Fiducia a nessuno
Intitolare un racconto con una negazione sembra piuttosto inopportuno ma…risponde a verità perlomeno a quanto risultava a Bartolomeo Zitti romano dè Roma ‐ quartiere Esquilino. Il cotale, ventenne aveva fatto domanda per arruolarsi nella Guardia di Finanza, stava passeggiando nei giardini di Colle Oppio in compagnia del nonno Alfredo quando: “Lo sai quanto mi sei caro, assomigli e porti il nome di mio figlio morto con quella maledetta motocicletta da lui tanto amata ma…lasciamo perdere, sei molto giovane, voglio solo metterti in guardia contro i furbastri che incontrerai, guarda dietro di te…” “Non vedo nessuno…” “Guarda bene…” “Solo la mia ombra…” “Non fidarti nemmeno di quella!” Quell’insegnamento fu d’aiuto per Bartolo che se ne servì abbastanza presto quando, allievo finanziere si trovò in piazza da’armi con dei colleghi, come lui sprovveduti a imparare a marciare in fila, istruttore un brigadiere anziano, corpulento che dimostrò subito di essere un’imbecille per la mancata promozione al grado superiore. “Chi di voi sa suonare il pianoforte?” Tre allievi fecero un passo avanti.” “Bene andate al Circolo Ufficiali e portate il pianoforte a casa del Colonnello Comandante.” “Chi di voi conosce la lingua inglese?” “Non ammaestrati dalla precedente fregatura ‘buscata’ dai loro colleghi altri tre allievi si fecero avanti. “Mi sembrate proprio adatti, andate nei locali delle tre Compagnie a pulire i cessi, mi raccomando verrò a controllare!” Alle ulteriori richieste del brigadiere ovviamente nessuno si presentò: A Bartolo scappò un sorrisetto“Sono il brigadiere Locatelli, tu che ridi tanto non sei disponibile a…” Sull’attenti Bartolomeo: ”Brigadiere mi comandi, eseguirò qualsiasi suo ordine!” “Pure figlio di ….a me piacciono i figli di…” Bartolo comprese che il senso dello humour poteva servire in qualsiasi occasione. Indossate dopo sei mesi le Fiamme Gialle Bartolo potè andare a svagarsi a Roma nel locale da ballo ‘Splendor’. Mostrata la sua tessera di finanziere evitò di pagare l’ingresso, primo lato positivo dell’essere di agente di Polizia Tributaria. Si guardò intorno, gran confusione soprattutto al bar, in fondo al locale una ragazza piccola di statura, bella in viso. “Sono Bartolo Lo Re, se lei permette…” “Permetto, permetto è una mezzora che nessuno m’invita a ballare!” “A me non piace la confusione, se lei sa dove dove andare nel senso di una abitazione…io alloggio in una caserma della Guardia di Finanza…” “Affare fatto sono Raffaella Morici, usciamo, andiamo a casa mia in via Volturno 23. Passando dinanzi alla portineria: “Altra conquista signorina, auguri.” Bartolo l’aveva presa male, stava per lanciarsi contro l’improvvido interlocutore quando: “Lascia perdere, è una vita che ci sta tentando con me.” I locali erano riscaldati compresa la toilette dove i due si recarono per una doccia in cui scopersero le relative nudità: “Cavolo sei un fusto, vai in palestra?” “Sono un finanziere, ho degli istruttori esigenti in fatto di ginnastica, pensiamo piuttosto a te…cavolo una foresta!” “Datti da fare col sottostante…” Raffaella era affamata di sesso, cominciò subito con un orgasmo seguito da un altro dopo breve tempo. “Non è che ti senti male…” Bartolo era preoccupato. “Ancora non hai visto niente!” La baby era stata veritiera, un vulcano, Bartolo’ fu il primo ad alzare bandiera bianca. La storia fra i due durò sei mesi sino a quando Bartolo: “Mi hanno trasferito alla Legione di Torino, penso che dovrai trovarti un altro amante.” “Come te sarà difficile…” Bartolo restò collegato telefonicamente con Raffaella, stanco di essere ‘sbattuto’ tra vari reparti di montagna si fece raccomandare ed ‘approdò’ alla Compagnia di Domodossola da cui telefonò alla sua bella: “Non immaginerai mai dove sono.” “Sei a Domodossola, per essere un finanziere sei uno sprovveduto, furbacchione, ti ho rintracciato tramite centralino, come vanno le conquiste amorose?” “Mi sto guardando intorno…” ”Potresti fare la fine di Bobbit l’americano evirato.” “Non mi dire che hai messo la gatta a riposo!” “Ti sembrerà strano ma è proprio così, purtroppo mi sono innamorata di te!” Bartolo espletava il suo servizio da Domodossola a Briga in Svizzera, le due località erano collegate dalla galleria del Sempione di comproprietà di Italia e Svizzera, talvolta gli capitavano delle situazioni particolari come quella volta che sul TEE – Trans Europe Express si trovò a ‘far Dogana’ su uno scompartimento dove si trovava un solo passeggero. Alla classica domanda: “Nulla da dichiarare?” Senza smettere di leggere il giornale il cotale rispose a mezza bocca: “Solo la valigia che sta nel bagagliaio sopra di me.” Un maleducato, Bartolo la prese a male: “Signore le dispiace aprirla?” “Si, lo faccia lei.”Bartolo aspettò di arrivare alla stazione di Domodossola, ripetè la domanda, ebbe la stessa risposta con l’aggiunta di “Al massimo chiamo un facchino.” Era troppo, il cotale doveva essere un pezzo grosso, borioso che scese dal treno in cerca di un portabagagli, Bartolo scese anche lui dal T.E.E., andò incontro al capo stazione, diede il ‘buono’, il capostazione alzò la paletta per dare il nulla osta alla partenza del convoglio che partì con la conseguenza di lasciare a terra il passeggero e sul treno la sua valigia.“Le farò passare i guai, del suo comportamento farò rapporto ai suoi superiori!” “Ed io alla Autorità Giudiziaria per offesa a Pubblico Ufficiale.” Il cotale imparò a sue spese a rispettare anche un semplice finanziere. Bartolo ebbe modo di conoscere nel locale di ballo ‘Il Galletti’ una Domesa (così si chiamano gli abitanti di Domodossola) aveva un bel corpo ed un sorriso spontaneo, aveva anche il senso delle humour: “Sono Anna Maria Palamara, se mi guarda ancora cadrò fra le sue braccia!” “Pronto ad accoglierla!” Presero a ballare, ‘ciccio’ alzò la cresta, “Mio padre era romano, in questa occasione avrebbe sentenziato: ‘non c’è trippa pè gatti’” “Anche io sono nato sotto il cielo della capitale, sono Bartolomeo Lo Re.” Fuori ho la mia ‘Cinquecentina’, non è di primo pelo ma ci sono affezionata.” Sul parabrezza faceva bella mostra il foglietto di una contravvenzione per divieto di sosta. “Mi scusi il milanese ‘Ghe pensi mi.” La tessera di finanziere fece in modo di far sparire la contravvenzione. ”Sono in credito!” “Forse ho pensato quale ricompensa vorrebbe.” “Spero sia d’accordo!” Anna Maria fu d’accordo, in casa aveva una stanzetta tutta per sé con ‘allegata’una toilette deliziosa frutto del suo gusto femminile. “Peccato che abbia lasciato in caserma la mia Nikon…” “E lei dinanzi a…” Era un vero e proprio rimprovero, Bartolo mostrò il suo ‘pino’, non quello silvestre, dopo l’immissio fece uscire di bocca ad Anna Maria un ohh di piacere prolungato…Verso le due di notte si sentì aprire la porta di casa con: “Cara sei a letto?” “Si ed in buona compagnia.” “È mia madre Miranda.” Le ore dieci riunì il terzetto: “ “Se non avessi questa età ci farei un pensierino!” “Pensa ai tuoi libri, mamma gestisce una biblioteca.” “Potrei interessarmi alla lettura se…” “Penso che la miglior cosa sia che torni in caserma, mi aspetta il maresciallo Bachini panciuto sessantenne, by by…” Ancora non erano finite le ‘grane’ per Bartolomeo, e che grane! Una mattina si trovava sul marciapiede della stazione per salutare Anna Maria che si recava a Briga per lavoro quando vide una ragazza somigliante a Raffaella scendere dal treno proveniente da Roma, la cotale stava tentando di portarsi appresso un pesante valigione. “Vuoi venire ad aiutarmi, maledizione non riesco!...” Dal treno diretto in Svizzera pervenne un fischio che annunciava la prossima partenza. Bartolo non sapendo che decisione prendere scelse la più ‘coraggiosa’, salì su quel treno….trovò uno scompartimento vuoto, si sedette, le gambe gli tremavano. A metà galleria scese, si rifugiò nella postazione degli svizzeri che gli fecero festa, erano degli amici, prese un treno diretto a Domodossola. Giunto in stazione in vista nessuna delle due pulselle, buon segno? Mah…Telefonò a casa di Anna Maria, rispose la madre Azzurra.“Tò chi si sente…ti aspettiamo.” Quel plurale lo mise in allarme, tornò in caserma, prese la moto di sevizio, farfugliò una spiegazione circa dei contrabbandieri incontrati in auto, in dieci minuti arrivò dinanzi alla villetta di mamma e figlia e meraviglia delle meraviglie tre femminucce, da lui conosciute stavano tranquillamente parlando nel salone. Istintivamente pensò ad una marcia indietro, una voce femminile: “Vieni caro ti stavamo aspettando!” Preso di coraggio Bartolo pensò ad una figura di maschio dominante: “Non pensate che sia una situazione come dire…” “Non pensi che sia meglio un dignitoso silenzio da parte tua? Preso atto della situazione ci siamo messe d’accordo per una armonica intesa, Raffaella sarà nostra ospite, se tu vorrai avrai a disposizione due letti singoli, a te la scelta!” Bartolo telefonò al maresciallo Bachini. “Comandante dovrei sistemare una situazione.” “Ho capito hai incontrato una puttanella, non più di cinque giorni di licenza e non tonare a pezzi!” Azzurra fece ricorso alla sua cultura classica: “Secondo gli antichi greci l’ospitalità è sacra, metteremo in atto questo principio, nel letto matrimoniale noi tre femminucce, in solitario Bartolomeo, good night.” Mattina successiva lavorativa, Azzurra marcò visita, a sua detta il termometro segnava trentotto gradi: “Voglio riguardarmi, tempo addietro ho avuto una bronchite.” In casa restò Bartolo a farle compagnia, Raffaella e Anna Maria a far spese in città. Dopo poco tempo rientro anticipato di queste ultime, a Raffaella era ‘saltato’ un tacco. “Piccioncini dove siete non è per caso che …era proprio che, Azzurra e Bartolo stavano cavalcando alla grande, non si accorsero che non erano più soli o forse se ne fregarono altamente!