Il coraggio di Lucrezia
Altezza un metro e ottantacinque, occhi azzurri come il cielo e una femminilità che stava per fiorire con i suoi diciotto anni. Questa era Lucrezia, una ragazza appartenente all’alta borghesia napoletana che, data la sua bellezza, tra i suoi coetanei riscuoteva un successo da fare invidia ad una stella del cinema. In realtà Lucrezia era una ragazza come tutte le altre, frequentava la scuola con grande serietà e impegno coltivando un bellissimo sogno: quello di diventare una famosa modella. Aveva un carattere molto solare la giovane Lucrezia; la sua risata era contagiosa e, anche grazie a questo, si era guadagnata la simpatia di amici e conoscenti. Nonostante fosse molto corteggiata, Lucrezia aveva un fidanzatino all’interno della sua classe, si chiamava Luca e lei diceva spesso che non desiderava cambiarlo con nessuno. Nemmeno la sua famiglia le aveva mai fatto mancare nulla, i suoi genitori erano benestanti e le avevano sempre dimostrato un amore incondizionato cercando di accontentarla il più possibile. Quella di Lucrezia era quindi una vita felice, spensierata come dovrebbe essere la vita di qualsiasi ragazza della sua età.
La ragazza aveva sempre mostrato, fin da quando era più piccola di tenere molto al suo corpo e crescendo aveva imparato ad amarlo sempre più. Era molto attenta alla linea e non disdegnava di seguire un’alimentazione controllata. Ai suoi genitori sembrava eccessiva tutta quell’attenzione per il proprio corpo e la sua poca voglia di mangiare.
Spesso la giovane subiva i rimproveri di sua madre che la esortava ad alimentarsi di più ma lei rispondeva, spesso in maniera arrogante, di stare bene così.
Un giorno, data la sua passione per la moda, Lucrezia fu notata da un fotografo che le propose di realizzare un servizio per una famosa casa di moda di Milano. A quella proposta la giovane ebbe un sussulto di felicità perché vedeva il suo sogno che cominciava a realizzarsi. “Mamma, Mamma” gridò entrando dalla porta di casa “ho incontrato un fotografo che mi ha vista e mi ha proposto un servizio fotografico, è meraviglioso”! A quelle parole la mamma di Lucrezia rispose con un mezzo sorriso; da un lato era felice che sua figlia realizzasse il suo sogno ma dall’altro era anche perplessa per le brutte soprese che a volte questo mondo riserva alle aspiranti modelle. “Va bene” rispose la madre con tono deciso “devi fare ciò che più ti rende felice figlia mia”. A quelle parole Lucrezia fece partire un fortissimo urlo di felicità, non stava più nella pelle per il consenso ricevuto da sua madre.
Il giorno stabilito per il servizio fotografico, Lucrezia si presentò al cospetto del fotografo spaccando il minuto, era molto emozionata ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di iniziare. Sentiva il tipico tremore nelle gambe che accompagna tutti gli artisti prima di un importante debutto. Il servizio fu un vero successo e Lucrezia cominciò a ricevere contatti da decine di agenzie di moda pronte a scommettere su di lei e lanciarla in una grande carriera nell’ambito che lei amava tanto.
Da quel giorno fu un susseguirsi di servizi fotografici e piccole sfilate a cui Lucrezia partecipava con enorme entusiasmo e professionalità. I suoi genitori la accompagnavano spesso ed erano davvero felici che la loro figliola stesse percorrendo la strada che desiderava tanto. Ogni giorno Lucrezia saltava come un grillo da un set fotografico all’altro tornando a casa molto tardi la sera, ma era comunque felice che quel sogno, che da tempo inseguiva, si stava realizzando.
C’era però una cosa che preoccupava e non poco i genitori di Lucrezia tanto che cominciava a insospettirsi e a pensare al peggio. Vedevano la ragazza sempre più magra e che rifiutava il cibo in maniera sempre più costante. Sospettavano che il progressivo dimagrimento della loro figliola fosse dovuto a quella nuova avventura che stava affrontando. “Figliola cara” le diceva “sono giorni che quasi non tocchi cibo, ma cosa ti sta succedendo”? “Ma non vedete come sono”?, rispondeva Lucrezia con tono adirato "non vedete la ciccia che ho nelle gambe"? "Voglio che il mio fisico sia sempre perfetto per questo mio lavoro quindi per favore adesso lasciatemi stare”. Le parole di Lucrezia furono un vero e proprio macigno per i suoi genitori, avevano avuto la conferma che ciò che sospettavano da sempre era vero. La preoccupazione era sempre più leggibile sui loro volti, volevano a tutti i costi fare qualcosa per aiutare Lucrezia a uscire da quel tunnel, ma ogni volta che ci pensavano, per loro era come trovarsi in un vicolo cieco. Trascorsero alcuni mesi e il lavoro di Lucrezia come modella era sempre più frequente. Fortunatamente la giovane era riuscita a conciliare il lavoro con lo studio poiché di lì a poco avrebbe affrontato l’esame di maturità. Nell’ambiente della moda era descritta, da chi l’aveva conosciuta, come una delle più belle modelle emergenti. Gli addetti ai lavori le attribuivano un fisico perfetto nonostante avesse soltanto diciotto anni. Questi giudizi positivi non facevano altro che entusiasmare Lucrezia che era portata a credere sempre di più in quella bella esperienza che stava vivendo.
Rimaneva però lo spinoso problema legato all’alimentazione sempre più povera della ragazza. Man mano che il tempo passava, diventava sempre più magra tanto da avere difficoltà nei movimenti. Il suo tono muscolare si presentava ogni giorno più debole e ciò le provocava enormi difficoltà specie la mattina quando si alzava dal letto. Lucrezia continuava ad affermare di vedersi grassa e brutta e questa sua convinzione la portava a rifiutare il cibo in maniera sempre più frequente.
Purtroppo per lei, anche il mondo della moda iniziava pian piano a mortificarla. Gli addetti ai lavori la vedevano eccessivamente magra quindi i servizi fotografici e le sfilate per Lucrezia cominciavano a diminuire sempre più. La ragazza era adesso nello sconforto più totale, non riusciva a spiegarsi come mai, nonostante i suoi mille tentativi di apparire bella, continuava a incassare pareri negativi dalle case di moda a cui si presentava. Nemmeno a scuola era più a suo agio, spesso i suoi compagni la prendevano in giro per il suo aspetto fisico senza comprendere ovviamente la triste realtà che vi era dietro il corpo sempre più esile di Lucrezia. La ragazza era sempre più spenta e il suo malessere si era trasformato con il passare del tempo in una profonda depressione; oltre a rifiutare il cibo, erano frequenti adesso le sue crisi di pianto e gli attacchi di panico. Non si rendeva conto che la sua malattia la stava portando verso una morte annunciata, pesava ormai solo trenta chili.
Il peggio però non era ancora arrivato; un giorno, infatti, mentre stava per recarsi a scuola cominciò ad avvertire dei forti dolori allo stomaco e improvvisamente cadde per terra svenuta. Fu soccorsa da alcuni passanti che provvidero a chiamare un’ambulanza che, dopo le prime cure, la condusse nel più vicino ospedale. I genitori, avvertiti dalla direzione dell’ospedale, accorsero subito e spaventati chiesero notizie al primario del reparto. “Ci dica dottore cosa è successo a nostra figlia”? Chiesero spaventati. “Vostra figlia è molto debilitata” rispose il medico “ha urgente bisogno di una cura adeguata e di nutrirsi”. Lucrezia giaceva in quel letto d’ospedale, si era ripresa ma era ancora molto debole. Appena vide entrare i suoi genitori in camera scoppiò in lacrime dicendo: “Perdonatemi, non pensavo di ridurmi così, del resto volevo solo vedermi bella soprattutto per il sogno che inseguo”. “Figlia mia” rispose sua madre “noi vogliamo che tu stia bene e che ritorni la ragazza solare che eri prima". Aggiunse poi: "Non si diventa belle rifiutando il cibo, la tua bellezza è lì, rinchiusa nel tuo cuore”. Quelle parole furono uno stimolo per Lucrezia che, con grande coraggio e tenacia, decise di sottoporsi alle cure necessarie per riprendere i suoi chili. Col passare del tempo aveva anche ripreso a mangiare un po’ di più e da trenta chili ne arrivò a pesare sessanta. Lucrezia cominciava a rivedersi con il sorriso, si rendeva conto che il suo aspetto fisico stava mutando, questa volta in positivo. Stava ritornando quel fisico che un tempo le permetteva di far girare la testa a tutti i ragazzi della scuola. Erano trascorsi alcuni mesi e Lucrezia si era completamente ristabilita, era ritornata a sorridere grazie al suo coraggio. Anche il suo lavoro era ripreso alla grande, le case di moda ricominciarono a contattarla per proporle nuove sfilate e nuovi servizi fotografici. Tutti ormai vedevano una Lucrezia tutta nuova, rinata dopo quella terribile esperienza. La ragazza stessa non smetteva mai di ringraziare i suoi genitori che le erano rimasti accanto in questo periodo terribile. “Devo ringraziarvi” diceva loro “senza di voi non so come avrei fatto” “Non devi ringraziarci” rispondeva sua madre “la tua ripresa è il risultato del tuo coraggio” Lucrezia ormai era felice, si era riappacificata con il suo corpo ma soprattutto aveva compreso qualcosa di molto importante, ossia che nella vita è sempre meglio avere qualche chilo in più, che molti sorrisi in meno.