Gli Amanti Francesi
Erano una coppia cosiddetta normale Angelo Sciacca e Laura Valentini sposati in Comune perché agnostici, niente figli per scelta di ambedue lui titolare di una scuola guida, lei insegnate di materie letterarie presso il liceo classico ‘Visconti’ di Roma. Con l’aiuto finanziario dei genitori erano riusciti ad acquistare un bella casa in via Nazario Sauro vicino all’edificio scolastico. Col passar del tempo per i due una vita non molto movimentata, un po’ monocorde: lavoro, pasti perlopiù in casa, televisione, talvolta cinema, quindici giorni di vacanza in montagna o al mare, poche amicizie Uno scossone alla loro tran tran quotidiano avvenne con l’arrivo nella scuola di Laura, di un insegnante di lingue, un giovane francese di origine italiana Henri Ferrero, i suoi parenti erano emigrati in Francia tempo addietro. Colpo di fulmine fra i due, il bell’Henri aveva conquistato da subito Laura, alto, sempre elegante e sorridente era decisamente fascinoso. Durante l’intervallo delle lezioni, seduti vicino avevano preso l’abitudine di parlarsi nella saletta dei professori. L’avvicinamento fra i due causò pettegolezzI dei colleghi e l’allontanamento dal coniuge, Laura si stava innamorando del bel francese. La situazione inevitabilmente non sfuggì ad Angelo che si vide privato del sesso settimanale con scuse speciose: mal di testa, mestruazioni, stanchezza. Prese ad investigare e trovò una professoressa, falsa puritana che fece da gola profonda. Preso atto della situazione non gli rimase che chiedere spiegazioni alla consorte la quale mise in campo la verità. Dubbio amletico di Angelo come comportarsi, scelse la via soft, era ancora innamorato di Laura e non voleva perderla. “Cara nella vita accadono fatti imprevisti, ne dobbiamo prendere atto, vorrei conoscere di persona il tuo collega, invitalo domenica a pranzo.” Laura allontanati i dubbi circa la conoscenza dei due maschietti decise di accontentare il marito, dovette vincere la resistenza del bel francese che riteneva che quella mossa di Angelo nascondesse un tranello. Una domenica mattina andò al citofono Angelo: “Sono Henri il collega di sua moglie.” Alla presentazione una anonima stretta di mano e consegna al padrone di casa di un cadeau, un accendino accettato senza entusiasmo, Angelo non fumava. Apparve Laura in un vestito rosa lungo dal collo sino ai piedi, leggermente truccata, era uno schianto. “Mes amis sediamo in cucina, non mi va di trasportare i piatti sino al salone: primo cappelletti in brodo, secondo abbacchio al forno con patate, grande insalatona, gelato, frutta di stagione, caffè. “Mon cheri diamoci del tu, hai una moglie favolosa anche in culinaria, sinceramente ti invidio.” Dopo pranzo imbarazzo di cosa fare, Angelo scelse la televisione, il programma riportava solo disgrazie e cattive notizie, spenta la TV Laura mise nell’apparecchio un CD lento molto invitante ed infatti madame invitò a ballare Henri il quale furbescamente: “Debbo avere il nulla osta del padrone di casa.” “Angelo non si fece pregare, fece cenno che non si opponeva. All’inizio i due ballavano distaccati, pian piano di avvicinarono tanto da sfiorarsi con la bocca. Il CD finì, Laura ne mise un altro e riprese a ballare. La situazione stranamente piacque ad Angelo che si eccitò sessualmente, in lui si era appalesato un cuckold per dirla all’inglese. “Caro col tuo permesso io ed Henri andiamo a fare un riposino in camera da letto.” Permesso accordato con un cenno del capo da un Angelo un pó sorpreso del suo assenso. Ripreso si decise di controllare da uno spiraglio della porta il comportamento della consorte, stava accadendo quello previsto, la signora toltosi il lungo abito rosa era in costume adamitico, corpo favoloso come pure il prossimo amante che aveva messo in mostra un ‘marruggio’ di notevoli proporzioni. Inizio con un classico sessantanove seguito da un entrata nel fiorellino bagnato, gli urletti di gioia della signora convinsero Angelo a partecipare al banchetto, non voleva essere escluso. Per non incappare nello sperma dell’amante preferì il popò che lubrificato fece molto piacere a Laura che comprese come suo marito avesse accettato la situazione. La notte non portò nessun consiglio, non ce n’era bisogno, invece portò un’altra entrata nei due buchini della dama. In seguito Henri nel tempo libero andava in casa dei due coniugi ben accetto soprattutto da Laura che baciava a lungo anche suo marito, aveva raggiunto un equilibrio difficilmente rinvenibile in una coppia: amore e piacere. A fine anno scolastico: “Ragazzi che ne dite di un viaggio nella mia natia Marsiglia?” Approvato. La DS viaggiava spedita lungo l’autostrada, alla guida Henri con vicina Laura, Angelo nel sedile posteriore ogni tanto baciava la moglie sul collo. Tappe: Firenze ‐ Genova dove i tre si rifocillarono (non si vive di solo sesso) arrivo a Marsiglia dopo venti ore, Henri ed Angelo si erano alternati alla guida, madame a riposare nel sedile posteriore. I genitori di Henri li accolsero festosamente anche se perplessi, un trio così mai l’avevano visto ma…contenti loro! Dopo un settimana i genitori di Henri si videro recapitare un invito ad una festa danzante da parte del maggiordomo di un vicino tale Alain Dubois cinquantenne ricchissimo, molto chiacchierato per la sua fama di avventuriero. Ad Alain venivano attribuiti molti affari sporchi tra cui quelli di trafficante di droga, di prostitute, di uomini e donne ridotti in schiavitù, insomma di traffichi illeciti da cui aveva tratto la sua ricchezza che, sempre secondo vox populi era notevole. Dinanzi al suo castello sostavano sia un Rolls Royce Phantom che una Mini Countryman (per la città), un parco circondava la villa con riproduzione di statue greche, di fontane romane famose, il tutto dava l’idea del lusso. Monsieur Dubois era di estrazione umile (i suoi erano stati coltivatori diretti di terreni in seguito da lui acquistati). Per la festa programmata per le ventuno di un sabato aveva fatto vestire la sua servitù con costumi tipici della Corte del Re Sole. Alla festa si aggregarono anche Henri, Angelo e Laura quest’ultima col solito modello che le metteva in risalto la parti ‘nobili’ del suo corpo, aveva solo cambiato il colore da rosa ad azzurrino, il tutto riscosse, more solito, un successo presso i maschietti presenti. Il numero eccessivo di invitati impedirono all’inizio a Laura di farsi notare dal padrone di casa che però appena la scorse la squadrò e le fece un complimento tratto da una celebre canzone: ‘La più bella sei tu!’ poi prese a ballare con lei. dandole del tu: “Di chi sei moglie?” Laura: “Niente nozze, convivo a Roma con Henry Ferrero figlio dei tuoi vicini.” “Che ne dici di farmi compagnia stanotte?” Laura si rifugiò nell’umorismo: “Soffri di insonnia? Prenditi un sonnifero”e si allontanò. Henry da lontano aveva visto la scena, si avvicinò a Laura, non fece commenti, erano inutili. Si sedettero ad un tavolo defilati dagli altri. “Non fare il geloso, anche se Alain è un bell’uomo non mi interessa.” Alle due di notte fine della festa, tutti a casa un po’ brilli di champagne, spuntò Alain che senza parlare mise al collo di Laura una collana con incastonati quelli che sembravano diamanti: “Egregio signor Dubois quelli naturalmente sono zirconi.” “Ti sbagli cara sono autentici, tu li vali tutti, la proposta che ti ho fatto è sempre valida.” “Se è autentica varrà un patrimonio, non posso accettarla.” Laura si sfilò dal collo la costosa collana, la restituì al padrone di casa. Nel frattempo si era avvicinato Henri che aveva assistito alla scena. “Cara così offenderai il dottor Dubois!” La collana ritornò sul collo di Laura felice del parere favorevole del suo amante. Marilyn Monroe aveva affermato che i diamanti sono la miglior compagnia delle donne concetto in quel momento condiviso da Laura un po’ confusa per la situazione ma soddisfatta. Altra sorpresa: la successiva domenica mattina alle dieci strombazzate di clacson sotto casa dei genitori di Henri il quale affacciatosi al balcone:”Cara c’è una Rolls sotto casa, non penso che il pdrone cerchi me!” “Al balcone: “Signor Dubois non mi ha avvisata, ero ancora a letto, ho bisogno di almeno di un quarto d’ora.” Fu precisa ed a Henri: “Col tuo permesso vado con Alain, non penso tornerò per il pranzo, avvisa i tuoi, ciao.” I padroni di casa si guardarono in viso: “Cara c’è puzza di corna per tuo figlio.” Henri era diventato solo figlio di madre. Henri ricevette una telefonata: “Carissimo (caro era diventato superlativo) Alain è molto gentile con me, siamo sulla spiaggia del Profeta, c’è un ristorante tipico, penso che faremo tardi, tu va pure a letto, buona notte.” Henri e genitori non toccarono cibo, muti nel salone davanti al televisore. Nei cinque giorni successivi il solito comunicato in cui erano riportate le località dove Alain aveva deciso di passare la notte. Finalmente il sospirato “Domani torno a casa.” Alle undici l’arrivo della Rolls davanti al portone della abitazione dei genitori di Henri, Laura sprizzava felicità da tutti i pori, mostrò i regali ricevuti da Alain: oltre alla citata collana anche un braccialetto, due orecchini, un anello, un orologio d’oro, uno al giorno segno che le prestazioni notturne erano state gradite dal signor Dubois. Henri il giorno dopo decise di rientrare a Roma, quella vacanza aveva portato ad avvenimenti non previsti anche se in parte molto piacevoli, solo in parte ma una parte molto consistente. “Henri mise i piedi a terra nel senso di rientrare nella realtà: “Mia cara pensi che indosserai quei gioielli costosissimi davanti le persone che conosciamo, non diranno di certo che te li sei guadagnati col sudore della fronte...