Il lupo Spartaco
C’era una volta, un giovane lupo dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Spartaco.
Dal carattere nobile ed altruista, grande sognatore, adorava lui dipingere il mondo attorno con la sua poesia, amante del brioso ondeggiare dei fiori nei campi, del respiro lieve dei ruscelli all’aria aperta, del candido brillio della luna in cielo, perennemente col muso rivolto verso l’alto, perso nei suoi pensieri.
Nato con una macchia nera sul muso, il lupo dal pelo bianco, non era mai stato ben visto dagli altri animali della Foresta, che lo ritenevano troppo brutto per quella sua particolarità, e lasciato per questo, spesso solo ed in disparte, per nulla vinto, docile e mite lui sorrideva alle loro parole senza remore, componendo la sua poesia Acquazzone/ dondolano al chiaro di luna/i ciliegi ricamando nel suo cuore i propri haiku.
Ed un giorno girovagando per la Foresta, contando le sillabe dei suoi versi, udendo una voce dietro di lui, vibrare affascinata, il suo cuore mancò di un battito, nello scorgere una lupa dagli occhi d’ambra scodinzolante “Che bellissima poesia! Complimenti lupo!”
E Spartaco, goffo, voltandosi adagio, balbettò radioso “Grazie!”
Felice che la sua poesia fosse piaciuta, lui, lupo bianco con una macchia nera sul muso, conosciuto da tutti per quella sua caratteristica, e chiamato per questo col nome di “Nero”, in maniera dispregiativa.
“Non fidarti mai del lupo che ha una macchia nera!” era sempre stata una delle Voci più ricorrenti nella Foresta “Stai alla larga dal lupo bianco, che sul muso porta una macchia nera!” sbarrò gli occhi in quell'istante la lupa, riconoscendolo, e Spartaco, leggendo nello sguardo di lei lo stupore, comprendendone il motivo, indietreggiò “Hai tanto amato il mio haiku, dal non fermarti nemmeno a chiederti, chi ne fosse l’autore!”
“Quella macchia nera!” era sempre stato il ritornello più ricorrente “Come è brutto!” “Al lupo, al lupo!”
Ma lei, nel vedere il lupo abbassare le orecchie appuntite, dopo aver compreso di essere stato riconosciuto, sentì il cuore in subbuglio.
“Non ascoltare ciò che dicono gli altri!” l'ammonì al suo orecchio una Voce “Spesso l’Importante non è visibile agli occhi!”
E la lupa inspirando forte l'odore di lui, riconoscendolo buono, lo chiamò per nome, in un sol fiato “Spartaco! Grazie per il tuo haiku! Il mio nome è Nausicaa, e sono felice di fare la tua conoscenza!” .
“Di nulla!” si fermò lui “Grazie a te, Nausicaa per averlo ascoltato ed apprezzato, sono così pochi quelli che si fermano ancora ad ascoltare poesia! specie poi i miei haiku! molti guardando il colore della macchia che ho sul muso, e fuggono via senza pensarci due volte, per fortuna tu non lo hai fatto, e ancor più per fortuna, tu non hai creduto a quelli che di tutto il mio pelo bianco, vedono solo la macchia nera che porto, e in base a quella, mi chiamano con disprezzo col nome di Nero, quando questo nomignolo, mi era stato posto alla nascita come vezzeggiativo!” abbassò la coda contrito “Grazie per avere amato i miei haiku!” le sorrise.
E lei chinando il capo, per tutta risposta, gli leccò dolcemente il muso, ricambiando il suo sorriso “Spartaco, tu sei il lupo poeta! Il tuo nome è conosciuto da tutti anche per questo! E la poesia non può essere un male!” scodinzolò, sotto lo sguardo esterrefatto di lui, continuando “La poesia è un gesto di pace, è un atto d’Amore!” soffiò col cuore in subbuglio lei, senza fermarsi “La poesia è l’Amore che abbiamo dimenticato, l’Amore a prescindere! L’Amore che è l’unico compenso dell’Amore!” si accoccolò contro il pelo di lui, senza considerarlo diverso “Me lo reciteresti un altro haiku?”
Ed il lupo, accogliendola dentro il suo cuore, tirandole giocosamente l’orecchio con le zanne, annuì “Primavera/ ospite fra rami di ciliegio/un pettirosso”.
Insieme Spartaco e Nausicaa, si diressero verso la stessa grotta, uno di fianco all’altra, scoprendosi a dividere il giaciglio, innamorati. E da allora non si separarono più, e vissero per sempre felici e contenti.