Il dono

Mi aveva invitato per un fine settimana al mare nel suo villino a schiera, ed io, approfittando dei due giorni di riposo, dopo una notte sfibrante di lavoro, ero montato in macchina dopo appena qualche ora di sonno, con tutta l'intenzione di godermi il più possibile la vacanza...
Anche se in quel momento non immaginavo certo...
Arrivai da lei per ora di pranzo e passammo un bel pomeriggio tra sole, spiaggia e musica, chiacchiere e risate. Il mare non era agitato ma la temperatura dell'acqua, in quel momento di inizio estate, non invitava troppo ad un tuffo, a meno di voler rischiare una congestione e decisamente l'ipotesi non era da prendere in considerazione.
La sera, poi, cenammo tardi, approfittando della brezza marina che entrava dalle finestre spalancate: avevamo guardato dalla veranda il sole tramontare sul mare fino all'ultimo raggio e quel profumo di sale nell'aria ci aveva stimolato l'appetito...
Dopo cena ci sdraiammo pigramente sui due divanetti del salotto, con solo una lampada accesa sul tavolino e tutto il resto in penombra: ci eravamo ripromessi in quei due giorni di rompere i ritmi quotidiani scanditi dall'orologio e cercavamo di far scivolare via il tempo il più lentamente possibile.
Persino le nostre chiacchiere si andavano diradando, una frase ogni cinque minuti, forse, ma in quel nostro silenzio, con la risacca in sottofondo, pareva che le nostre parole rimanessero a galleggiare nell'aria, così che, nonostante le pause, riuscivamo a non perdere il filo dei discorsi oltre quello dei pensieri...
Ad un tratto la vidi puntarmi addosso uno sguardo carico di maliziosa allegria... "Facciamo un patto?", mi chiese. Assentii d'istinto, chiedendomi cosa le stesse passando per la testa.
"Tu non ti muoverai da quel divano qualunque cosa succeda", rimasi perplesso, aveva tutta l'aria di essere una specie di sorpresa...vedendo il suo sorrisetto malizioso decisi di stare al gioco.
Si allontanò, per tornare poco dopo con addosso un abito estivo di quelli leggeri, sottili, trasparenti, che se ancora lasciava spazio alla fantasia, certo le disegnava bene le piacevoli forme. Nel frattempo io, per far capire quanto seriamente prendessi il nostro "patto" mi ero sistemato un cuscino sotto la testa con tanto di mani intrecciate sulla nuca.
Spostò ed orientò diversamente il cono della lampada, in modo che la maggior parte della luce le finisse addosso e si sdraiò anche lei.
"Ora fai silenzio", mi disse, "non una parola!"
Così feci, sia pur con un mezzo sorriso divertito. Che sparì di colpo poco dopo trasformandosi in uno sguardo molto attento...
Lei stava incominciando ad accarezzarsi il corpo, ad occhi socchiusi, con le mani che scivolavano ancora sopra il vestito, ma senza lasciar dubbi sulle sensazioni che quelle carezze leggere le davano. Una mano dal viso scendeva rapida verso il seno, mentre l'altra carezzava il ventre, spostandosi, lieve ed inesorabile, verso l'inguine.
"Ma..." mi sfuggì, quasi involontariamente. Non era certo un ma che avrei detto in quel momento, ma quello mi uscì...
"Se dici una sola altra parola mi fermo e me ne vado a letto!" l'ordine ricattatorio mi giunse da dietro i suoi occhi socchiusi, tra il serio, il divertito e qualcos'altro sul quale potevo avere ancora pochi dubbi. Tornai a sorridere, in silenzio. Se proprio voleva così....!
Il vestito man mano scivolò via dalla sua pelle, liberando sempre più i suoi movimenti, ora carezzevoli, ora più decisi, in una specie di altalena di sensazioni di cui cercavo di non perdermi alcuna sfumatura. Quando le sue mani furono entrambe tra le gambe però mi sentii la salivazione azzerare. Le sue dita avevano già trovato il suo primo miele, mentre l'altra mano girava intorno al monte di venere come una danza di indiani intorno al fuoco. Un ritmo sempre più deciso, più fermo, più forte... Quando i suoi respiri divennero sospiri che le sollevavano ed abbassavano il ventre, cambiò di colpo posizione, stendendosi prona da supina che era... Dalla mia posizione vedevo chiaramente le sue dita frugarle impietose la vulva e l'altra sua mano mi sorprese inserendo di colpo e senz'alcun preavviso due dita nel retto, doppia penetrazione che le strappò un singhiozzo che pareva un grido strozzato.
La temperatura mi salì addosso molto vicina ai livelli di guardia, se mi decisi a resistere fu solo per capire cos'avesse in mente dopo...la curiosità fu più forte della mia voglia.

I suoi sospiri divennero prima mugolii poi gemiti a bocca aperta, la lingua le saettava tra le labbra bagnandole di qualcosa che nella mia fantasia non era più saliva. E forse ella ebbe il mio stesso pensiero perché la sua mano si spostò rapida dalla vulva alla sua bocca, carica di filamenti trasparenti che ella succhiò e bevve rapida come arsa da una sete viscerale, mentre le dita nel suo retto aumentarono di colpo la velocità e la forza... Sembrava quasi volesse penetrarsi con tutta la mano da quanto si spingeva dentro le dita...
Ad un tratto si inarcò sul ventre con un lungo gemito...per poi ricadere senza fiato sul divanetto, le braccia penzolanti verso il pavimento...
Solo in quel momento osai dire a bassa voce un "wow...!" che voleva contenere tutti i miei possibili commenti... Ella sollevò il viso, lo sguardo ancora in parte annebbiato e mi sorrise, riprendendo fiato...
"piaciuto..?", chiese col respiro a metà. "Molto", risposi, "ma..."
"allora buonanotte..!" fu il suo stop improvviso. Si alzò di scatto, oscillando paurosamente per un attimo, tanto che mi venne da andarle vicino a sostenerla.
"No!", mi stoppò subito lei, "tu stanotte dormi qui, sul divano, io nel mio letto, da sola!"
Rimasi decisamente spiazzato, mentre una parte di me ruggiva inferocita udendo quelle parole.
"E tanto perché non ti vengano strane idee, chiudo la porta a chiave! Se vuoi farti una doccia sai dov'è il bagno..." e sentii la porta della sua stanza chiudersi a doppia mandata.
"Ma che stronza!", pensai tra l'indispettito ed il divertito...mi sentivo davvero un idiota in quel momento, ma ciò che avevo visto era stato talmente eccitante, che non me ne importò più di tanto e decisi di buttarmi sul divano, dopo averlo avvicinato alla porta finestra, per addormentarmi guardando le stelle...
Certo, molto, molto diverse dalle stelle che mi aveva fatto vedere lei....
La mattina dopo mi svegliai coi primi raggi del sole, avevo lasciato l'imposta aperta e col divano attaccato alla porta finestra fu inevitabile.
Mi avvicinai quatto quatto alla porta della sua camera ma non udii alcun rumore, pensai stesse ancora dormendo. Così preparai la colazione per due e dopo aver consumato la mia scesi in spiaggia a fare due passi per gustarmi l'aria marina del mattino. Mi sentivo rinato a respirare quell'aria salmastra a pieni polmoni!
Dopo una mezz'ora forse, non saprei dirlo con certezza, avevo momentaneamente divorziato dal mio orologio, rientrai in casa per vedere se la mia bella padrona di casa si fosse per caso svegliata e rimettendo piede sulla veranda percepii dei movimenti dietro la sua finestra. Non feci la pantera rosa stavolta, ma mi avvicinai tranquillamente alla sua porta e bussai. Dopo tutto poteva essere ancora chiusa a chiave per quel che ne sapevo, tanto valeva fare il gentiluomo.
"Apri pure, è aperta", fu la sua piacevole risposta, ma mentre ne assaporavo il piacere, udii anche quello che mi parve un doppio scatto metallico, come di una valigetta che venga chiusa. Aprii la porta lentamente...e rimasi senza fiato...!
Lei era nuda, distesa, le mani ammanettate sopra la testa alla testiera in ferro battuto del suo letto...
"Piaciuta la sorpresa? Ora ho un regalo per te..." rimasi ad ascoltare stupito ed inevitabilmente, palesemente eccitato.
"Sei stato bravissimo stanotte, non credevo avresti resistito e avevo paura rovinassi tutto... Ora ascoltami...io sarò qui, a tua disposizione per tutto il giorno...potrai avermi tutte le volte che vorrai...potrai farmi quello che vuoi...non badare a me...non cercare di compiacermi...non essere gentile...voglio solo che mi scopi tutte le volte che vuoi e in tutti i modi che vuoi...se lo farai mi farai felice...hai capito? Non mi importa cosa farai...sentiti libero...libero hai capito? Non ti dirò no a nulla... resta, esci, torna, fai quello che vuoi...hai tutto il giorno fino a domattina...voglio sentirmi addosso la voglia che ti ho fatto venire ieri sera, voglio che me la lasci addosso tutte le volte che vuoi...voglio che mi scopi tutte le volte che vorrai... Voglio sentirmi l'oggetto del tuo piacere...questo è il mio regalo per te..."
Con un simile regalo non pensai certo a come avrei potuto utilizzare diversamente il tempo...fu strano, inizialmente, non tenere conto del suo piacere...ma ogni volta che esitavo lei non faceva altro che sorridermi, qualunque cosa stessi per fare o farle...
e non diceva altro che "si....si...fallo...lo voglio..."
Non ricordo in che ordine, e come la feci mia...
Quante volte la baciai tra le gambe fino a farla venire, quante volte le diedi il mio sesso in bocca aiutandomi con una mano tra i suoi capelli perché portasse me al piacere...quante volte la scopai in figa e in quante posizioni...né quante volte le presi il culo che lei mi spingeva contro con voglia...
Ricordo però che ad un certo punto, dopo aver goduto sul suo seno schizzandole fin sul viso, mentre momentaneamente mi accasciavo travolto dal mio stesso piacere...la sentii mormorare col respiro ancora rotto...
"di più...voglio di più....fammi di più....ancora..."
La mia attenzione si ridestò come un coniglio che spunti fuori dal classico cilindro...
Ancora di più... Oh si, sapevo andare oltre... Ma non credevo che me l'avrebbe mai detto...che me l'avrebbe mai chiesto....
Le infilai prima due, poi tre, fino a quattro dita nella vulva...lentamente...mentre la sentivo gemere ed aprirsi sempre di più...
"si....si....così...si....ancora..." furono le sue parole che mi aprirono i sottofondi delle fantasie...almeno fin dove fossi mai arrivato fino a quel momento...
Facendo scorrere le mie dita dentro di lei presi a succhiarle il clitoride mentre avvertivo crescermi dentro una sorta di frenesia, di eccitazione continua...come se le mie sensazioni non cercassero più l'orgasmo ma fossero in orgasmo continuamente...senza fine....l'eccitazione, l'eiaculazione divenne solo un riflesso meccanico di qualcosa che dentro di me più non saliva o calava ma rimaneva assolutamente lassù, in alto...dove non saprei dire....
Non saprei dire quante volte ella mi bagnò il viso e la bocca col suo miele...non ne avevo mai abbastanza...mentre lei godeva quasi urlando, tendendo e aggrappandosi con le dita alla catenella delle manette con cui si era bloccata...
Le sue urla divennero di piacere puro, sfrenato, quando con l'altra mano le penetrai anche il culo, prima con due, poi con tre, fino a quattro dita e iniziai a fargliele scivolare dentro insieme alle dita nella vulva....

"Sii...siii...cosììì...cosìììì....aprimi...aprimi tutta...spingi… scopami...fottimi...non fermarti...godo....godo ancora....sto godendo ancora....."
Io non parlavo più...non gemevo più....ero assolutamente preso a procurarle, a strapparle più piacere che potessi dalle carni...e questo mi eccitava come mai mi era successo prima di quel momento....
Tra le sue cosce era un lago di umori, impossibile stabilire cosa fosse suo e cosa mio...sulle mie dita ella continuava a venire, a colare come una sorgente che scaturisca dalla roccia del suolo...e ancora...e ancora....
Quando non ne potevo più dall'eccitazione, senza perdere l'affondo dentro di lei mi sdraiavo accanto a lei in senso opposto ed ella si rotolava su di me, sul mio sesso, teso allo spasimo dalla sua stessa voglia, ingoiandolo senza respiro...come fosse l'ultima cosa che stava facendo in vita sua....portandomi al piacere ed oltre bevendo fino all'ultima goccia di seme che riuscissi a produrre....
Se persi il conto dei miei orgasmi fu impossibile enumerare i suoi...sembrava che il suo fosse un orgasmo continuo, come il mio...dove gli umori che le colavano fin sulle cosce ormai erano solo il prodotto...l'inevitabile conseguenza delle nostre carezze, dei nostri baci...della nostra passione...della nostra voglia....
Con le ultime, residue energie che mi rimanevano in ogni muscolo le aprii le manette e la sciolsi da quella posizione, ormai doveva avere le braccia anchilosate...era quasi il tramonto...e lei mi lasciò fare...si lasciò abbracciare, si lasciò cullare...
Non riuscivo a pensare...non trovavo parole da dire...ero stremato...
"grazie...del tuo bellissimo...regalo...", mi riuscì di dire finalmente...mi parve la cosa più banale del mondo...
Ella mi guardò, con gli occhi socchiusi e segnati da una dolcezza infinita...sconvolgente...poi si portò un dito alle labbra...lo bagnò con la lingua...lo intinse nella vulva che sapeva di lei e di me...di noi insieme...mescolati...me lo diede da succhiare...e poi mi baciò...senza dire una parola...con le nostre lingue che assaporavano il nostro piacere...il nostro sapore...insieme.....