Gusti Particolari
GUSTI PARTICOLARI
“Caro non ho sonno, domani è domenica, vado a far compagnia a Eloisa… si bonanotte, questo è partito!” Berenice Perrotta era donna piacevole, fisico da atleta, aperta nel linguaggio, anticonformista, insegnava lingue nella scuola media Fagnani di Senigallia in quel di Ancona, era apprezzata sia dal preside che dai colleghi, soprattutto maschi. Col marito Michelangelo Montanari anche lui docente nello stesso istituto di materie scientifiche aveva acquistato un’abitazione in Lungomare Mameli. D’estate era un piacere raggiungere la spiaggia in costume da bagno senza doversi vestire, solo una cabina in affitto, un ombrellone e due sedie a sdraio. Ora, in inverno la situazione era ovviamente diversa, vento di maestrale il ‘Montanaccio’ forza cinque spingeva le onde sin sulla strada. Berenice chiamò per telefono l’amica Eloisa: “Cara qui vicino a me c’è uno che ronfa alla grande, io non ho sonno, che ne dici se vengo a farti compagnia?” “D’accordo.” La porta dell’ingresso al piano superiore era aperta, all’interno dell’abitazione un piacevole tepore, i riscaldamenti andavano al massimo. “Scusa se sono in dèshabillè, ma mio marito è freddoloso, sta dormendo nudo come un verme, spengo i riscaldamenti.” Eloisa era in reggiseno e slip, longilinea, ben proporzionata, grandi occhi marroni, seno non eccessivo, un tipo. “Andiamo in salotto, Ottavia e Gustavo dormono nella loro stanza, un giorno di metterò al corrente della loro storia. Per ora dimmi qualcosa di piacevole, tutte le persone con cui ho contatti si lamentano per motivi vari: salute, soldi che non bastano mai, litigi con i familiari, nà lagna continua.” “Io sono anticonformista per natura, cerco di prendere il meglio di quello che offre la vita, recentemente ho firmato una petizione a favore della lega LGBT – comunità Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, i soliti amici conformisti non hanno apprezzato il mio gesto ribadendo la loro condanna totale, i bacia pile!” Eolisa si era avvicinata col corpo a quello di Berenice, sentiva il suo profumo di donna, ubriacante, ambedue provarono la stessa sensazione di piacere, presero a baciarsi in bocca e poi rimasero senza veli, per ultimo si dedicarono ai fiorellini che risposero alla grande. Le due rimasero per molto tempo abbracciate, le nuove sensazioni, mai provate le avevano lasciate distese e soddisfatte. “Ritorno a casa Michelangelo potrebbe essere in pensiero.” L’ultimo bacio per rinsaldare la nuova ‘amicizia’ e poi ritorno al talamo coniugale. Il marito premuroso aveva lasciato accesa la lampadina dell’abat jour, era ancora imbambolato dal sonno, Berenice volle metterlo al corrente della sua nuova avventura ma si accorse che il buon Mike rispondeva solo a grugniti…meglio lasciar perdere. “Caro è passato mezzogiorno, sveglia!” “Ieri sera non ho capito gran che di quello che mi hai raccontato, ero nel torpore totale…” “Datti una smossa tra poco Ottavia e Gustavo saranno a tavola.” Padre e madre tempi addietro insegnavano in scuole lontano da Senigallia, la giovane Ottavia ora quarantenne era l’ottava figlia di un contadino che coltivava un terreno nei pressi, Berenice l’aveva assunta per accudire suo figlio appena nato. Ottavia col tempo si era affezionata al pupo, partecipò ai suoi studi anche negli anni successivi, lei aveva conseguito solo la licenza elementare, approfittò dell’occasione per dare gli esami di scuola media ed in seguito anche quelli per conseguire la licenza di liceo classico. Un pomeriggio Ottavia non vedendo per molto tempo il ragazzo lo trovò seduto sul water che si masturbava…non aveva mai pensato a quel lato di Guy, chiuse la porta del bagno e si mise a riflettere: ‘Il giovane spinto da ormoni maschili aveva sentito il bisogno di sfogarsi sessualmente, forse esagerava in quel nuovo campo. Senza scomodare i genitori prese una decisione: avrebbe provveduto lei alle ‘esigenze’ del giovane Gustavo. Il ragazzo all’inizio rimase perplesso, considerava Ottavia un po’ sua madre ma poi la vide come donna, peraltro piacevole ed aderì alle sue avances, solo un limite, non più di due volte alla settimana, niente più masturbazione. Ottavia iniziò la relazione con passaggi in bocca sin quando non passò un mese dall’assunzione della pillola anticoncezionale e poi via libera in fica e successivamente anche nel popò, gran goduria per entrambi. La relazione migliorò anche il profitto scolastico dei due con gran sorpresa dei genitori di lui. Berenice si accorse della tresca, prese da parte Ottavia: “Confido su di te, non voglio avere né guai né scandali!” L’incontro fra Berenice ed Eolisa portò ad un legame più stretto anche con i mariti che, quando liberi dal servizio cominciarono a frequentarsi soprattutto a tavola, di contro Guy ed Ottavia andavano spesso a trovare la famiglia di lei. Dopo una cena a base di pesce confezionata dalla neo assunta cameriera Mariola, i quattro anche a seguito dello ‘scolamento’ di due bottiglie di Verdicchio dei Castelli di Jesi erano su di giri: Mariola se ne accorse, prima di andar via: “È meglio che andiate a dormire, siete un po’ sbronzi!” ‘In vino veritas’ il detto latino si adattava alla situazione che si era creata, aveva allontanato tutte le inibizioni, Berenice che: “Che ne dite di un ‘wife swapping’ e dopo una risata, “Mia cara qualora dovessi accettare la proposta devi sapere di un piccolo particolare…nel senso che mio marito ce l’ha proprio piccolo!” Dopo un attimo di silenzio: “Io talvolta ho avuto sensazioni spiacevoli col marruggio di Samuele, un cambiamento sarà ben accetto.” Prese sottobraccio il calunniato Sam e lo trascinò nella camera matrimoniale dei padroni di casa. “Tua moglie non capisco per quale motivo ti ha voluto sputtanare, immagino quanto gli uomini tengano alla loro sessualità, ti ha trattato peggio di Figaro: calunniato, avvilito e calpestato, voglio farla completa, togliti tutto, te lo lavo io, avvicinati al bidet…vedi che si sta allungando, ce l’hai più piccolo di diametro ma non è detto che…” Samuele entrò nel fiorellino, alla fine col suo piccolo ma più lungo arrivò al collo dell’utero di Berenice, lo schizzo dello sperma le fece provare una sensazione piacevole mai provata prima, l’interessata era gongolante: “Voglio provarlo pure nel popò, ogni volta mio marito mi fa un male cane…” Anche l’immissio penis in culum’ebbe buon esito solo piacere, niente dolore, la profetica Bere era stata smentita. Samuele sempre su richiesta di Berenice passò al cunnilingus, ancora una volta l’interessata rispose, alla grande. Michelangelo pensò bene di partecipare anche lui al piacere, insieme ad Eolisa andò a casa sua, ambedue nella camera matrimoniale, il padrone di casa per dimostrare la sua superiorità sessuale entrò subito in vagina e dopo un orgasmo passò al posteriore, per Eloisa solo dolore, era stata così ripagata della sua malignità precedente. Guy ed Ottavia rientrarono a casa, notarono qualcosa di diverso dal solito, luci accese dappertutto senza gli interessati in vista: “Cara domani debbo rappresentarti qualcosa di nuovo.” “Ormai ti leggo come un libro aperto, vediamo se ci indovino, all’Università hai conosciuto una tua compagna con la quale vuoi allacciare una relazione, ho sempre immaginato così la fine del nostro legame.” “Si chiama Cinzia Cavallotti, ha la mia età, è figlia di un ricco proprietario terriero della zona, è molto timida, arrossendo in viso mi ha confessato di essere innamorata di me e di voler un figlio, sua madre vuole diventare nonna, sono sincero: fisicamente non mi piace gran che ma tu capisci che prima o poi…” “Capisco che prima o poi!” Gustavo non accettò di maritarsi in chiesa, era ateo, la madre di Cinzia aveva parlato con un venditore di fiori per addobbare la chiesa, tutto a monte tranne una abitazione completamente arredata acquistata dal padre di Cinzia per gli sposi. Guy immaginò che Cinzia fosse vergine, lo era ma aveva una paura tremenda del dolore che avrebbe provato la prima volta, ne fece partecipe Guy che: ”Cara quando ti sentirai pronta fammelo sapere, buona notte.” Passarono quindici giorni poi Cinzia si decise al passo supremo, la novella sposa volle spegnere tutte le luci della camera da letto, solo la fioca illuminazione di un lampione che penetrava dalla finestra, malgrado la delicatezza di Guy la sposa si sciolse in lacrime, finalmente Cinzia era diventata donna. Guy mise a fuoco la situazione: dopo che la compagna era rimasta incinta riprese ad alloggiare nella vecchia casa, la suocera avrebbe fatto compagnia a sua figlia per sempre. Nacque una femminuccia, gli fu imposto il nome della nonna, Nives solo che la bambina non aveva nulla in comune col suo nome che vuol dire neve, era nera come un tizzone!