Finalmente a casa

Disse Sara, mentre lo raccontava a Lina, che lo diceva a Claudia, che ascoltava Giulia, che ricordava Paola, a cui lo aveva confidato Elisa.

Parlava di un ex marito, di un ex datore di lavoro, di un ex fidanzato, di un ex amico, di una ex vita.

E diceva così:

"Sono spesso a un passo dalla caduta, vivendo tra orli e precipizi. Soffrendo. Ricucendo l'anima. Ma sono viva.

Mi sento umana, nonostante il ricordo perenne, di quando mi hai messa in una gabbia "buona e zitta".

Ho rotto la gabbia!

Da allora non ti sei dato pace e continui a tormentarmi sempre con quel modo subdolo. Sempre pronto ad autocompiacerti, ad autocommiserarti. A negare l'evidenza.

Usi gli altri che dici di amare. Ma tu non sai amare. Tu compri le persone. Non sei mai spontaneo, solo un puro calcolatore.

Ti avviso che io prosciugherò il mare di sofferenza in cui vuoi farmi annegare.

Ti vedo bene ora sai! Sei sempre tu, solo che ora ho smesso di avere paura di te!

Sei una creatura vuota dentro. Quel vuoto puzza di marcio. Di andato a male.

Ora so per certo che, quando ti consumeranno i vermi, tu non avrai ancora capito niente!"

Giunsero gli altri spettatori, giunsero i Santi, i pazzi, i giudici, i giullari.

Tutti ascoltarono le parole di Sara, mentre lo raccontava a Lina, che lo diceva a Claudia, che ascoltava Giulia, che ricordava Paola, a cui lo aveva confidato Elisa.

E nessuno, riuscì a dire altro.
Ad un tratto, poi il silenzio venne interrotto da un lungo, potente e forte applauso.

Quella sera tornai a casa sola. Soddisfatta dentro. Compiaciuta dal solo mio sorriso.
Entrando in casa, il gatto mi accolse, il silenzio mi pervase.

Senza attese, senza pretese, mi addormentai.