Guerra, odio e la fine che non ti aspetti
Razzismo, intolleranza, divisione: guerra!
Odio, vendetta, rancore: guerra!
Risentimento, malcontento, ignoranza: guerra!
Protezionismo, allarmismo, paura: guerra!
Uguaglianza, fratellanza, sospetto: guerra!
Amore, piacere, benessere: guerra!
E via discorrendo, un elenco infinito di combinazioni portavano sempre allo stesso risultato: guerra!
Guerra di terra e di mare, guerra tra ricchi e poveri, guerra tra popoli e guerra civile, guerra con le armi e guerra psicologica, guerra tra fratelli e vicini: guerra, guerra, sempre guerra.
Era seduto davanti al suo elaboratore e la risposta era sempre uguale, l'uomo e la guerra, in qualsiasi epoca, contesto sociale e latitudine; la razza umana e la guerra erano ovunque. Eppure il programma che aveva preparato prendeva in considerazione un sacco di parametri, ci aveva lavorato parecchio e forse era giunto ad una conclusione: la guerra nella storia dell'uomo funge da motore del progresso e fa parte della sua cultura, la distruzione porta alla ricostruzione, la morte alla nascita di nuove generazioni, ma porta anche terrore e devastazione, lacrime e disperazione, divisioni, incomprensioni e morte, tanta morte.
Presi singolarmente gli esseri umani non parevano guerrafondai, a parte qualche eccezione difettosa: amanti di pace e tranquillità, adorano fare l'amore e mangiar bene, godono tanto a creare quanto ad oziare, apprezzano le bellezze della natura e curano la propria prole amorevolmente, a parte qualche tremenda eccezione. Ma allora perché fanno la guerra e litigano per ogni piccola divergenza?
Inserì altri parametri nel programma, restringendo il campo ed eliminando alcune parti che non gli sembravano coerenti con il prospetto che stava creando. Spostò la sua attenzione su altre situazioni e dopo un po' richiamò tutti i dati e li incrociò nuovamente per avere altre risposte: guerra! La risposta era sempre identica.
Sbuffò sconsolato mentre sua moglie stava preparando la cena e un gradevole profumo diffuso per la casa lo fece tornare di buon umore, decise quindi di concentrarsi sul cibo. A tavola lui e la moglie mangiarono in silenzio, da quando l'ultimo dei sei figli aveva lasciato la casa succedeva spesso; preferivano mangiare con calma per poi scambiare quattro chiacchere davanti ad un caffè o ad una tisana calda. Quella sera optarono per il caffè, lui voleva restar sveglio e continuare il suo lavoro.
"Procede bene il tuo programma?" Chiese la moglie.
"Non più del solito. Ho incrociato centinaia di dati e parametri e sono giunto alla solita conclusione, guerra. A quanto pare agli uomini è sempre piaciuta la guerra, li ha sempre attratti, fin dagli albori della vita. Guerre senza tempo, sanguinarie. Non capisco come una razza progredita abbia potuto continuare a fare la guerra fino al limite dell'autodistruzione totale, mi sfugge qualcosa; dove ho sbagliato? Cosa devo fare per correggere gli errori?" Lei stava sorseggiando il caffè ancora fumante, quel profumo e quell'aroma forte la facevano sentire vicino ai tempi passati. L'accanimento del marito nella ricerca di una risposta alla tragedia umana era ammirevole e lei dopo molti tentativi per dissuaderlo si era abituata all'idea che lui sarebbe vissuto per il resto dei suoi giorni nel vano tentativo di dare una spiegazione logica all'irrazionalità umana. La bevanda calda le aveva rinfrancato l'animo oltre al fisico e si rivolse a lui con amore "Hai mai pensato che qualcuno abbia giostrato sull'incapacità degli uomini di decidere autonomamente il prorpio destino?" "Cioè?" Chiese lui "Non so, hai previsto che qualcosa possa esserti sfuggito di controllo, magari inavvertitamente non hai calcolato delle situazioni anomale e il progetto ti è scivolato di mano, chissà?" Lui aveva imparato ad ascoltare la moglie, sempre. Le sue osservazioni erano fonte di riflessione e lavorando sulle impressioni della donna riusciva spesso a risolvere le cose a suo favore e anche questa volta un campanello d'allarme cominciò a suonare nella sua testa "Hai ragione, devo aver sbagliato qualcosa e forse sono in tempo a porre rimedio ai miei errori" E mentre lei finiva la sua bevanda calda lui corse alla sua scrivania.
"Allora!" Parlava da solo per riordinare le idee "Tutte le razze terrestri lottano per la sopravvivenza ogni giorno. Cercano il cibo, lottano per procreare, difendono il territorio, allevano la prole e interagiscono con la natura: si adattano alla Terra e la Terra a loro. Si, più o meno è così. Poi immettiamo una nuova razza, una razza diversa che prenderà il dominio del pianeta, ha l'intelligenza e successivamente i mezzi per manipolare la natura a suo piacimento, non interagisce con la Terra, la sfrutta a suo piacimento e lei sopporta stoicamente tutte le angherie a cui viene sottoposta" Prese fiato poì ricominciò il suo monologo "E' tutto documentato, miliardi di dati confermano ciò che sto asserendo, senza ombra di dubbio. Il continuo bisogno di nuove ricchezze e la smania di potere creano nell'essere umano una competizione inesauribile e i poteri forti manipolano le masse a proprio piacimento giostrando le loro esistenze" Sbuffò accasciandosi sulla poltrona "Ed ecco che ha ragione mia moglie, in pochi gestiscono le sorti dell'umanità intera, ma io non voglio. Devo creare qualcosa che cambi la loro natura o la Terra sarà finita" Si concentrò cercando una soluzione a quel grosso problema, sapeva che se non fosse riuscito a risolverlo la sua creatura avrebbe avuto vita breve. Rimuginò a lungo e quando la stanchezza lo sorprese si addormentò reclinando la testa all'indietro. La moglie si accorse della cosa ma evitò di svegliarlo, lui le aveva sempre detto che era in quei momenti che la sua mente lavorava meglio. Infatti anche in quell'occasione ebbe delle visioni e dopo aver riposato si svegliò che era mattina e si diresse in cucina a preparare il caffè, nero e forte. Sua moglie fu destata dall'intenso aroma che riempì le sue narici e con calma si apprestò a raggiungere il suo uomo; lo trovò sorridente, intento a versare la forte e calda bevanda nera che tanto piaceva loro.
"Buongiorno tesoro, ben svegliata. Dormito bene?" Chiese lui con affetto "Si, ma ho avvertito la tua mancanza vicino a me, notte di ispirazione?" Lui non rispose, si concentrò invece nel rito del caffè servendolo nelle loro tazze preferite accompagnato da dei cioccolatini di ottima fattura. La donna ormai lo conosceva bene, tutta quella manovra solitamente annunciava novità e dopo pochi istanti lui confermò quella sensazione.
"Amore, ho risolto il problema!" Disse deciso ma senza trionfalismi. Lei lo osservò compiaciuta, sapeva che avrebbe trovato un rimedio ai suoi errori; quindi con un cenno della mano lo invitò a parlare apertamente e lui proseguì "Innanzitutto il problema non è l'essere umano, ma sono io che ho programmato una razza nella convinzione di farla simile a noi e di conseguenza priva di capacità distruttive o autolesioniste. Purtroppo ho sottovalutato una semplice legge naturale; qualsiasi essere vivente, di qualunque specie o razza, una volta al mondo si evolve in modo autonomo. Se ne possono controllare crescita e sviluppo ma con il passare dei secoli ogni realtà vivente prende la propria strada e autonomamente sviluppa pregi e difetti. Purtroppo io mi sono arrogato il diritto di fare delle scelte per gli umani, modificando spesso il corso della storia nel vano tentativo di correggere i miei errori, ma più cercavo di porre rimedio ai miei sbagli e più creavo confusione, fino a quando il programma mi è sfuggito di mano e ha cominciato a svilupparsi autonomamente arrivando al punto che non riesco più a gestirlo" La moglie capì che aveva finito, adesso doveva solo chiedergli come avrebbe risolto quella faccenda, sapeva che lui si aspettava che lei facesse la fatidica domanda, quindi non lo fece attendere oltre e chiese "Dunque alla fine c'è l'hai fatta. E dimmi, come farai a risolvere tutto?" Lui allargò la bocca in un largo sorriso "Ma è semplice" Lei adesso lo fissava con aria impaziente e lui si affrettò a concludere "Certo cara, la cosa è semplicissima. Terminerò il programma, lo cancellerò. Il progetto colonizzazione della Terra verrà cancellato per sempre" Lei deglutì sonoramente "Vuoi dire che cancellerai secoli di lavoro perché non riesci a gestire la cosa?" La donna non credeva a ciò che aveva appena udito ma lui confermò "Esatto. Questa strana razza, la razza umana che con tanto impegno e dedizione ho messo sulla Terra per farne la loro casa, non merita di esistere, sta distruggendo il pianeta e tutto ciò che ne fa parte. Ma io in un batter d'occhio risolverò il problema alla radice, resetterò tutti gli umani sulla faccia della Terra e il pianeta tornerà a respirare" Era davvero convinto di ciò che diceva e la donna si emozionò. Suo marito ogni qualche decennio arrivava a quella conclusione, deciso a spazzare via dalla Terra tutta la razza umana, dimenticando che senza di essa lui non aveva ragione di esistere, gli uomini erano la sua vita e il programma per l'umanizzazione del pianeta, che in principio era stato concepito come passatempo, adesso era diventata per lui una missione, una sorta di linfa vitale. Attese dunque che lui si calmasse e che procedesse ad escogitare qualche nuova diavoleria per estirpare la razza umana dal pianeta, per poi pentirsene e conseguentemente cercare di porvi rimedio "E dimmi caro, come pensi di agire per porre termine alla tua creatura?" Lui non rispose ma si limitò a baciare sulla fronte la moglie per poi dirigersi verso la sua postazione di lavoro invitandola a seguirlo, aveva avuto un'idea.
"Eccoci qua!" Esclamò "Cos'è che desiderano di più gli umani? Potere, ricchezza, salute. Ma anche bellezza, amore e odio. Inconsciamente pero c'è una cosa che desiderano ma che sanno di non poter avere; la vita eterna. E allora fanno di tutto per accelerare il loro trapasso: guerre, malattie, omicidi, incidenti e tutta una serie di cause e concause che li portano verso la loro irrimediabile fine. Ma non tutti subiscono queste ingiustizie e nel mondo c'è chi vive bene e chi male, chi a lungo e chi meno. Io risolverò questo problema dando a tutti gli esseri umani pace e ricchezza, e una vita eterna" La moglie lo guardò accigliata, dove era finito il proposito di sterminio? Infatti lui si affrettò a precisare "Questa volta ho deciso di preservare la razza umana, basta guerre e ingiustizie, nessuno dovrà più soffrire e tutti saranno felici della loro esistenza. Non sono riuscito a debellare il male e nonostante c'è l'abbiano messa tutta non si sono ancora autodistrutti completamente, quindi tanto vale azzerare le loro emozioni e farli vivere nella loro apatia tra agi e ricchezze, in eterno." Lei lo aveva lasciato parlare, lui era un brav'uomo ma a volte usciva di senno e perdeva il senso pratico della realtà, allora, come sempre, si rivolse a lui con amore e delicatezza "Caro, stai dicendo che vuoi un mondo popolato da zombie? Mi stai dicendo che preferisci vedere tutti gli umani ridotti ad unità molecolari atte solo a sopravvivere ma non a vivere? Tutto ciò ha senso?" Lui stava già tentennando "Amore, dimentichi che gli umani hanno anche tantissime belle doti e capacità? Sanno amare profondamente, hanno ingegno e inventiva e tanta forza di volontà, e soprattutto hanno una cosa che li rende creature eccezionali: sono unici. Pur nella loro somiglianza ogni essere umano è unico, ha la propria personalità e non è replicabile. Il tuo intento di renderli felici, pur se ammirevole, li renderebbe simili a steli d'erba: belli, verdi e sani ma tutti tremendamente simili e ciò renderebbe la loro vita monotona, senza senso, allora si che si estinguerebbero davvero. Io ti consiglierei qualcosa di diverso" Lui adesso pendeva dalle sue labbra e la fissò intensamente "Che ne dici invece" proseguì lei "Di aiutare la tua creatura in altro modo? Cerca magari di introdurre in loro una maggiore apertura mentale, più tolleranza e rispetto verso l'ignoto. Maggiore autocritica e meno falsità inducendoli a pensare e agire in maniera più razionale in certe occasioni e lasciando loro il dono della libertà di amare. Aiutali ad abbattere le barriere dell'odio che li separano e vedrai che le cose miglioreranno da sé, senza un tuo intervento radicale" Lui tergiversò per qualche istante e poi rispose sconfortato "Ci ho già provato parecchie volte, anche inviando tra loro chi potesse ridestare i loro animi assopiti da secoli di guerre e odio, ma tutte le volte hanno travisato i miei messaggi e si sono arrogati il diritto di storpiarli a proprio piacimento" "Forse non erano pronti" Ribatté lei "Non sono mai pronti e quando sembrano esserlo ecco che salta fuori qualche pazzoide che rovina tutto" "Io credo che tu non ti debba arrendere, sai che alla lunga il tuo amore per loro avrà ragione su tutto e tutti, devi solo avere pazienza e trovare il modo"
Pianeta Terra, città di Gerusalemme.
Da giorni si sentivano solo i rumori delle bombe e le raffiche delle armi da fuoco e nei pochi attimi di tregua le urla disperate e strazianti dei feriti si mescolavano con quelle dei sopravvissuti che piangevano i loro morti. A nulla erano serviti i moniti di tutte le più alte cariche politiche e religiose, la nuova guerra santa era scoppiata in tutta la sua violenza e mai come prima si poteva definirla una nuova guerra mondiale. Infatti oltre ai tre schieramenti storicamente contrapposti in quell'area geografica anche molte altre razze e fedi di tutto il mondo avevano aderito a quella pazzia, alleandosi chi con una, chi con l'altra fazione. Gerusalemme era diventata il teatro di quella carneficina e nessun appello al cessate il fuoco veniva raccolto. Quel giorno però fu proclamato un cessate il fuoco congiunto per permettere di raccogliere i propri morti e curare i feriti e gli ammalati e nonostante gli insanabili attriti i capi delle tre fazioni contrapposte decisero di incontrarsi per provare a porre un limite a quel massacro. Circondati da guardie armate fino ai denti i tre, due donne ed un uomo, provarono ad esporre le proprie condizioni e le proprie obiezioni, ma non c'era modo di farli ragionare, sembrava impossibile farlo,quando però, dal nulla, apparve una donna in lacrime e stravolta dal dolore. Nessuno capì come avesse fatto a superare lo sbarramento di guardie che circondava il perimetro della stanza e la donna cadde a terra. Immediatamente le guardie, con le armi spianate, si avvicinarono minacciosamente alla donna, ma sorprendentemente furono i tre leader a fare scudo all'unisono con il loro corpo e le guardie, essendo nemiche tra loro, in un primo momento non abbassarono le armi ma poi visti gli sguardi determinati dei loro capi tornarono ai loro posti senza batter ciglio. Le due donne si accorsero subito che la donna era in avanzato stato di travaglio e decisero di far nascere la creatura lì, immediatamente. L'uomo, chiaramente in imbarazzo, chiese cosa potesse fare per rendersi utile e le due lo invitarono ad andare a cercare dell'acqua pulita. Obbedì senza obiezioni e quando tornò la giovane donna teneva in braccio una splendida bambina mentre le altre due, visibilmente emozionate, stavano piangendo "E adesso cosa facciamo?" Chiese lui spiazzato da quella situazione "Adesso ci sediamo al tavolo e trattiamo la tregua, una volta per tutte" Risposero contemporaneamente le due donne "Lei è la nuova portatrice di pace e sarà il nostro faro per gli anni a venire"
Sono passati mille anni da quel giorno e sulla Terra regnano pace e prosperità. La piccola è cresciuta ed è tutt'ora viva e viene venerata da tutte le razze presenti al mondo. Gli umani hanno conservato ancora buona parte dei loro difetti e ci sono ancora profonde distinzioni sociali e razziali, ma la venuta della piccola ha dato speranza e coraggio a tutti che pian piano hanno compreso di poter vivere dignitosamente la propria esistenza in qualsiasi contesto e situazione.
"Allora cara, cosa ne dici? Sono passati mille anni da quel giorno in cui abbiamo inviato sulla Terra la nostra creatura e hai visto, va tutto per il meglio, sei contenta?" "Certo tesoro, certo " Rispose lei sbuffando "Perché parli così?" Chiese lui incuriosito "Mi chiedo che fine faranno quei poveracci quando ti sarai stufato di giocare al Padre Eterno"