Giovedì 3/10/2013 Taccuini di Cambridge - 3° Parte
E’ sorprendente constatare come questi giorni trascorsi a Cambridge scorrano velocemente ed instancabilmente, accostandosi l’uno all’altro senza soluzione di continuità: abbiamo già varcato la soglia di Ottobre e, senza aver avuto nemmeno il tempo di realizzarlo, le mie prime settimane settembrine di ambientamento non sono altro, ora, che preziosi e lontani ricordi.
La mia preoccupazione più grande è che questa esperienza, così affascinante e travolgente, finisca troppo presto, proprio come il più bello dei sogni notturni svanisce nel giro di qualche minuto al risveglio mattutino: per fortuna, però, tutto questo non è un parto della mia fervida fantasia, anche se talvolta, lo ammetto, mi do un leggero pizzicotto, per provare anche a me stessa che non sto affatto sognando, anzi
vivendo l’avventura più emozionante della mia esistenza!
Esatto, avete capito proprio bene, è così, seppure ogni parola che uso per descriverla e raccontarvela mi sembra insufficiente ed inadeguata, inadatta a restituire tutta la ricchezza di ciò che mi sta generosamente donando.
Eppure, ogni singolo vocabolo.trasuda e racchiude al suo interno tutte le multiformi emozioni provate lungo questo tortuoso, imprevedibile cammino: accostandoli gli uni agli altri, avrete ricostruito non una semplice permanenza all’estero, bensì un viaggio alla scoperta di me stessa, di chi sono e di chi voglio essere.
Perchè ciò che di più prezioso ed importante ho imparato in queste settimane non è custodito fra le preziose pagine di un voluminoso libro della Classical Faculty Library, bensì fra le pieghe palpitanti ed umbratili del mio animo: credevo di venire qua solo per arricchire il mio bagaglio di conoscenza ed invece ho finito per esplorare me stessa, per comprendermi meglio di quanto facessi prima.
Ora sento acuta e vibrante, dentro di me, la consapevolezza di volere il meglio, di desiderare il massimo ed è proprio questo che mi sta dando Cambridge, insieme alla certezza che tutto questo è vicino, raggiungibile e straordinariamente a portata di mano.
Lo conferma la mia ricerca quotidiana in biblioteca: con tutto quel materiale così sterminato e monumentale a disposizione, sono sempre nuove e diverse le idee e gli spunti che mi vengono in mente, mentre la mia ipotesi di lavoro prende gradualmente forma e si sostanzia ogni giorno di più, spingendomi a proseguire ancor più ardita e volenterosa.
Non potrei arrecare prove certe ed oggettive, ma non è affatto un caso che tutti questi stimoli ed incentivi provengano dalle lunghe, ma intense ore trascorse in biblioteca: spero proprio che fra le righe della mia tesi traspaia quell’aria di laborioso, ma appassionato studio respirata qui, in uno degli atenei più prestigioso del mondo.
A volte, quando esco per pochi minuti dalla biblioteca per prendere il pranzo o mangiarmi velocemente uno spuntino, preoccupata che i rumori turbolenti ed incessanti del mio stomaco disturbino troppo il silenzio e la ricerca altrui, osservo con attenzione le foto dei professori e dei ricercatori, tutte minutamente raccolte in un piccolo quadro sulla parete: tra tanti nomi, venerabili ed altisonanti, di studiosi prima sentiti solo per fama durante qualche lezione, mi piacerebbe molto che un giorno, per adesso ancora lontano, campeggiasse e comparisse il mio nome , a coronamento di un percorso inizato tanti anni fa e ancora ininterrotto.
Di certo la mia immaginazione rimane ancora fervida ed attiva pure nella nebbiosa terra inglese, ma la mia determinazione e l’aspirazione non mancano ed, anzi, la permanenza a Cambridge le stanno sempre più risvegliando e portando alla ribalta.
Ma non temete: non mi sto prendendo troppo sul serio come potreste pensare o, peggio, seppellendo fra montagne di libri e manuali, dandomi arie da classicista attempata.
Molto spesso, anche se non si direbbe, ricordo a me stessa di essere una semplice ragazza di 21 anni ed evito che la smania di conoscere e sapere prenda definitivamente il sopravvento: per questo, dalle 5 del venerdì pomeriggio, orario di chiusura della biblioteca, l’unico scopo che io e le mie due compagne di avventura Giulia e Laura ci proponiamo è quello di divertirci e ridere in compagnia, come qualsiasi altra nostra coetanea.
E abbiamo preso molto seriamente questo impegno: lo scorso venerdì, per esempio, abbiamo degnamente salutato la nostra settimana di intensa ricerca con un buonissimo ed immancabile fish and chips, accompagnato da una buona pepsi, il tutto per la modica cifra di sole cinque sterline: tutto merito di una fantastica promozione, “friday fish”, assolutamente decisiva nel fatidico momento della scelta del pub, nella miriade di locali e ristoranti che caratterizza Regent Street, una delle vie più frequentate ed importanti di Cambridge.
E’ stato bello poter osservare finalmente Cambridge nella sua veste notturna, piena di giovani pronti a divertirsi e a godersi la loro prima serata libera nel week end: ci siamo ben mimetizzati fra loro, mentre passeggiavamo per le vie illuminate, stavolta senza il pensiero e la fretta di doverci recare in biblioteca.
E’ stato tutto merito di Laura e della sua gentilezza se ho potuto apprezzare e vedere Cambridge by night, con le sue numerose chiese e di suoi imponenti college avvolti nel manto oscuro della notte: purtroppo gli autobus diretti a Bottisham sono frequenti durante il giorno, ma non durante la sera e l’ultimo parte da Cambridge alle 18,45, davvero troppo presto per assaporare la movida universitaria.
Per fortuna, Laura si è offerta di ospitarmi per i prossimi venerdì e serate in programma nella sua ampia stanza ad Hargwick, un village poco distante da Cambridge, ma sicuramente meglio collegato del mio in materia di trasporti: nonostante le vie poco illuminate, con le luci dei pochi lampioni che producono ombre strane ed, a tratti, inquietanti, ci siamo incamminate spedite verso casa, dove ho potuto fare la conoscenza della sua padrona di casa Giulia, una donna cortese e carismatica e ringraziarla per l’ospitalità.
Dopo una lunga chiacchierata, in cui ripercorrevamo i momenti più belli della nostra giornata, un sonno profondo e ristoratore ci ha fatto subito sprofondare nel regno di Morfeo.
E ne avremmo avuto tanto bisogno, visto che il giorno dopo ci avrebbe atteso una giornata di nuovo all’insgena della cultura: avremmo partecipato all’evento celebrativo della carriera della celebre Joyce Reynolds, che la facoltà di Cmabridge ha l’onore di annoverare fra i suoi docenti emeriti.. e che io ho il piacere di vedere tutti i giorni seduta in biblioteca a leggere libri e prendere note, proprio come me, nonostante la sua età avanzata.
Ma non dovete immaginarvi una noiosa e formale conferenza, piena di topi di biblioteca intenti ad aggiornarsi sulle loro pedanti ricerche: come chiariva la brochure distribuita all’entrata, l’intenzione degli organizzatori era dar vita ad un incontro informale ed amichevole fra colleghi e l’atmosfera così serena ed armoniosa dava loro ragione!
Ancora una volta, ho potuto constatare che l’Italia, così travagliata al suo interno, dia splendida mostra di sè all’estero: molti erano gli interventi di studiosi italiani giovani ed affermati e, fra il pubblico, ho persino riconosciuto un dottorando, in cui mi ero imbattuta a Trento nel primo anno di università ad un ciclo di incontri organizzati da un’altra studentessa chi avrebbe mai potuto pensare che, da allora, lo avrei rivisto e , per giunta, proprio a Cambridge?
Ma la sorpresa più grande e gradita è stata vedere la cordialità e la disponibilità con le quali alcuni importanti studiosi, intervenuti nella mattinata, si sono approcciati a noi, timide scolarette ritrose, durante il ricco buffet, offerto a tutti i presenti, nella suggestiva cornice del lussuoso Newnham College: mi ha dato soddisfazione poter esporre il mio progetto di ricerca per la tesi ed ottenere la loro attenzione, osservare i loro sguardi intenti ed assorti mentre formulavo la mia prima opinione critica (che, a quanto pare, sembrava anche molto buona e ben fondata)
Ma la cultura non ci avrebbe impedito di assaporare ancora un pò quel sabato pomeriggio stranamente soleggiato: dopo aver ascoltato gli ultimi interventi, ci siamo ritagliate del tempo per una bella passeggiata fra prati e salici, proprio in riva al fiume, sempre percorso da allegri gondolieri che trasportano miriadi di turisti, e poi fra gli ultimi colleges non ancora esplorati.
E’ stato proprio ad una di quelli, al Corpus Christi, che abbiamo incontrato casualmente e fatto la conoscenza di Stefania, una nostra simpatica ed intraprendente connazionale che lavora come ragazza alla pari proprio qua a Cambridge, dove rimarrà fino a marzo, desiderosa di potenziare il suo inglese e di vivere un’esperienza nuova e dirompente, proprio come noi.
Non potevamo esimerci dall’approfondire la nostra conoscenza come si usa nella nostra patria, ovvero davanti ad un buon caffè, vagamente simile al nostro indimenticabile espresso: tanti gli argomenti di cui parlare e tante le affinità che ci legano a lei, conosciuta per caso solo qualche minuto prima.
Il desiderio di rincontrarsi e di rivedersi è presto sorto e , per quetso, non abbiamo tardato a scambiarci contatti e recapiti: se tutto va bene, domani si aggregherà a noi per una cena ad un ristorante italiano, De luca’s, sempre nell’affollata e multietnica Regent’street.
Ma per quel giorno le mie avventure non erano ancora terminate: il mio solito autobus per tornare a Bottisham non sarebbe passato prima di un altra ’ora e mezza ed invece di maledirmi per non aver ben controllato l’orario, ho fatto la conoscenza di un simpaticissimo ed esilarante autista di un’altro autobus, che mi ha lasciato ad una fermata proprio all’entrata del mio piccolo village.
Nonostante i pochi attimi di panico iniziale, è stato esilarante raccontare la mia bizzarra giornata a questo strano tipo, così pieno di battute sagaci ed umoristiche, capace di salutarmi alla mia discesa con un adios e di aiutarmi con tanta solerzia e premura, pur non avendomi mai vista!
Ma stavolta, non so come nè perchè, ma avevo ben piantata nel cuore la remota convinzione che me la sarei comunque cavata e tutto sarebbe scorso liscio: così è stato e ricordo la contagiosa euforia e la gioia indescrivibile con cui feci ritorno a casa dopo due giornate così splendide e piene di attività, dove anche la minima difficoltà, con un pò di calma e padronanza, si sono placidamente risolte.
Speriamo di replicare stavolta il successo della scorsa settimana: sabato, io e Laura partiremo alla volta di Brighton, per un’allegra gita tutta al femminile, in grado di darci tutta l’adrenalina e la carica di cui avremo bisogno dopo così tanti giorni di intenso lavoro.
Invece per domenica, dopo una mattinata di ozio e relax ( e, perchè no, anche di immancabili faccende da sbrigare ) abbiamo in programma un bel pomeriggio di shopping e passeggiate proprio a Cambridge: con la biblioteca chiusa, possiamo goderci la città ed i suoi graziosi negozietti in tutta tranquillità, senza l’urgenza di dover correre da nessuna parte, ma anzi con il piacere di esplorarla e conoscerla sempre meglio.
A me e Laura si unirà anche la mia nuova room‐mate, Fumni, arrivata lo scorso sabato dal Sud di Londra, dove vive con la sua numerosa famiglia, anche lei matricola fresca fresca dell’università di Cambridge: ora, insieme a Chinì, formiamo un curioso, ma unito trio e abbiamo già deciso di recarci tutte e e tre insieme a Londra il prossimo sabato.
Io non potrei essere più soddisfatta: entrambe conoscono la metropoli come le loro tasche e si prospetta all’orizzonte un’altra giornata intensa, ma divertente, senza che le battute e risate manchino mai!
Con noi si unirà anche Giulia e sua sorella, che verrà a trovarla proprio dall’Italia: sarà bello vedere riunito, in un solo giorno, le mie compagne classiciste italiane con le mie nuove coinquiline inglesi.
Speriamo solo che anche il tempo sia dalla nostra parte: è ancora difficile abituarsi ad alcune giornate dal cielo plumbeo e cupo, completamente grigio e magari accompagnato anche da una intermittente pioggerellina, però quando il sole risplende su Cambridge, illuminando i ponti e le enormi facciate dei colleges, non puoi non osservare, ammirato ed estasiato, il bellissimo panorama che la città svela davanti ai tuoi occhi e sentirtene così intimamente compiaciuto.
Fino ad adesso, nonostante le sfide e gli imprevisti di ogni giorno, pare proprio aleggiare il sereno sulla mia permanenza qua, ma spero davvero e farò di tutto affinchè questo trend positivo non si esaurisca e cercherò di cavalcarla fino in fondo. Se ci riuscirò o meno, lo potrete testare voi stessi, continuando a leggere le mie righe.
Cecilia Cozzi
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