Generale
Sono stato un grande generale.
Ho combattuto mille battaglie in sella al mio destriero. Frantumavo scudi e vite umane senza distinzione. Tante volte le mie mani sono state intrise del sangue delle mie vittime. Corpi mutilati, decapitati, privati dell’esistenza dalla mia spada diabolica.
Mai ho conosciuto i nomi di chi ho affrontato sul terreno di guerra.
Sole, pioggia o neve non hanno arrestato la mia furia, la mia tenacia e la voglia di trionfare per dare al mio esercito l’eroe che si aspettavano.
Sono passati molti anni da allora e le mie carni stanno esaurendo la linfa, grezze ed increspate dall’incedere meschino del tempo. Sono un vecchio stanco. Con il bastone mi sorreggo e senza grinta affronto le giornate. Vivo con la noia come compagna, ammirando il sole spuntare all’orizzonte ogni dì e accompagnandolo ogni sera nel suo pertugio. Solo il mio cane allieta il mio vivere, con il suo amore gonfio il mio cuore. Chissà quante sono state le famiglie decimate da me, ma non mi pento. Ho navigato in tutti mari del mondo, ho calpestato tante terre come molte sono state le civiltà che i miei occchi hanno osservato da vicino.
Il mio nome è stato inneggiato, decantato da sciocchi giullari e bramato da splendide fanciulle.
Mai però ho trovato la mia sposa.
“Il più valido dei condottieri” mi definivano, tessendo le mie lodi ogni istante. Ora però non mi rimane più nulla, perché insieme alle mie vittime ho ucciso la mia esistenza.