Hotwife: Ceduta al Bull
8 – La Regina si diverte.
Però Francesco, ormai al settimo cielo, ci sorprende con un ardito colpo di mano, anzi... di bocca: volta la testa dall’altra parte e, restando con le mani sulle mie cosce, approfitta del cazzo di Dario che, in realtà, si trova vicinissimo alla sua testa.
Il grosso pene di mio marito, spunta tra le gambe, nulla lo trattiene, ballonzola nel vuoto a ogni movimento del corpo, come una canna da pesca...
Francesco lo rintraccia mentre sciabola nel vuoto e lo agguanta con le labbra. Senza vergogna, senza preliminari, come un coccodrillo assalta la preda, aggancia il glande e se lo piazza in bocca. Dario, impreparato si blocca per un attimo; siamo sorpresi ma non lo tira fuori.
Nei contatti Francesco aveva fatto molti apprezzamenti, tali da farci capire che non aveva remore riguardo ad una certa bisessualità, ma vedergli prendere in bocca il “coso”, all’improvviso, sortisce un bell’effetto sorpresa...
Intuisco la perplessità di Dario: teme che la cosa, fuori dagli schemi che avevamo preso in esame, possa crearmi un certo fastidio...
Godendo del mio ruolo di “Regina”, percepisco di nuovo l’importanza del mio ruolo. Devo essere io a decidere!
Quei corpi sudati coi loro cazzi infervorati sono li, al mio completo servizio, felici di servire e di soddisfare i miei desideri di primadonna.
Allungo una mano verso il membro di Dario, lo prendo dalle palle e lo tengo fermo, con l’altra mano concedo una carezza al viso rasato del signor Francesco, poi con delicatezza ma con fermezza, raggiungo con le dita la sua nuca e lo spingo verso il bacino di Dario, Francesco non oppone resistenza e con voluttà inaudita, cede spazio fino alla gola al membro maschile.
Dario apprezza la mia concessione e se la gode, preme in bocca all’estraneo, che non si arrende e non si tira indietro.
E’ molto abile, e nonostante le dimensioni e la durezza, gestisce con maestria la penetrazione, facendosi entrare il pene tutto quanto. Dario esagera, è troppo arrapato, preme senza ritegno... si sente molto maschio, lo immagino. Francesco resiste bene alle spinte senza perdono ma quando Dario si ferma dentro, bloccandogli il respiro, cerca di resistere fino allo spasmo, poi con un sussulto, deve arretrare... rischia di soffocare e tossisce disperato
Ormai non ci sono più regole tra di noi.
Francesco affonda la bocca che gronda liquido, sulle mie mutande che sono altrettanto bagnate, mi morde il monte di venere senza farmi male, Dario gli preme il cazzo sulla nuca, mentre se lo masturba.
‐ Aspetta, ‐ gli dice – ora ti faccio leccare la figa di mia moglie... – Facendosi spazio con le mani, mi toglie le mutandine, lasciandomi completamente esposta, a pochi centimetri da quell’uomo che quasi non conosco.
Mi piace! Divarico le gambe in maniera oscena, voglia che veda quanto è liquido il mio spacco in questo momento. Francesco comincia a bermi. Prende a succhiare con le labbra, mescolando la sua saliva al mio liquido trasparente e profumato.
Dario, senza ipocrisie, fa un favore a quel porco che pasteggia sulla mia figa e la spadroneggia con la lingua, gli apre la cintura e gli toglie i calzoni. Francesco lascia fare, gli apre lo spacco dei boxer; il pene di Francesco è a tre quarti, gonfio e rosso, non enorme ma gradevole.
Dopo che Francesco gli ha fatto il pompino, mio marito si sente più libero di agire, senza problemi glielo prende in mano, tirando fuori anche la grossa sacca coi coglioni.
Guardo la scena eccitata, ecco... ora i “miei” cazzi sono due...
Vedo che Dario: nel manipolare il maschio, finge un certo distacco, ma io so che anche lui non disdegna il rapporto con un altro uomo. Allungo la mano, voglio conoscere anch’io la “consistenza” di Francesco. Nonostante sia anziano, sentendo tante sollecitazioni, continua ad inturgidire l’erezione finché, in mano, mi ritrovo una verga notevole. Decido: voglio che Dario lo assapori.
‐ Prendilo in bocca – intimo a mio marito – dai... – lo incito.
Dario ne ha una voglia matta, ora che può fare ciò che desidera, ne approfitta... Siede sul divano, al mio fianco, e fa in modo che Francesco, molli la figa e si metta dritto in piedi.
Rispetto a Dario, sono molto più in basso, sono poggiata sulla schiena col sedere quasi fuori, resto là, languida... mi concedo una pausa contemplativa.
Ora l’uomo è davanti a noi, mio marito gli toglie le mutande.
Il prepuzio, anche se parzialmente, copre ancora il glande; sulla testina una gocciolina trasparente, di piacere. Dario si avvicina delicatamente, lecca, poi succhia...
‐ Umh! – ho un sussulto violento appena vedo mio marito fare il “bocchino”: uno spettacolo terribile e affascinante al tempo stesso.
Dario tende la mano, cerca la mia, poi si avventura oltre, arriva alla vulva. Me la spalanca con le dita, mi tira verso l’alto. Capisco il messaggio, vuole che ci dividiamo, da bravi amanti, il pompino.
Francesco non chiede di meglio che passarci il cazzo, da una bocca all’altra.
‐ Siete fantastici – sussurra, mentre tiene gli occhi chiusi con espressione estasiata.
Quando decido che tocca a me godere della situazione, fermo il gioco: Dario deve ritornare un maschio pieno di desiderio, lo invito con le mani e lo faccio alzare.
Ora i miei due uomini sono in piedi, addosso hanno soltanto le canottiere e i cosi di fuori... i “pesciolini”, mi eccita ricordare i termini dialettali della mia gioventù... quante volte durante le sere d’estate, nei vicoletti, l’amichetto di turno mi aveva oltraggiata, chiedendomi spudoratamente di fargli “il pesce in mano”, presto, presto... per paura di essere scoperti.
9 – La nobiltà soccombe ma con stile.
Prendo i due cosi per la sacca con le palline, so che in quel modo sono completamente miei succubi, e le stringo con fermezza ma senza far male.
Li avvicino, voglio provare a imboccarli insieme, almeno i glandi; i miei “uomini” osservano trionfanti e incantati: ecco, ci riesco! So che le labbra sono dilatate, ma per loro due è certamente uno spettacolo eccezionale. Una Regina del Piacere vince e gode anche quando concede... passo la lingua, guizzando tra le due semisfere bollenti e gonfie. Li gestisco con le mani. Ora porto alla bocca quello di mio marito, ora quello dell’estraneo... mi fa impazzire sentire la differenza di durezza, di formazione; mi sento una pornostar sul Set.
Il sapore, l’odore, la consistenza... li spompino con una carica libidinosa mai provata. Spingo, succhio e tiro, sono talmente presa che affanno leggermente, invasa di piacere. Intanto la saliva gocciola sulle calze e sulle gambe.
La mia passione improvvisa deve aver fatto impazzire i miei “partner” perché perdono la testa molto presto.
Francesco, inaspettatamente e sorpreso egli stesso, s’inarca e, con brevi grida, trattenute a stento, viene, con spruzzi bollenti, liquidi come pipì.
Non ce l’ha fatta... appena è stato il suo turno il movimento ed il calore della bocca che scivolava sull’asta, hanno esaltato il suo piacere. Penso che era tanto che non sborrava...
Che porco, però.
Il “signore” gentile di un’ora prima, non ha titubato, non ha desistito dal prendermi per la nuca e attirarmi a sé... mi ha riempito la bocca, in parte la gola, e di nuovo i liquidi scorrono sulle mie gambe per poi scivolare giù, con rivoli che segnano la pelle e le calze.
Mio marito, adesso è veramente “cornuto” ma, invece di ribellarsi a quelle “prepotenze” sessuali; all’uso scellerato della mia bocca, è in solluchero e mi mette tra le labbra il suo, subito, per prendere il posto dell’altro.
Francesco, in piedi, mentre si calma ha il cazzo che si “smoscia”, ma non è pago.
Biascica qualche parola, quasi a scusarsi della precocità e viene a sedersi al mio fianco, sul divano e, con la bocca socchiusa, aspetta come un cagnolino che Dario venga.
Forse, lui avrebbe potuto resistere di più ma l’invito è troppo arrapante.
Vede Francesco, sottomesso, mettere il viso a fianco al mio, aspettando voglioso una boccata di cazzo.
Dario lo accontenta, ce lo passa di bocca in bocca, a lungo. Quando non ce la fa più, con una veloce masturbazione, tremando sulle cosce, viene, irrorandoci di sperma. Ci mette, più volte il glande in bocca, sempre spruzzando... il sapore del suo si confonde con la crema di Francesco, di cui conservo ancora il sapore. Il vecchio, intanto, si gira e mi bacia in bocca per rubarmi il succo del mio uomo... lo lascio fare.
Andiamo tutti verso il bagno; io sono su di giri da quasi un’ora, ma ancora non sono venuta. Speriamo bene.
Ormai è scomparso ogni imbarazzo, le luci accese non ci frenano, nonostante siamo nudi e sporchi, l’uno dell’altro. Aiuto i due a fare la pipì, come fossero scolaretti: mi diverto a indirizzare il getto nel WC. Mi piace toccare i peni, anche quando sono molli, li asciugo con una leccatina; l’urina dell’estraneo è più salata, normalmente tutto questo mi farebbe schifo ma, quando sono eccitata, accetto di tutto, senza pormi troppi problemi.
‐ Piscia anche tu, tesoro! – dice Francesco.
Lo accontento, ne ho voglia. Mi siedo e comincio; lui fa presto ad avvicinarsi e a toccarmi la figa mentre ancora gronda.
– Mi piace questo succo caldo. – confessa. Senza ritegno mi s’inginocchia davanti. Sono ancora sulla tavoletta ma lui non cede, si pone le mie gambe sulle spalle, le povere calze sono ormai alle ginocchia e si sono sfilate, ma non importa.
Ritorna a leccarmi, muove il muso tra i peli bagnati, lecca tutto l’esterno, poi si dedica all'interno della vulva, lecca le labbra schiuse, e succhia il clito, poi spinge forte.
Lo scarico non è stato ancora tirato... l’odore è pungente. Chiudo gli occhi e, per un momento, immagino di essere una puttana che, per poche monete, si concede a un vecchio, nel bagno di un cinema.
Dario, mio marito è un grande: se ne va via dal bagno, lasciandoci soli. Avverto sul mio corpo tutta la violenza della sensazione di concedermi a uno sconosciuto... sembra che lui se ne accorga.
Io Ape, la donna misurata, irraggiungibile, quella che i colleghi si erano rassegnati a sognare durante una sega solitaria... adesso incalzo un vecchio, il primo venuto, a farmi scopare nel cesso.
L’amato Dario, che nessuno sperava più di riuscire a cornificare, mi lascia sola, per farmi fottere come una zoccola. Aspetta fuori che l’altro finisca, abusando a piacimento del mio corpo concesso.
Troppi pensieri lascivi mi turbinano per la testa, non posso resistere. Francesco è bravo, mi ha messo un pollice nel culetto, credo di capire cosa mi aspetta... dopo. Mentre mi fa con la lingua penetrante, con la mano mi martirizza i capezzoli: devo venire in quella bocca avida.
Non posso farne a meno!
Grido il mio piacere a scatti; m’inarco sulle sue spalle, sussulto godendo...
Esagero, perché Dario, da fuori, sappia che la sua troia sta venendo.
10 – Due per una.
Ci prendiamo un momento di relax, poi ci spostiamo in camera da letto.
Sono stremata ma mi piace essere oggetto del desiderio. Mi preparo sul letto, distesa, mentre aspetto di capire quale uomo mi prenderà per primo. L’attesa di per sé mi provoca una sensazione fisica ma indescrivibile...
‐ Puoi fartela se vuoi. – dice Dario – Se non ti spiace scatto qualche foto, ok? –
Francesco non ne è entusiasta, ma accetta:
‐ Mi fido di voi – taglia corto – però dopo togliamo quelle dove si vede il viso! Devi capirmi, ho due figlie grandi, sono nonno... – sorride, intanto ora è nudo e coinvolto in una specie di orgia.
‐ Te la cavi bene, però, – rompo l’atmosfera stagnante – vieni, mettilo in bocca, voglio succhiartelo per gonfiarlo...–
Dario gode, mentre l’uomo non se lo fa ripetere. Si sposta sul lato destro del letto e inizia ad imboccarmi il suo membro, ormai floscio.
Mio marito riprende la scena; man mano vedo che anche lui si eccita di nuovo; il pene si ingrossa quasi contemporaneamente a quello di Francesco, lo sento riempirmi la bocca; lo succhio senza farlo uscire.
Quando Francesco è “pronto” prende l’iniziativa, mi sale addosso e mi introduce il cazzo, nel modo canonico. Quando si è piazzato. alzo le gambe e mi tengo le ginocchia con le mani. Mi godo la penetrazione completa... senza troppi spasimi: Francesco mi ricade semplicemente sopra, con tutto il membro; lo scroto mi batte sulle labbra. E’costante nel movimento, mi piace... né forte, né piano: scopa come non dovesse smettere mai. Dario scatta varie foto, immagino che in questa posizione, ciò che vede sia incredibile.
Il vecchio continua tranquillo, sembra farlo da sempre, penso che di certo scopa così con sua moglie.
Quando riesce mi strizza i seni tra le mani aperte.
Francesco mi dice parole forti, all’orecchio:
– Ti piace, ti piace la scopata? –
‐ Uhm... siiii, premi... – ho la voce spezzata dal piacere.
‐ Dopo la prima – dice l’uomo – duro tanto di più, vedrai! –
Quella confidenza intima, l’abbandono fisico e il ritmo costante mi portano lentamente all’orgasmo... lo comunico ai due, anzi, lo chiedo a Dario con voce spezzata:
‐ Posso... posso venire? ‐
Lui ne è felice; ora sussulto e roteo il bacino; il pene mi si rigira dentro come un birillo, voglio sentirmi piena. Non è grandissimo ma tiene duro, perfetto per resistere ai miei spasmi intrattenibili. Il mio amico arranca ma non molla. Ci sa fare, riesce a non uscire dalla figa e non si lascia “disarcionare”; vengo ancora e continuo a bagnarmi.
Sono in sollucchero e mi abbandono. Dario lo vede, e si masturba per tenersi pronto...
‐ Facci tu la ripresa – dice, dando la cam al nostro ospite.
Quando mi riprendo, si avvicina e mi gira, posizionandomi come una pecorella, le ginocchia sul letto e il bacino assai proteso. Lascio fare e aspetto, il suo pene è notevole: mi cerca il buco, comincia l’operazione.
Cambiare cazzo in così poco tempo fa sentire una donna assai puttana, a me capita così... e mi piace. Vorrei essere all’aperto, per strada... in una di quelle zone malfamate dove le prostitute la danno via per poco e in fretta.
Questo pensiero mi ha sempre sfiorata in questi frangenti, per fortuna la voglia poi mi passa, altrimenti potrei trovarmi davvero nei casini. Però adesso sono la puttana di quei due, e va bene così. Se Francesco mi pagasse non mi offenderei.
Dario mi tira per i fianchi, mi sfonda, forse vuole che Francesco veda in questi gesti il suo dominio; veda che io subisco una specie di punizione per aver goduto con l’altro... non so.
Francesco non vuole perdere l’erezione e desidera fottere ancora, me ne accorgo. Si stende sul letto, davanti a me: non mi scompongo. In attesa che mio marito si sfoghi, abbasso la testa e lo rendo felice con un altro pompino.
Siamo tutti al massimo!
Ogni botta di mio marito nelle natiche, corrisponde a una profonda penetrazione di Francesco, che scende fino in gola.
Dario non viene, però si calma; mi sfilo da lui e, voltandomi rapidamente, salgo cavalcioni su Francesco. Faccio tutto da sola, prima glielo tasto e poi me lo infilo.
Prima scendo a precipizio sul quel pene poi, dopo una serie di altalene, mi fermo e inizio a strusciarmi sopra. Amo quella posizione perchè, quando il pene è bello eretto, lo sento girare nella pancia.
Di lui non si vede più niente, è tutto dentro e lo sento mio.
Poco dopo, Dario si avvicina alle mie spalle! Avrei dovuto immaginarmelo. Promesse e accordi sono del tutto inutili; ogni cautela, ogni programma per procedere piano e con metodo, nel piacere va a farsi friggere.
Dario vuole fare tutto... porco insaziabile.
Prima temevo e aspettavo questo momento, adesso cerco il coraggio per non dire di no!
Mio marito abbassa la testa, mi lecca sotto, mi lecca dietro, però si spinge anche verso la vagina che sale e scende sul membro estraneo, lecca anche quello con tutto lo scroto... tutto, tra le natiche, diventa umido, bagnato...
Ecco che mi monta dietro... non vedo niente ma sento cosa succede. Francesco da sotto pure capisce, sono ferma, chino i seni gonfi sul suo viso. Cerco il massimo dell’eccitazione per trovare la forza, di subire e di godere del subire.
Lui bacia dolcemente i capezzoli e mi abbraccia i fianchi, quasi volesse confortarmi. Condivide il mio giacere, doloroso, durante la prima dilatazione.
Come al solito, sono convinta di essere preparata, ma poi mi manca il fiato, quando la testa dell’asta mi apre per la prima volta.
Francesco mi stringe, è immobile; anche Dario si ferma, dandomi il tempo di abituarmi a quella pressione. Mi si rizzano i peletti sulla nuca quando, finalmente, Dario mi sfonda.
Sento i due affari serrati tra le mie pareti, sento che si toccano... quasi, dentro di me.
Quando mi sono calmata e divaricata bene, Dario impone il ritmo e iniziano a fottere insieme, all’unisono.
Mi conviene star buona e cedere tutta... sopportando il ritmo: mi preme dietro ed io vengo spinta sul palo dell’altro; rimbalzo sulla sua pancia, e torno a salire. Ma Dario è fermo e mi affonda di nuovo.
Non ho più alcun controllo sul mio corpo, l’orgasmo parte e non si ferma più; è un’altalena di continui piaceri. Il disagio è del tutto scomparso, vorrei che finissero mai. La profanazione estrema non mi provoca più alcun dolore né alcuna remora, prenderne due, contemporaneamente, adesso mi sembra del tutto naturale.
Dario non ce la fa più, vuole venire, ma riesce a fermarsi... va via e mi lascia sola con l’altro.
Ne abbiamo parlato spesso in segreto: ora succede davvero!
Sono alla mercé di un uomo che non conosco e lui può decidere ciò che gli pare... su di me. Un attimo di disagio mi attraversa; registro il “cambiamento” anche nell’atteggiamento di quel vecchio signore. Rallenta il ritmo, poi si ferma.
‐ Mamma mia – dice – riposiamo un poco, vuoi? Non sono più un giovanotto... –
A malincuore smonto dal pene, adesso ha perso un poco del suo vigore. Mi chiede del bagno, ci va e socchiude la porta.
Di Dario nessuna traccia, non un rumore.
Quando l’altro torna, sapendomi sola s’impone e si mette sopra di me ma sottosopra. Adesso ce l’ha “barzotto” però me lo schiaffa in bocca ugualmente. Poi, ricambia e parte col sessantanove; mi apro al massimo è una delle cose che mi piace di più.
Dario è sparito, noi non abbiamo fretta; ci giriamo sul fianco, per non stancarci pur continuando a leccare con estrema dolcezza.
11 – Il vizio prevale... sempre...
E’ un lavorio sensuale e delicato. Sento che lui si riprende; lo sento salire di giri, ricomincia per me quella sensazione di stare per esplodere come fossi un vulcano in procinto di eruttare, un piacere senza freni.
Lecca e succhia tanto forte da farmi accapponare la pelle.
Capisco il perché di tanto fervore, quando quasi mi urla: ‐ Succhiami il cazzo, prendilo tutto! – Capisco che fa, vuole che il mio uomo senta che sta abusando di me...
‐ Ti piace, troia? – lo dice ad alta voce e mi spinge il pene in bocca, è tornato duro... il nostro gioco lo rende irruento.
Vorrei farmi sentire ma non posso parlare. Immagino le dolci pene di Dario che adesso sa in che mani sono finita.
La pompa dura, ma la sua erezione rimane forte. Godo nel sentire il suo membro pulsarmi in bocca.
Ancora, a voce alta, si rivolge a me (ma parla a Dario):
‐ Adesso devo farti il culo, dimmi che lo desideri, dai! –
‐ Sì – rispondo, soggiogata – va bene. –
‐ Ti voglio tutta mia: oggi voglio tutto da te, anche l’ano... –
‐ Va bene! – la voce è sottomessa perchè mi piace esserlo in quel momento e poi faccio in modo che Dario senta la mia dipendenza fisica da Francesco.
‐ Anche se tuo marito non c’è... t’inculerò; non aspetto il permesso, vieni, fammi da buco, puttana! ‐
‐ Fammi come vuoi... ‐ confermo arrendevole – ma non sarebbe meglio chiedere a mio marito se posso darti il sedere? Che ne dici, ci siamo appena conosciuti... – Adesso recito, voglio eccitarli come tori infuriati.
‐ No, non c’è tempo, non devi preoccuparti... ora sei mia e comando io. Lui lo sa che gli facciamo le corna! – un sorriso malefico si dipinge sul suo volto mentre si viene a mettere comodo alle mie spalle. Indossa solo la canottiera, anch’io sono solo col reggiseno ridotto a una striscia che mi sostiene i seni, gonfi, martoriati dalle continue sollecitazioni di tante manate virili. Come prevedevo, ogni scusa è stata buona per succhiare, toccare e stirare le mie tette morbide e appetitose.
Siamo entrambi sul fianco; mi accomodo meglio, la testa sul cuscino e i lunghi capelli sul viso. Mi adagio come dovessi dormire.
Il vecchio non demorde, il suo pene tiene ancora la consistenza e lui è eccitato.
Lo sento armeggiare dietro... lascio fare: l’attesa mi toglie il respiro.
Quando mi entra dietro, sento la profonda dilatazione, il disagio, ma non mi fa più male... lo prendo con tutto il desiderio, fisico e mentale, di essere fatta così. Però sottolineo l’entrata con un lungo “Aaaahh!” sospirato, pieno di piacere e libidine.
Dario sa! Forse adesso ci spia e vede un estraneo che si dimena dietro sua moglie.
Francesco pompa sul fianco e preme; per farsi forza si aggrappa con le mani dove può, pur di puntellarsi per entrare profondamente, tipico dei maschi.
Mi prende i seni; si attacca ai fianchi... il suo parossismo mi fa impazzire. Mi desidera troppo, si sente, vuole sfogarsi, vuole lasciarmi il segno dentro e, allo stesso tempo, prendere sensazioni, emozioni, piacere... non sa se mai gli capiterà un dono “regale” come questo. Il piacergli tanto m’inebria tutta.
Adesso si sente, dietro lo sbattere ritmico, come un suono di schiaffi; penso che possa sentirlo anche mio marito; non posso evitare di masturbarmi, mentre il coso mi viaggia nel sedere.
Vengo! Non posso farci niente, appena sento che lui incalza e freme, vengo come un’educanda che a lungo s’è trattenuta.
Lui vorrebbe parlare, gridare, rendersi utile al mio orgasmo, ma non ce la fa, è sovrastato dal piacere a sua volta.
Tremiti ritmici nell’ano mi avvertono che l’anziano arriva, ecco! Viene... lo tiene già tutto dentro ma spinge di più, come non gli bastasse. Eiacula nella mia parte più profonda.
Continuo a venire, mi viene quasi da piangere quando sento il suo calore liquido, godo a lungo... consumata dal desiderio.
Francesco non si stacca, non vorrebbe mai uscire da quel paradiso; Dario ritorna, è eccitatissimo; si vede dal pene, lo tiene in mano; viene per guardare...
Non dice niente ma è sopraffatto dal piacere.
Credo sia per lo spettacolo offerto dal mio corpo riverso, discinto, gli sembrerò una bagascia... il trucco sfatto; le calze avvoltolate su sé stesse, un vecchio che non ne vuole sapere di staccarsi dalle mie natiche, provate e sofferenti.
Dopo più di cinque minuti, Francesco cede, il suo pisello non resiste più, ridotto a un moccolo gli si ritira tra i coglioni.
Dal mio sedere, a fiotti rumorosi, si sversa sul letto un fiume caldo, gorgogliante di aria e sperma.
Sono sfatta, stanca, dilatata... ma felice... l’eccitazione non vuole abbandonarmi, lo stomaco è ancora contratto. Ho bisogno di rilassarmi, non mi aspettavo tutto questo, così all’improvviso.
Francesco cerca di darsi un tono sdraiato sul letto, sfinito.
Vorrei dormire subito, ma l’igienista che è in me m’impone una fuga strategica al bagno per espletare tutta una serie di incombenze... sono piena di sperma e di umori, sudata e fin troppo sollecitata... devo correre!
Appena mi alzo do un bacio profondo e appassionato al mio amore... poi mi rendo conto che il suo cazzo è ancora in tiro... vuole venire.
‐ Vuoi fare ancora? – gli chiedo, senza troppo entusiasmo.
Sorride tenero:
‐ Non ti preoccupare, tesoro, sei stata stupenda... vai pure, non ti preoccupare di nulla; abbiamo tutto il tempo... –
Gioisco nel poter raggiungere il bagno, sono davvero molto provata. Lo specchio mi restituisce la mia immagine... sono molti i punti in cui la mia pelle è rossa per lo sfregamento con i corpi, con le mani... è più forte di me, tutto ciò che di volgare e decadente trovo sul mio essere... mi ricorda l’accaduto e mi tiene in uno stato di calore perenne.
Gli abiti estranei sparsi per casa, gli odori del piacere proibito, la promiscuità erotica, appena vissuta tra quelle mura. Tutto mi manda in estasi.
Continua ...