I due amanti
Fu subito un tutt'uno trovarsi e cercarsi: da quel momento non si persero mai più di vista.
Sapevano bene che forse mai avrebbero potuto essere più vicini di così ma per ora poteva bastare. Forse un giorno lontano si sarebbero toccati, sfiorati. Non avevano fretta. Il tempo giocava per loro.
Lei si sentiva protetta da quella grande figura accanto e sentiva di essere al sicuro.
Lui la vedeva diventare sempre più bella e rigogliosa e non negava a nessuno la sua bellezza.
Lui era orgoglioso e fiero di tanta grazia: gli altri potevano averla per qualche momento ma le sarebbe stata sempre accanto a lui.
Lei era tranquilla di quella presenza. Quando il vento l'accarezzava
lui la sentiva sospirare e agitandosi cercava di sfiorarla.
E passavano le stagioni. Una dietro l'altra, aiutavano il loro lento cercarsi. E venne un'altra estate, calda, di quelle dove le cicale cantano fino a stordirti. La campagna intorno chiedeva solo silenzio.
Ed allora, proprio in quel momento, sentì un fresco e piacevole tocco; lei gli era vicino come mai era stata, come mai in tutti quegli anni. Si potevano accarezzare: ora avrebbe potuto toccarla per sempre
E passarono gli anni ma quel momento resto indimenticabile, come tutte le prime volte, come tutti gli addii.
E indimenticabile fu anche il giorno che quegli uomini arrivarono su un grosso carro. Scesero cantando e con delle corde la legarono stretta ai rami e con le asce cominciarono ad abbatterla. Le sue radici erano ormai diventate troppo ampie ed erano pericolose per la casa.
Uno, dieci, cento colpi, un ultimo alito di vento tra i rami, un ultimo sospiro e la vide crollare al suolo. Rimasero solo le radici di lei intrecciate alle sue a ricordargliela fino a quando non dovette lasciare il posto ad uno splendido parcheggio a pagamento.
Per due euro l’ora adesso, si può prendere il posto di un albero.