Herculeanus Camponatus
«Sentito che roba?».
Sì! Favolosa.
«Chissà da che pianta viene.
Mai incontrato prima un cibo più sofisticato».
Nemmeno io figurati.
«Sai che felicità e che sollievo per le nostre compagne.
Impazziranno in senso buono se scoviamo da dove viene e ne portiamo a casa un botto. Una montagna n'andrebbe consumata. Troppo diverso dal solito. Troppo esotico e. Ed anche sostanzioso e. E dal sapore entusiasmante. Che con robe così perfino le difese immunitarie salirebbero allo zenit.
Immaginati d'inverno.
Un freddo cane e bufere d'intemperie assortite, di fuori. Desolazione assoluta, ghiaccio e neve dappertutto nel prato e sul bosco e noi sotto al caldo ed a farci indisturbate ed in sicurezza i cavoli nostri, mangiando codeste delizie accompagnate dal miele delle api di Woodstock.
Sai che festoni uscirebbero.
Giù a ridere e scherzare belli cotti e nessuno, proprio nessuno intendo, a preoccuparsi per il futuro o a lamentarsi dell'incombenze della vita.
Dai dai.
Diamoci da fare, finiamo dopo di sgranocchiare il nostro.
Ora.
Ora concentriamoci sul cercarne altro.
Via via» e. E niente. Oramai è assodato. Oramai è assodato. Sono un matto.
Ufficialmente e nettamente.
Perché?
Perché, mi crediate o meno, il sopra seduto dialogo l'ho sentito fare poco fa, con le mie orecchie, a due formiche, della razza appunto riportata nel titolo e dal vivo in diretta.
Che felicissime avevano ritrovato, fra i miei piedi, dei semi di sesamo tostato, caduti dal panino che stavo affondando seduto sulla sedia in giardino e. Ed in origine su di lui panino stazionanti fra i bruni della crosta i. I semi.
Ed a ciò si sono agitate tantissimo e rizzavano l'antenne e guardavano intorno concentrate ed evidentemente emozionate in preda a vera sorpresa. Credo il loro stupore derivasse dal tostato che. Che tutti sanno rendere veramente squisiti taluni semi, mentre, ancora credo, il dialogo l'abbiano udito pari pari le mie orecchie dormendo mentre io ero sveglio.
Che quando dormono le mie orecchie si sentono in diritto di sognare al che. Al che io guardo una scena ed odo il sonoro che mi piacerebbe nella realtà avesse quella scena e.
E se loro sognano, sognano parole chiaramente. File di parole e quindi filosofie e magari.
E magari giusto le parole e le filosofie, che vorrei lasciassero il sogno per diventare pure consapevolezza e consuetudine umana e non solamente di formica o.
O forse sognano no.
No no fermo!
Stavolta non voglio andare avanti nel fantaimmaginare.
Questo racconto è completo qui.
Lo trovo completo questo racconto.
Lo sento completo come dire d'orecchio.
Che a volte uno scritto è completo di pancia, altre di testa o di cuore o di forme e questo. Questo d'orecchio.
Le formiche me l'hanno riempite infatti di musiche soavi.
Hanno detto tanto dell'affrontare la vita da razza ed illustrato quanto e come le persone dovrebbero ragionare d'insieme, tale purtroppo al momento fanno solo nei miei di sogni e. E non ho bisogno d'altro per essere contento anche per oggi d'aver scritto qualcosa. Non ho bisogno d'altro.