Il bosco e la notte
Le sere d’estate era sua abitudine uscire in giardino e sdraiarsi sull'erba umida.
Era un giardino di dimensioni ridotte, ma al di là di esso c'era il bosco, dal quale lo separava una sottile rete metallica, che lasciava passare inevitabilmente rumori e profumi.
Stava delle ore sdraiato a guardare il cielo, cercando di creare disegni fantastici unendo le stelle tra di loro con un sottile filo invisibile.
Stava così, immobile, respirando piano, a volte sino a quando il buio si dissipava nel sospiro dell'alba, ascoltando il suono del bosco, che respirava e soffiava sopra la sua anima, sino a spegnere quel fuoco impaziente che gli bruciava dentro, che lo costringeva ogni giorno a rincorrere la vita come se dovesse essere indispensabile sorpassarla per arrivare prima di lei.
E poi all'alba… rientrava in casa, e si preparava a un altro giorno, a un'altra inutile corsa verso il superfluo, verso un'esistenza da abbandonare dentro a un armadio...