Gli Eterodossi
Saul di mattina presto sostava su una banchina esterna del porto di Ancona, il vento fortissimo aveva ingrossato le onde sino a forza sette, una vera burrasca. La sera prima, anche con bollettino meteo marino non favorevole Matteo e Maddalena, suoi genitori, si erano imbarcati sul loro natante a vela per un giro di pesca, la mattina dopo ancora non erano tornati a riva. Un ufficiale della locale Capitaneria di Porto a cui Saul si era rivolto aveva alzato le braccia, nessun loro mezzo era autorizzato a prendere il mare alla ricerca del natante disperso, troppo pericoloso. Saul infreddolito fece rientro a casa, tramite cellulare cercò ancora una volta di mettersi in contatto, senza esito, con i genitori. Infagottato con una muta paterna impermeabile la mattina seguente fece ritorno al solito molo, nessuna novità, inutile la sua permanenza in banchina. Dopo due giorni la forza del vento e di conseguenza delle onde erano diminuite, due vedette della Capitaneria di Porto partirono alla ricerca dei dispersi, una verso nord e l’altra verso sud. La sera tardi Saul ricevette una telefonata, la barca dei suoi genitori o meglio quello che ne restava era stata localizzata nelle acque antistanti Pescara, nessuno a bordo. I due coniugi erano molto religiosi, dopo una settimana il parroco della loro parrocchia decise di celebrare una messa in loro suffragio, Saul vi partecipò malvolentieri, era ateo e non sopportava i ‘bacarozzi’ come lui li appellava. Era stato cacciato da un collegio di preti per aver contestato con solide argomentazioni le teorie cattoliche, il fatto che aveva suscitato scalpore fra i parrocchiani, presa di posizione che lo aveva lasciato indifferente. Ora il giovane diciassettenne, si trovò a dover affrontare difficoltà economiche non previste, suo padre era impiegato al Comune, sua madre casalinga, casa in affitto. In seguito alla ferale notizia di Matteo e Maddalena dispersi in mare si fece avanti la nonna paterna Maria residente a Roma disposta ad ospitare il nipote, anche lei era molto religiosa. Anche per questo motivo Saul avrebbe fatto volentieri a meno di dover accettare la sua ospitalità ma, giocoforza, dovette aderire alla richiesta. Si diede da fare per racimolare qualche Euro con la vendita dei mobili di casa, fu stoppato dal parroco che gli mostrò un testamento di suo padre in cui risultava che tutto quello che gli apparteneva andava alla parrocchia. Saul avrebbe potuto impugnare il testamento ma non volendo avere più a che fare con i ‘bacarozzi’ preferì togliere le tende ed andare a Roma in via Carlo Felice dove la nonna era proprietaria di una villetta a due piani, non avrebbe avuto problemi finanziari. Era settembre, il giovane per proseguire gli studi si iscrisse alla quarta classe dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci, vicino al Colosseo. Avrebbe volentieri usato la Cinquecento del defunto nonno Sinesio ma l’auto era riservata solo alla nonna Maria, ci andava a fare la spesa con la cameriera Gina o per andare a ‘battersi il petto in chiesa.’“I giovani hanno buone gambe, al massimo possono usare i mezzi pubblici.” atteggiamento posto in essere dalla vecchia quando era venuta a conoscenza della poca religiosità del nipote. Saul aveva a disposizione pochi spicci per l’autobus e per andare al cinema la domenica, spesso si faceva a piedi il tragitto casa – scuola per risparmiare e comprare qualche sigaretta, il fumo era assolutamente off limits in casa dell’ava. Un sabato Saul scelse il cinema ‘Massimo’ quello con prezzi inferiori rispetto agli altri viciniori, ovviamente in platea. Non aveva nemmeno guardato i cartelloni esterni, all’ingresso in sala si accorse che era in programma un film western non di suo gradimento ma ormai…Nel posto vicino a lui una ragazza piuttosto giovane che ogni tanto parlottava con un uomo maturo, forse il padre, prudentemente Saul ritenne opportuno evitare qualsiasi approccio ma ad un certo punto sentì una mano della giovane posarsi su una sua gamba, la guardò in viso, fu ricambiato con un sorriso, dubbio amletico aveva capito male oppure…Oppure. La baby si presentò: sono Adriana, io e mio padre stiamo per uscire dalla sala, se lei vuole un passaggio in auto…” “Volentieri, io abito in via Carlo Felice.” Fuori dal cinema: “Sono Alvaro, vedo che lei è solo, lo invitiamo a casa nostra, con la mia famiglia abito in un condominio in fondo a via Appia.” Adriana si installò sul sedile anteriore, lato passeggero, della Volvo V6 dimostrazione del proprietario di possibilità economiche superiori alla media, Saul prese posto nel sedile posteriore. Dopo circa un quarto d’ora entrarono in un cortile, al pianterreno presero l’ascensore sino al quinto piano. All’ingresso in casa: “Matilde abbiamo un ospite.” L’interpellata si presentò in vestaglia: “Chiedo scusa per il mio deshabillet, come sta, venga nel salone mi rimetto in sesto e vi raggiungo.” Il salone era molto grande, sicuramente i padroni lo usavano per le feste con i loro amici, un televisore maxi in fondo alla sala. Matilde doveva avere circa quarant’anni, li portava benissimo: corpo longilineo, sorriso affascinante, capelli ramati a chignon. Si presentò indossando una gonna sopra il ginocchio, molto sopra il ginocchio ed attirò l’attenzione di Saul che fu colpito anche dalla camicetta decisamente scollata molto probabilmente senza reggiseno. “A Roma anche a settembre fa molto caldo, oggi non fa eccezione.” La spiegazione di Matilde era diretta a Saul che cominciò a capire qualcosa in merito al ménage di quella famiglia allorché anche Adriana si presentò vestita in maniera simile alla madre. Tonino, il gemello di Adriana, molto somigliante alla sorella rientrò in casa alle diciannove e, dopo le presentazioni: “Mamma perché non inviti il nostro ospite a cena, mi pare che avevi preparato delle pappardelle all’anatra ed altre buone cose.” “Dipende da lui se qualcuna l’aspetta…” “No, devo solo avvisare mia nonna con cui vivo.” “Nonna resto a cena con degli amici, farò tardi.” “Dopo le ventidue il cancello è chiuso per tutti, regolati!”. La cena era veramente deliziosa, il vino Sangiovese aveva messo un po’ tutti in allegria, in sottofondo una musica nois per dirla all’inglese, ritmo indiavolato e coinvolgente, Matilde prese per una mano Saul e cominciò a ballare sempre più stringendosi al ragazzo il cui ‘ciccio’ si alzò in tutta la sua erezione. “Sento qualcosa di buono, vieni in bagno, sono curiosa…” Aperti i pantaloni: “Quanti anni hai, vedo un gran pisello, te lo lavo e poi…” In bocca per poco tempo, Saul aveva dimenticato da un pezzo un rapporto con femminucce ed inondò la cavità orale di Matilde che ingoiò il tutto poi: “Posso fare a meno di prendere vitamine, le tue hanno un sapore dolcissimo, ci rivedremo stanotte.”Tornati in sala Saul: “Penso che dobbiate ospitarmi per la nottata, dopo le dieci non si entra a casa di mia nonna.” Alvaro: “Per favore Arianna prepara la stanza degli ospiti, vedo che a Saul è venuto un gran sonno.” Salutati gli astanti il giovane fu introdotto da Adriana in una stanza ammobiliata in stile moderno, vicino un bagnetto.”Buona notte caro, sarà per te una notte di battaglia, conosco mia madre.” Saul smise di porsi delle domande, sembravano delle persone per bene anche se molto ma molto eterodossi. La conferma delle parole di Adriana avvenne poco dopo quando Matilde si presentò in camicia da notte ben presto abbandonata, la signora con un corpo da statua greca acquisì la posizione cavalcante sopra un arrapato Saul che sentì madame provare orgasmi in continuazione, pronunziò una frase infelice: “Non è che ti senti male!” “Il mio record è undici, sono appena a cinque!” Il giovane prese sonno sino alle undici della mattina successiva quando: “Sta squillando il tuo telefonino.” “Era sua nonna: “Dove diavolo ti sei cacciato, io vado a messa, vedi se puoi seguirmi.” “Anch’io sono stato a messa con i miei amici che sono praticanti, mi farò accompagnare a casa da loro.” Bugiardone! Saul capì che era sulla strada giusta con nonna Maria, le avrebbe presentato Alvaro e Matilde per stringere un’amicizia e soprattutto per evitare futuri problemi in famiglia. E così fu: Matilde comparve a casa di nonna Maria vestita di nero dalla testa ai piedi ricevendo un’accoglienza festosa: “Finalmente mio nipote ha incontrato delle persone per bene, un giorno vi inviterò tutti al ristorante.” Saul accompagnò i due coniugi alla Volvo e ricevette una confessione incredibile da parte del capo famiglia: “Noi siamo una famiglia molto chiusa, tu sei il primo che entra nel nostro cerchio, io ho rapporti con mia moglie e con mia figlia, Tonino con la sorella e con la madre, tu ci sei sembrato subito un anticonformista per questo ti abbiamo invitato, se non accetti il nostro ménage lo capiremo, siamo elle persone fuori dalla morale comune ma molto uniti, d’altronde i rapporti interfamiliari sono sempre esistiti vedi Cleopatra che come primo marito aveva scelto suo fratello Tolomeo, mi raccomando alla tua riservatezza, se la nostra storia divenisse di pubblico dominio saremmo costretti a cambiare città in compenso, dato che da quanto tu affermi tua nonna è spilorcia, provvederemo ai tuoi bisogni pecuniari, non ho problemi in quel campo.” Saul il 3 ottobre festeggiò il diciottesimo compleanno a casa dei nuovi amici e con la presenza di nonna Maria sempre più entusiasta del nipote cui avrebbe lasciato tutti i suoi beni ma il più tardi possibile! La mattina del sabato successivo una esibizione particolare in casa: Alvaro sul suo lettone con la figlia Adriana, Tonino nella stanza degli ospiti con la madre Matilde, Saul a fare da guardone. Nel frattempo erano molto migliorati sia il suo guardaroba che il suo portafoglio. Dopo pranzo Matilde ritenne opportuno prendere da parte Saul, sempre un pò frastornato per renderlo edotto del suo menage familiare in campo sessuale: “Il nostro è un legame‘che ‘ntender non lo può chi no lo prova’ di dantesca memoria. I miei rapporti con Tonino sono come quelli di una cagnolina che ha appena partorito il suo cucciolo, a letto ci abbracciamo poi io lo bacio in tutto il corpo, lui prende in bocca una mia tetta e quando sono al massimo dell’eccitazione entra nella mia ‘gatta‘ per avere un lungo orgasmo simultaneo, nessun rapporto anale, il mio ‘popò’ è riservato ad Alvaro, con te invece è come se fossi mio marito. Padre e figlia hanno un legame simile al mio, siamo una famiglia felice anche se, per scaramanzia non uso quasi mai questo aggettivo; ‘magno cum gaudio’ posso affermare che anche tu ti sei dimostrato fuori della morale corrente, ti consideriamo uno dei nostri, ti vogliamo bene. La mater familias disse al marito che volentieri sarebbe diventata nonna e a Saul: “Datti da fare con Adriana, se nascerà un maschietto lo chiameremo Leone, se femminuccia Aurora, i miei genitori ne sarebbero contenti.