Ho incontrato un libro
Incontrare un libro? E' il tuo occhio che sceglie, fra tanti, la tua mano che accarezza. Che dici, c'entro? Hai quasi timore di un sacrilegio. E' usato. Da chi? Quanti anni? 1923... Quel graffito a penna...una proprietà: Merola Camillo. Una vita, un essere, un inizio e una fine, sicuramente. Quanto gli resta, ora...Niente! Forse si dovrebbe bussare, prima. Chiedere permesso di questa invadenza. L'ho fatto, con la mente. Questo libro, acquistato un giorno da Camillo. Letto nelle pause di una giornata di sole, di pioggia? Quella data a penna: 23/V/1923. Perchè quel giorno? A che ora? In solitudine o commentato con chi gli stava accanto? Una ragazza, una signora d'età? Eppure, a volerlo, si odono voci, se si fa silenzio. Parlano come in un sogno, ma non ne recepisco le parole. La mia mano può sentire ancora le vibrazioni di quei momenti, nel mutar pagina. La carta non ha perso il suono d'allora. Lo stesso, medesimo fruscio . La stessa forza d'applicare alle dita, per lottare contro la rilegatura forte, che lo fa chiudere. A pagina 56, quelle macchie marroni. Sono impronte digitali sovrapposte. Cosa aveva toccato mai? Cos'era accaduto, da non poter rinunziare a quelle tracce visibili, uniche, in un libro così curato? L'uscita da un gioco, da un toccare incauto di cibo, il sudore rubato di una carezza? Finisco sempre egoisticamente a pensare ai miei libri, pieni di indizi, di graffiti di felicità e di dolore. AL FUOCO... AL FUOCO, PER PUDORE.