I vuoti
I bambini raramente cercano spazi. Attendono le partenze con trepidazione, perché non vedono l'ora di incontrare gli amici di sempre. Corrono lungo i viali dei ricordi d'un'estate passata, per andare a bussare alla porta dell'amico che ti aspetta già da un po' e ti accoglie con la stessa frase ogni anno '' mi sei mancato''. Ci si dà appuntamento alla stessa ora e allo stesso posto, perché è il nostro posto. Un posto d'amore sodale. Non c'è tempo per gli spazi, e se una sera non esci perché il mare stanca, l'amico viene a prenderti per giocare a carte in mezzo alle scale di casa. Ci si sbuccia le ginocchia, si ride e si piange, ma insieme. Anche se sei solo, sei insieme all'amico che pensa a te. E non vede l'ora di vederti. I grandi vogliono sempre più spazi e fingono siano rivendicazioni di libertà. Ma è solo egoistico possesso del tempo. '' Ho un impegno, mi spiace'' . Fino a quando lo spazio diventa un vuoto col filo spinato. Qui non si passa e se ti sbucci le ginocchia è affar tuo, te l'avevo detto. I grandi sono pieni di '' te l'avevo detto'' . Non vogliono più sbucciarsi le ginocchia. Credono di aver imparato tutto, come se imparare volesse dire smettere di amare, di avere il coraggio di dire mi manchi. Come se volesse dire smettere di vivere.