provi a rifilarmi qualche panzana; ne ho viste e sentite più di lei" La donna non si scompose e ribatté con assoluta calma "Ha forse visto gli alieni?" La domanda rimase sospesa nell'aria, in quel preciso istante era tornata la signora Maria con i tanto attesi biscotti accompagnati da una brocca di succo di frutta; la padrona di casa non aveva perso tempo a preparare il tè. Per alcuni istanti regnò la tranquillità ma poi l'uomo spezzò gli indugi e rispose a quella donna che sembrava saperla tanto lunga "Si, può essere" Sua moglie lo guardò con aria interrogativa e l'uomo si affrettò a spiegare ciò che era accaduto nei brevi istanti in cui si era assentata e lei, per nulla turbata, si servì un altro biscotto, lo mangiò lentamente e poi bevve un sorso di succo. L'ospite osservava quei due cercando di capire cosa stessero tramando e quando fu sul punto di interrompere il silenzio Maria la anticipò "Senta, lei non è certo venuta accompagnata dai suoi sgherri per assaggiare i miei biscotti. Lei vuole sapere qualcosa da noi, quindi veda di andare al punto e parli liberamente, altrimenti sa dov'è la porta e non ci disturberemo ad accompagnarla all'uscita" Tosta la donna, pensò l'agente, l'avevano avvisata "Ok, allora giochiamo a carte scoperte. Io e i miei uomini lavoriamo per un'organizzazione internazionale che tiene sotto controllo gli individui come vostro figlio, persone dotate di particolari doti che li mettono in grado di vedere e sentire cose al di là della comprensione umana. I contatti che riescono ad avere non riguardano alieni o presunti tali, bensì una razza umanoide sviluppatasi millenni prima della nascita dell'uomo come lo conosciamo oggi. Questi esseri, simili in tutto e per tutto alla razza umana, vivono in mezzo a loro e usano le proprie capacità per migliorare il proprio tenore di vita, infatti la maggior parte di loro riveste cariche importanti nella società umana e da secoli ci convive senza particolari problemi; sono gli scuri e solo alcuni esseri umani sanno della loro esistenza. Purtroppo non tutti i componenti di questa razza sono devoti alle regole e alcuni hanno preferito manipolare gli uomini per assoggettarli al proprio volere piuttosto che conviverci pacificamente. Per anni sono stati controllati e tenuti a bada dalla loro stessa comunità, ma con il passare del tempo si sono organizzati fino a ribellarsi e separarsi dal resto degli altri. Sono più forti ed intelligenti degli umani e hanno capito che possono agevolmente soggiogare intere comunità al loro volere e la schiera di rinnegati continua ad aumentare di giorno in giorno. Le persone come vostro figlio riescono a mettersi in contatto con questi individui e sono in grado di aiutarci a contrastare la loro espansione che se va avanti di questo passo tra pochi anni avrà soggiogato l'intera razza umana" Tirò un respiro e sbuffò leggermente, poi bevve un sorso di succo e afferrò un altro biscotto. Aldo e Maria avevano ascoltato attentamente le parole della donna e senza dire nulla si guardarono fissi negli occhi; anni di esperienza e stretta convivenza li aveva abituati a capirsi in un attimo. Fu Maria a prendere la parola "Vogliamo credere a ciò che ci avete raccontato, cancellando così decenni di dubbi e convinzioni. Nostro figlio è comunque sotto controllo da quando è nato, quindi qualcuno sapeva già di quali capacità fosse in possesso, qualcuno che ha le sue stesse doti, o qualcuno che non è della nostra razza, vero?" Era vero, ma la donna lasciò l'anziana nel dubbio e mentre afferrava l'ennesimo biscotto si limitò a rispondere con una domanda "Vostro figlio ultimamente aveva intensificato questi contatti con gli scuri, vi ha mai parlato di loro?" "In realtà ci ha parlato di strani incontri e visioni, ma era convinto di essere in contatto con gli alieni e poi voi come fate a sapere tutte queste cose?" Chiese la madre di Felice "Io sono una di loro, sono uno scuro e vostro figlio è stato catturato dagli altri e lo abbiamo perso" I due genitori caddero in preda all'angoscia ma stoicamente mantennero un contegno e non si lasciarono andare a sceneggiate, poi Aldo chiese con voce strozzata "E adesso?" "Adesso vi preparate e venite con noi, abbiamo una missione da compiere e tanto per cominciare mi presento, io sono Lorenza"
Aveva dormito bene e adesso si sentiva riposato e pronto ad affrontare le avversità di quella giornata. Bocassa, dal canto suo, era sveglia da alcune ore e stava meditando "Dormito bene?" Chiese Felice, ma la donna non lo degnò di una risposta è continuò concentrata nella sua meditazione quando la porta della stanza in cui erano stati rinchiusi si spalancò e di fronte a loro apparve Beatrice che sprizzava rabbia e rancore da ogni poro "Preparatevi, si parte!" Esclamò urlando "Niente colazione?" Domandò Felice ironicamente. La donna non rispose limitandosi a trafiggerlo con lo sguardo; poi sbraitò rivolta verso Bocassa "E tu, sottospecie di illusionista, vedi di prepararti alla svelta, non ho tempo da perdere" Lo scuro si ricompose con calma e appena Beatrice e i suoi uomini li invitarono ad uscire appoggiò una mano sul braccio di Felice che improvvisamente si ritrovò su una collina divisa a metà da un piccolo corso d'acqua. Una voce riecheggiava nella sua testa, una voce sconosciuta, quasi metallica ma che immediatamente ricollegò a Bocassa "Questa è la Terra prima della comparsa dell'uomo" Oltre la collina si estendeva una grande città costruita con pietre e legno perfettamente inserita nel contesto naturale che la circondava. Felice giunse al limitare delle abitazioni e percepì la felicità degli individui che le occupavano, esseri simili agli umani ma con dei tratti somatici particolari ed assolutamente originali "Il popolo degli scuri viveva in armonia con la natura" Proseguì la voce nella sua testa "La terra forniva tutto il necessario per vivere e così sarebbe stato ancora oggi se non foste apparsi voi, esseri umani. Rozzi e ignoranti non avevate nulla per cui valesse la pena di perdere tempo, ma purtroppo anche nella mia razza ci sono i deboli che hanno ceduto alla vostra carne. Da quel momento, grazie alle nostre capacità e alle nostre conoscenze che apprendevate rapidamente, vi siete evoluti crescendo di numero, senza controllo e avete colonizzato l'intero pianeta costringendo nel tempo il mio popolo a nascondersi, ma dopo secoli di adattamento abbiamo cominciato gradualmente ad inserirci tra voi cercando di non commettere gli errori dei nostri antenati e preservando la nostra razza. Oggi però sopravvivono ancora dei discendenti di quei rapporti, eredi di una stirpe quasi estinta" Felice si guardò alle spalle ma ovviamente non c'era nessuno, la voce che udiva era nella sua mente e ciò che vedeva era frutto di un'illusione. Adesso gli erano chiare altre cose su cui si era sempre posto domande che non trovavano mai risposta, lui era discendente di una razza antica che aveva mischiato il sangue degli umani con quello degli scuri. In quel momento tornò al presente e incrociò lo sguardo di Bocassa che era vicino a lui, come prima, la sua visione era durata una frazione di secondo. Lei lo fissò intensamente e poi disse a basa voce "Si Felice, hai capito bene"
Con tutta quell'adrenalina in corpo aveva passato la notte insonne e adesso, mentre stava facendo colazione, si sentiva uno straccio. A'isha era dovuta uscire per delle commissioni, mentre il marito era alle prese con il servizio in sala e ora, sola e stanca, aveva perso tutta la baldanza che l'aveva accompagnata la sera precedente. Stava per mettersi a piangere quando alle sue spalle una voce che non riconobbe subito la richiamò alla realtà "Buon giorno e ben svegliata" Era Sunday, il cugino di famiglia e con lui c'era una bella donna che da come si poneva non poteva che essere sua moglie e infatti "Aurora, lei è mia moglie, Rossana, non è il suo vero nome ma da quando stiamo in Italia ha deciso di farsi chiamare così, in onore di una brava signora che ci è sempre stata vicino" La donna si avvicinò al tavolo e Aurora ebbe un attimo di lucidità, quel tanto da riuscire a dire "Scusate, sono un po' rintronata stamattina, ma prego, accomodatevi così mi farete compagnia a colazione" Marito e moglie si sedettero al tavolo con lei e dopo aver scambiato quattro chiacchere di rito, Sunday andò al nocciolo della situazione "Ascoltaci, in Italia abbiamo conosciuto Felice in un centro commerciale in un occasione particolare" Sunday raccontò ad Aurora del loro incontro con Felice e di una faccenda da 40 euro "Ora capisci perché vi aiuteremo, Felice si è comportato benissimo con noi e adesso è lui ad aver bisogno di aiuto e faremo il possibile per toglierlo dai guai" Nel frattempo era rientrata A'isha che, dopo aver sistemato alcune cose, li raggiunse al tavolo. "Eccovi qui, avete già pensato a qualcosa?" Aurora era meravigliata dalla semplicità di quelle persone che anche in una situazione così difficile non sembravano affatto a disagio e allora, per assicurarsi che avessero capito bene il problema ribadì con calma "Felice è stato sequestrato da persone altamente addestrate che di sicuro hanno alle loro spalle una solida organizzazione, non sarà semplice come la fate voi" Non voleva usare quelle parole ma per fortuna gli altri non capirono i sottintesi e Sunday si limitò a dire "Siamo nati e cresciuti in mezzo ai guerriglieri e alle fazioni che si scannano in faide continue, ogni giorno in questo mondo è una benedizione divina e ti assicuro che non ci spaventa nulla. Adesso vediamo di buttar giù un piano di massima cominciando da ciò che Aurora ricorda degli ultimi istanti passati con Felice e i suoi sequestratori" Quelle parole aprirono un varco nell'animo della ragazza che adesso tornava a vedere la luce del sole, doveva solo riporre la sua fiducia in quelle persone e tutto si sarebbe sistemato, ne era sicura "Va bene, statemi bene a sentire" Aurora cominciò a raccontare la sua storia dal momento in cui vide Felice la prima volta, nel parco della sua città.
Lorenza aveva lasciato un'ora di tempo ai due coniugi per prepararsi e sistemare alcune urgenze; li aveva avvertiti, non sapeva quanto sarebbero stati in ballo quindi dovevano essere pronti ad una lunga assenza da casa. La signora Maria inviò un messaggio alla figlia lasciandole alcuni incarichi, aveva le chiavi di casa e avrebbe saputo cosa fare "Eccoci, siamo pronti" L'anziana si era presentata al cospetto di Lorenza in completa tenuta sportiva, voleva essere comoda e suo malgrado anche il marito si era vestito allo stesso modo. L'agente sorrise "Ottimo, sembrate due boy scout alla loro prima missione, sono contenta che non abbiate perso la voglia di lottare" In realtà non aveva bisogno di loro, li stava solo portando in un posto sicuro dove i suoi principali avrebbero deciso il da farsi, Maria però era tutt'altro che un'anziana sprovveduta e appena furono saliti sul mezzo che li avrebbe portati alla nuova destinazione estrasse dalla tasca della tuta una piccola pistola e la puntò verso la sbalordita Lorenza "Sorpresa?" Chiese la donna nel vedere lo sguardo dell'altra "Un pochino" rispose sinceramente l'agente "Sono contenta della sua onestà" Fu un attimo e Lorenza capì "Si Lorenza, nelle mie vene scorre un po' del vostro sangue, io sono una impura e la vostra razza da secoli ci ha sempre tenuto sotto controllo, d'altronde se sei qui non è certo un caso, dovevate sospettare qualcosa, mio figlio è in gamba ed è uno dei prescelti, ma voi vi siete fatti gabbare e gli altri vi hanno preceduto. Per anni ho convissuto con dubbi e sospetti, sapevo fin dal giorno del suo concepimento che Felice sarebbe diventato speciale e la visita di alcuni di voi ha confermato il mio presentimento. Mio marito mi è sempre stato vicino, è al corrente della mia promiscuità sanguigna fin dall'inizio, ma ama me è i nostri figli senza se e senza ma" Aldo con un cenno della testa approvò le parole della moglie "Fino a qualche tempo fa non ero a conoscenza della storia degli scuri e pensavo veramente di essere entrata in contatto con gli extraterrestri, ma quando Felice ha cominciato ad ampliare la sua psiche e le sue visioni sono riuscita ad entrare in contatto con la sua mente e così ho capito parecchie cose e tu me ne hai dato conferma" Lorenza fece cenno alla donna di abbassare l'arma, poteva fidarsi di lei e la signora Maria rimise la pistola in tasca lasciando all'altra il tempo di dire la sua "Io sono uno scuro, ma la tua mente ha resistito a tutti i miei tentativi di metterla in contatto con la mia, quindi presumo che tu abbia visto nella mia testa delle menzogne ma nessuna intenzione a volervi fare del male" "Infatti" mentì l'anziana "Ed è per questo che verremo con voi dai vostri superiori che dovranno spiegarci tutto per filo e per segno" A quel punto Aldo sbuffò spazientito "D'accordo, vi siete presentate, ma adesso parla, che fine ha fatto nostro figlio?" Lorenza volse lo sguardo verso l'alto e, convinta di non poter mentire, rispose mestamente "Non lo sappiamo"
Beatrice sapeva di rischiare grosso, l'appuntamento per la partenza era previsto per il tardo pomeriggio e il piano originale prevedeva che sarebbero restati al riparo fino all'ultimo momento, ma il pensiero di farsi prendere ancora in giro da quei due l'aveva fatta imbestialire togliendole la lucidità necessaria per portare avanti il suo compito. Aveva ricevuto una chiamata da parte del suo superiore ma non aveva risposto, sapeva che sarebbe andata incontro alle sue ire ma in questo momento non voleva sentirla; ricordava le parole della sera prima, fredde e distaccate <Buona notte Beatrice> si era limitata a dirle. Giravano a zonzo ormai da più di due ore, i suoi uomini non avevano sollevato obiezioni sul motivo del cambio di programma, ma adesso uno di loro si arrischiò a domandare "Abbiamo cambiato programma, capo?" Lei rispose in cagnesco "E' evidente, sei, sei" Si fermò in tempo, ma il suo uomo abbassò lo sguardo mortificato e lei capì di avere esagerato, non era colpa loro se si era innamorata del su capo mentre lei la usava come scaldaletto. "Scusa, sono un po' nervosa" l'uomo, temendo l'ennesima sfuriata, non rispose, mentre lei, colta da un improvviso presentimento, disse velocemente "Puntiamo all'aeroporto, alla svelta" Adesso Beatrice doveva concentrarsi sul suo incarico, liberare la mente da interferenze e puntare dritta all'obbiettivo, ma proprio mentre faceva quei ragionamenti accadde qualcosa che avrebbe cambiato la sua esistenza. Il mezzo su cui stavano procedendo a velocità sostenuta urtò violentemente contro un ostacolo mimetizzato nel battuto della pista, ciò fece sterzare immediatamente il furgone rovesciandolo rovinosamente su di un fianco. L'autista restò aggrappato al volante fino all'ultimo, evitando così di rompersi l'osso del collo, mentre Beatrice gli cadde addosso a peso morto; il corpo del suo autista attuti l'urto e la donna se la cavò con qualche ammaccatura. Nel vano posteriore la situazione era simile, Felice e Bocassa furono scaraventati contro la parete del furgone travolti dai due uomini che li sorvegliavano, tante botte ed ammaccature ma tutto sommato non si erano fatti niente di grave. Felice fu il primo a riaversi dallo choc e carico di adrenalina urlò all'indirizzo di Beatrice "Ma che cazzo state combinando la davanti?!" Bocassa non disse nulla mentre gli altri due uomini si stavano ricomponendo tra mugugni ed imprecazioni. Il trambusto aveva messo Beatrice in una situazione imbarazzante, in un altro contesto la scena sarebbe apparsa molto erotica, ma lì, in mezzo al deserto con il rischio di essersi rotti le ossa, i due protagonisti avevano tutt'altro per la testa. Eppure la scenetta la fece sorridere, il suo uomo invece era imbarazzato e lei sdrammatizzò con una battuta "Tranquillo, lo sai che ho altri gusti" Quella frase strappò un sorriso anche a lui che nel frattempo stava divincolando la testa dalla presa delle cosce di lei. Nel volgere di pochi minuti uscirono tutti dal mezzo, Beatrice per ultima e la sorpresa fu tale da lasciarla a bocca aperta.
"Buon giorno Beatrice, tutto bene?" Il tono di Aurora era sarcastico, una ventina di persone, armate fino ai denti, teneva sotto tiro l'agente e i suoi uomini, mentre Felice e Bocassa accuditi da Sunday e sua moglie erano seduti su degli zaini sistemati a terra. Beatrice rispose a quella domanda con fermezza "Voi non immaginate a cosa vi stiate mettendo contro, lasciateci andare e farò finta che questo incidente non sia mai accaduto" Nonostante il tono deciso l'espressione della donna lasciava trasparire tutta la sua insicurezza, era chiaramente spiazzata da quella nuova prospettiva, sapeva per certo che non li avrebbero lasciati andare e temeva il peggio. In quel momento Aurora la fissò dritta negli occhi e come se le avesse letto nel pensiero le rispose "Non temere, non vi verrà fatto alcun male. Ovviamente sarete ospiti dei nostri amici e vi garantisco che finché righerete dritto sarete trattati con i guanti di velluto, in caso contrario lascio alla vostra immaginazione le possibili conseguenze, questa è gente abituata a tutto" La situazione era chiara, Beatrice e i suoi uomini erano prigionieri e la sua missione per il momento era miseramente fallita. I compagni di Sunday si fecero consegnare e sequestrarono tutti gli oggetti dei prigionieri, i cellulari e qualsiasi tipo di apparecchiatura elettronica venne distrutta sul posto e dopo essere stata deposta in una buca venne data alle fiamme e poi sepolta sotto terra. Gli agenti avevano assistito immobili e silenziosi a quel triste spettacolo, ma poi la donna domandò perplessa "Era proprio necessario?" Mentre attendeva una risposta che forse non sarebbe mai arrivata, Felice si alzò in piedi e con incedere barcollante si avvicinò alla sua ex analista "Vedi Beatrice" esordì pacatamente "Da questo momento o siete con noi o non farete più ritorno a casa vostra" Il tono tranquillo, ma nel contempo risoluto, non ammetteva repliche. Lei lesse nei suoi occhi una fermezza mai vista prima, Felice stava cambiando e forse nemmeno lui capiva quanto.
Era bastata un'ora di aereo, un volo privato appositamente organizzato per loro. Evidentemente erano sicuri di convincerli, pensò la signora Maria, oppure erano super organizzati e nel volgere di pochi minuti avevano organizzato tutto. Non ci volle alcun tipo di contatto mentale per capire quello che pensava, allora Lorenza spiegò con calma "Vedete, ero convinta di riuscire nel mio compito e mi ero portata avanti, ovviamente il nostro programma non cambia, vi farò incontrare i miei superiori e saranno loro a decidere sul cosa dirvi o meno" Dopo circa mezz'ora dall'atterraggio i due anziani coniugi furono invitati ad entrare in un grande e maestoso palazzo posto sulle colline della città, più che una base di un qualsiasi tipo di organizzazione segreta, sembrava la reggia di qualche nobile facoltoso. L'edificio era imponente ma allo stesso tempo armonioso, circondato da un ampio parco curatissimo e con le facciate tirate a lucido nonostante fosse visibilmente lì da parecchio tempo. Salirono lungo un'ampia scalinata e quando furono al cospetto di una porta enorme ma finemente intarsiata, un uomo dai modi gentili li invitò ad entrare e a seguirli, mentre Lorenza e i suoi uomini si congedarono. Maria non apprezzò quel fatto, in cuor suo si era già affezionata a quella donna e le dispiaceva perderla di vista, ma la sua mente, ora consapevole delle proprie capacità, percepiva nuove sensazioni che la distolsero da quei pensieri, l'entrare in quell'edificio le aveva completamente aperto la mente ed ora percepiva il disagio del marito, lui avrebbe voluto tornare a casa, alle sue faccende, alla sua vita di sempre, ma a lei era ormai chiaro che quella vita, se mai fossero vissuti ancora a lungo, non sarebbe più tornata. Afferrò la mano dell'uomo per infondergli calore e sicurezza e immediatamente lo sentì rilassarsi "Stai tranquillo tesoro" disse lei amorevolmente "Andrà tutto bene" A lui bastarono quelle poche parole dette dalla donna che amava per rasserenarsi. Nel frattempo erano giunti al termine di un lungo e largo corridoio e davanti a loro si stagliava maestosa una grande porta di legno scuro e quasi per magia la porta si aprì al loro cospetto e l'uomo dai modi gentili li invitò a precederli. Aldo era titubante mentre la moglie incuriosita da tutto quel mistero non se lo fece ripetere una seconda volta ed entrò decisa in quella grande stanza dove al centro era sistemato un salottino con poltroncine e divanetti. Ad un cenno dell'uomo i due si accomodarono "A breve sarete raggiunti dai miei signori, nell'attesa è di vostro gradimento una tazza di tè?" La donna rispose anche per il marito "Si grazie, è di nostro gradimento" A quelle parole l'uomo si allontanò lasciandoli soli. Dopo alcuni minuti fece ritorno con il tè e allo stesso tempo annunciò i suoi signori. Aldo e Maria cominciavano a risentire degli effetti dell'età e la loro vista non era più quella di un tempo, ma appena i loro ospiti si furono avvicinati i due anziani strabuzzarono gli occhi e Maria esclamò confusa "Nonni!?" "Ciao Maria, è parecchio che non ci si vede" Rispose la donna.