Il maestro racconta, l'origine dll'ombra
La porta della cella si chiuse alle sue spalle. Si avviò con passo deciso verso le barriere che dividevano l'ala carceraria vera e propria dalla zona ricreativa mentre le due guardie non lo perdevano di vista un attimo. Aveva scontato la sua pena, ma gli avrebbero fatto sentire il fiato sul collo fino all'ultimo istante; avrebbe sopportato. Dopo 25 anni li dentro senza mai poter uscire era pronto a qualsiasi umiliazione. Sapeva di aver provocato dolore e sconforto e non pretendeva di essere perdonato, l'uomo che stava per uscire però non aveva niente a che fare con il ragazzo di allora, 25 anni, il massimo della pena secondo la legislatura lunare; sulla Terra avrebbe rischiato l'ergastolo e in alcune regioni che sfuggivano al controllo delle federazioni, la morte.
"Ecco qua il nostro detenuto modello, finalmente ci liberiamo del tuo brutto muso e ti assicuro che nessuno ne sentirà la mancanza; per conto mio puoi uscire e farti ammazzare. Riconosco che non hai mai creato problemi e comunque adesso sei libero, vedi di comportarti bene" Concluse il direttore del penitenziario.
[Le solite cazzate di congedo] Stava pensando [Ancora qualche minuto e poi tanti saluti a te e alla Luna].
Le formalità burocratiche richieserò più di qualche minuto e solo grazie alla sua amicizia con degli addetti evitò di rimandare la sua scarcerazione al giorno dopo, doveva solo restare calmo. Alla fine ebbe l'ok, era libero e nessuno lo trattenne ulteriormente.
Appena fuori controllò l'orario: le 18.30, ora di Londra sulla Terra. Infatti per motivi di ordine sulla Luna vigeva un unico orario, adeguato a quello della capitale inglese; dettagli, l'importante era essere fuori.
Nonostante la buona condotta non gli avevano concesso sconti sulla pena, la legge sulla Luna era chiara in proposito. Avendo lavorato per 20 anni nel rerparto informatico del carcere, era convinto di trovare un qualche impiego sulla Terra. Al momento del rilascio si avevano due alternative: un biglietto gratis per la Terra e una diaria, o il suo equivalente in denaro.
Il giorno dopo era in viaggio per la Terra, destinazione Sidney. Erano 5 gli aeroporti sulla terra collegati alle 3 stazioni lunari: Chicago, Londra, Tokio, Sidney e Buenos Aires.
Aveva scelto l'Australia per stare lontano dai guai convinto che le sue origini britanniche lo avrebbero aiutato ad integrarsi in quella terra ed era sicuro di poter cominciare una nuova vita.
Il suo vicino di volo lo stava strattonando energicamente, si stropicciò gli occhi pesanti e reagì bruscamente, ma l'altro disse gentilmente: "Stiamo per atterrare, non ha sentito l'annucio vocale?" [Evidentemente no, altrimenti mi sarei svegliato] Evitò di essere scortese riuscendo anzi a rispondere: "Scusi, la ringrazio per avermi avvisato" Il sonno lo aveva travolto; dopo un quarto di secolo costretto a dormire su brande tutt'altro che comode, le poltroncine del velivolo sembravano letti a 2 piazze.
Le operazioni di sbarco furono veloci e senza intoppi e grazie al nuovo metodo di decompressione, appena sbarcati si poteva immediatamente accdere all'esterno.
Sapeva già dove dirigersi perchè si era preparato un itinerario con i vari punti da raggiungere calcolando che il denaro della diaria gli sarebbe bastato, ma non doveva sostenere spese extra. Con un mezzo pubblico, il più economico, raggiunse un dormitorio per gli sbercati, alloggi creati appositamente per chi arrivava dalla Luna; super economici servivano per smaltire l'effetto del viaggio e del cambio di fuso. Avendo dormito durante il volo non aveva sonno, ma prima di scendere sulla terra aveva fatto scorta di sonniferi, doveva dormire per prendere il ritmo della città, ma nonostante la dose massiccia di medicinali non riuscì a riposare al meglio. All'alba, preso dallo sconforto, si alzò rassegnadosi a vivere una giornata da incubo, infatti, oltre che al fuso orario, doveva abituare il corpo al clima e alla luce solare; a Sidney era estte piena e lui quel caldo non lo sopportava.
Pagò il conto e si diresse verso la prima tappa del suo tour per registrarsi, l'ufficio immigrazione; dal carcere era uscito con un pass per la Terra valido 72 ore. Per quel lassso di tempo era regolarizzato in tutto il mondo, oltre sarebbe risultato immigrato clandestinamente dalla Luna. Fortunatamente trovò l'ufficio alla svelta e ancor meglio lo trovò semideserto e dopo alcuni minuti era seduto davanti ad un addetto che lo invitava a mostrare i suoi documenti.
"Bene, ottimo, con questo pass non avrà avuto noie all'aeroporto" Confermò l'addetto. Lui non capì se stesse scherzando e rispose:
"E' un pass intercontinentale, per 3 giorni mi garantisce libertà di movimento"
"Certo. Vedo che il suo ultimo domicilio sulla Terra è stato Leicester, in Inghilterra, dico bene?" Ovviamente, era tutto riportato nel suo dossier; mantenne la calma.
"Si, esatto, sono nato e cresciuto a Leicester"
"Poi ha deciso di cambiare residenza, o meglio, l'hanno trattenuta per, 25 anni? Sulla Luna, giusto?" Cominciava a dargli ai nervi. Sapeva che avrebbe incontrato qualche idiota sulla sua strada, ma sperava non subito. Ripensò alla sua cella. [Calmo Larry, stai calmo]
"Giusto. E' riportato tutto nel mio dossier" Sentenziò con naturalezza.
"Bene, quindi lei è un ex galeotto, o sbaglio?" Il tipo stava superando il segno, però aveva bisogno alla svelta del documento di registrazione; contò fino a 10 e rispose con il massimo dell'autocontrollo:
"Esatto, un ex galeotto che ha scontato tutta la sua pena senza una nota di demerito e che ore vuole ricominciare una nuova vita"
"Come mai proprio qui a Sidny? E' piuttosto lontano da Leicester, ha cattive intenzioni?" No, non avrebbe sopportato oltre; quel coso non doveva e non poteva sapere altro. Il suo compito era di rilasciare registrazioni e i documenti che gli aveva fornito erano perfettamente in regola, la pazienza era finita.
"Sentim,i coso: ho sopportato tutte le tue stronzate, ma adesso o mi rilasci la registrazione o ti faccio raggiungere la Luna a calci nel culo, capito?" L'addetto non si scompose minimamente.
"Certo, tranquillo. Oggi è una giornata fiacca e pensavo che un pò di conversazione mi avrebbe distratto dalla noia. Ecco il suo prezioso documento, come vede mentre parlavo mi davo da fare, arrivederla" "Non contarci" Rispose Larry con la bava alla bocca.
[Ecco, sono appena arrivato sulla Terra e già trovo un buffone che mi fa perdere le staffe]
Il prossimo obiettivo era quello di ottenere il documento identificativo, sapeva dove dirigersi e in 15 minuti arrivò a destinazione. Qui fu meno fortunato, c'era un solo ufficio per il rilascio di quel documento e ameno 20 persone in attesa. Prese il suo ticket, 80 minuti di attesa, riportava in neretto. [Maledizione!] Sulla Luna era tutto più semplice: tutte le strutture aperte al pubblico erano dotate dl registro del cittadino. Chiunque era sottoposto alla scansione del DNA e successivamente registrato con tutti i dati di riconoscimento e ogni anno questi dati venivano aggiornati, salvo eventi speciali che ne richiedessero aggiornamenti immediati; chi restava sulla Luna per poco avrebbe dovuto fare la registrazioe ed eventualmente ririfarla al prossimo sbarco. In questo modo erano tutti schedati in modo da avere il controllo totale e da quel momento su tutta la Luna un sistema avanzato permetteva di individuare chiunque e negli ambienti pubblici c'erano delle piastre rivelatrici che individuavano chiunque con il semplice tocco. Sulla Terra non si poteva fare una cosa simile per 2 semplici motivi: primo, le difficoltà di immagazzinamento e redistribuzione di miliardi di dati. Secondo e più importante, tante associazioni erano contrarie al controllo totale della popolazione. Larry non la pensava così; sulla Luna lo avevano beccato, sulla Terra l'avrebbe scampata.
Erano passati 5 minuti, era abituato alle attese, ma dopo anni in galera gli sembrava di buttar via ogni secondo della sua vita. Non era cambiato nulla: burocrazia, lungaggini, disorganizzazione. Finalmente arrivò il suo turno, l'impiegata pareva una delle Gorgoni e Larry provò un approccio gentile.
"Salve. Ho bisogno del documento identificativo" Disse mentre porgeva il documento di registrazione.
"Pensavo fosse qui per acquistare del gelato" Rispose acidamente lei.
[Eccone un'altra] Pensò [Calmo]
"Arriva dalla Luna" "Si" "Il documento di registrazione è ok" "Bene" "Devo compilare la scheda anagrafica, tutti i suoi dati li ricavo da ciò che mi ha consegnato, apro una scheda memoria nel terminale e inserisco tutto" "Perfetto" [Non me ne frega niente di quello che fai, datti una mossa] "Fatto. Adesso mi deve aiutare a compilare il resto del documento, le basterà rispondere a delle semplici domande o se preferisce compilare un modulo e consegnarlo successivamente" Compilare il questionario avrebbe significato altro tempo perso. "Vada per le domande" "Ha deciso di venire a Sidney per?" [Ma che domanda del cazzo] "Per cominciare una nuova vita" "Non è una risposta adeguata, cosa è venuto a fare qui?" "Sono cavoli miei!" "E della società. Lei ha appena scontato 25 anni di galera sulla Luna, il massimo della pena; quindi non è quello che si può definire uil benvenuto. Mi dia un motivo valido per giustificare la sua presenza sulla terra" [Inutile discutere]n "Sono sulla Terra alla ricerca di un lavoro" "Perchè non sulla Luna?" "Sentimi, ritengo sotto molti aspetti la Luna migliore della Terra, ma adesso voglio respirare all'aria aperta e ho deciso di venire giù. Dammi il mio documento e non fare storie" "Intende restare in città o pensa di muoversi?" "Allora non mi hai capito, sono un uomo libero e vado dove mi pare e piace" "Vedo che non l'hanno informata bene, le consiglio di andare da un consulente e farsi schiarire le idee. Ecco il suo documento, buona giornata"
Finalmente, si stava innervosendo. comunque adesso aveva il documento identificativo (D.I.) e decise di entrare in un piccolo locale di fronte agli uffici per fare colazione. Ordinò un panino e una birra e nell'attesa esaminoò con cura il suo D.I. Tra le varie cose riportava una serie di obblighi cui doveva sottostare e non poteva lasciare la città senza avvisare le autorità competenti. Gli venne un ritorno di bile proprio mentre il cameriere del locale gli stava servendo la sua ordinazione "Problemi signore?" "No ragazzo, grazie" Addentò il panino con rabbia e apri il fascicolo del suo rilascio. Lo rilesse più volte, dopo averlo già esaminato attentamente prima della scarcerazione. "Cretino!" Esclamò. Adesso aveva capito l'articolo 9 riportato nel paragrafo D relativo alla normativa terrestre dove era citata chiaramente la condizione di <immigrati speciali> riferita a chi aveva scontato determinate pene sulla Luna. Mangiò il panino e tracannò la birra in un batter d'occhio, pagò il conto e chiese un'informazione al ragazzo: "Senti, a chi posso rivolgermi per avere delucidazioni in merito alle regole di immigrazione dalla Luna?" Il ragazzo lo guardò con sospetto, Larry si affrettò a chiarire la situazione " Sono arrivato ieri dalla Luna, sono più di 25 anni che manco dalla Terra" "Quindi non hai il becco di un quattrino" Era sveglio il ragazzo "Infatti" "Allora ti consiglio di provare ad andare all'ufficio immigrazione, troverai dei consulenti che gratuitamente ti daranno una mano" [L'ufficio immigrazione] "Ma ci sono appena stato" "Non so che dirti, fai come vuoi"
Non aveva voglia di tornare in quell'ufficio, ma prima di cominciare a cercare lavoro e trovare una sistemazione normale doveva capire la sua posizione sulla terra. L'ufficio immigrazione restava sempre aperto, quindi poteva andarci subito. Nell'entrare fu doppiamente soddisfatto, poca gente e il buffone già incontrato non c'era; ottimo. Chiese ad uno degli addetti con chi doveva parlare per risolvere il suo problema, lo indirizzarono verso un ufficio in fondo ad un corridoio alla sua destra. Sulla porta campeggiava il nome e il titolo di chi occupava quella stanza: Adam Flhetnowker, responsabile capo dell'immigrazione lunare. [ok, entriamo a vedere questo Adam Fletower] Entrò deciso, voleva risolvere la questione alla svelta, ma davanti a lui trovò l'ultima persona che avrebbe voluto vedere e restò immobile. "Le serve qualcosa?" Chiese irritato l'uomo. Larry avrebbe voluto girare i tacchi e andarsene, ma l'irruenza della sua entrata l'aveva portato a due passi dal funzionario che se la stava ridendo sotto i baffi. La questione era però di vitale importanza e doveva seppellire il suo orgoglio sotto una buona dose di umiltà. "Dovrei chiederle alcuni chiarimenti in merito alla mia permanenza qui in città e in generale sulla Terra" Era riuscito a parlare con chiarezza senza incrinare la voce nervosa.
"Sentimi, coso; non ho tempo da perdere. Vedi, io sono il responsabile di questa sezione e non mi occupo di perditempo e delle pratiche di un qualsiasi cittadino, quindi se non vuoi che ti prenda a calci nel culo esci da questa stanza e non farti più vedere" Larry aveva capito il messaggio, il funzionario era risentito per il trattamento subito precedentemente e visto il suo ruolo adesso si stava vendicando. Uscì quindi a testa bassa, pensando ad una soluzione alternativa.
"Assolutamente no!" Fu categorica la signorina delle informazioni. "La sua pratica deve essere presa in considerazione da responsabile capo. Se riesce a sistemare la faccenda subito ha risolto il problema, altrimenti dovrà depositare qui i suoi documenti in attesa che vengano esaminati e scadute le 72 ore di permesso dovrà venire ad alloggiare presso la nostra sede" "Di nuovo in gabbia" larry aveva parlato con se stesso ma la ragazza convinta si fosse rivolto a lei rispose "Come meglio crede" [E va bene,facciamo ancora uno sforzo. Tutto quel tempo nelle celle lunari mi sarà pur servito a qualcosa]
Bussò alla porta, nessuna risposta. Dopo qualche secondo provò ancora e dall'interno sentì chiara una voce dire "Avanti" Questa volta entrò con fare meno baldanzoso, cercando di sembrare il meno arrogante possibile. "Di nuovo tu, coso. Ti ho detto che non volevo più vederti, mi costringi a chiamare la sicurezza" "Mi scusi" Riuscì a dire Larry quasi fosse in apnea e l'altro lo invitò a continuare. "Senta, stamattina ero decisamente nervoso. Dopo anni di reclusione faccio fatica a relazionarmi con le persone e ho perso le staffe offendendola e mancandole di rispetto. Le sarei grato se riuscisse ad aiutarmi a risolvere un problema" Adam lo troncò rudemente: E' lei il problema" Larry lo sapeva ma avrebbe preferito non sentirselo dire, chiese quindi perchè. "Senta signor Usher, per motivi di lavoro sono salito alcune volte sulla Luna, non mi sono mai fermato per più di alcuni giorni, ma ho visto e sentito cose che sulla Terra non esistono. Per motivi di riservatezza nel suo dossier vengono riportate solo le informazioni necessarie ma io so che su quel dannato satellite 25 anni sono il massimo della pena e se le hanno inflitto una simile condanna deve aver combinato qualche grosso guaio. Con la mia carica potrei inoltrare una domanda e domani saprei veramente chi è lei, ma non mi serve. Quello che deve sapere e che negli ultimi anni sono cambiate un po' di cosucce rispetto all'inizio della sua vacanza. I rapporti tra Luna e Terra sono sempre meno distesi, per questo motivo la Luna ha deciso di non accettare nessun terrestre che abbia scontato una pena superiore ai 7 anni di reclusione. La Terra non ha potuto fare altrettanto visto che il 95% dei residenti sulla Luna sono terrestri e di conseguenza lo sono la quasi totalità dei prigionieri e quindi ha posto dei limiti in base alle pene scontate sulla Luna. La sua è la massima pena e in virtù dei nuovi trattati non può uscire dai confini di Sidney, pena l'arresto immediato. Ha 30 giorni di tempo da ora per trovare una fissa dimora ed un lavoro stabile" "E se non ci riuscissi?" "Verrà rispedito sulla Luna, non è persona gradita sulla Terra" Larry era frustrato, non gli avevano minimamente accennato alle limitazioni cui sarebbe stato soggetto e il suo morale era sotto i tacchi; il funzionario percepì il suo stato d'animo. "Mi ascolti signor Usher. Non sono lo stronzo che sembro, devo affrontare decine di casi simili al suo e a volte non sono dell'umore di ascoltare tutte le vostre problematiche e lei si è dimostrato poco disponibile" "Mi aveva rotto le scatole" "Ok, ma non è nella posizione per fare tante storie, penso le sia chiaro" "Si" "Dunque. Le dicevo che non sono uno stronzo, posso rilascirle un pass speciale dove menzionerò il minimo indispensabile per avere accesso ovunque senza evidenziare particolari spigolosi, niente di più. Troverà molte difficolta, non ricadà in tentazione e... buona fortuna" "Grazie" Larry attese un attimo, poi il funzionario gli consegnò il pass; iniziava la corsa contro il tempo.
Aveva fatto due rapidi calcoli: con il denaro che aveva, sarebbe sopravvissuto una settimana, doveva rastremare ulteriormente le spese e cercare un alloggio di fortuna. Faceva caldo, dormire all'aperto non lo avrebbe ucciso. Armato di pazienza e con tutti i documenti a posto entrò nella sede dei lavoratori cittadini, era lì che raccoglievano le domande di lavoro, infatti c'erano un mucchio di persone, uomini e donne di tutte le razze ed età. Si rese conto di come fosse tardi e rimandò al giorno successivo la sua ricerca.
Dopo una notte passata a dormire in spiaggia, alle 7 era davanti agli uffici, aprivano allle 8 e pensava di trovare poca gente davanti all'entrata, invece trovò centinaia di persone. Dalle facce capì che molti avevano passato la notte lì, in attesa e allora chiese ad una donna "Mi scusi, ma qui è sempre così?" "Tu sei qui da poco, vero?" Larry aprì le braccia e domandò a sua volta "E' cosi evidente?" "Hai la faccia smunta, vieni dalle celle della Luna e non hai capito un cazzo di quello che ti hanno detto. Gli occhiali da sole e un po' di crema non ti salveranno, la tua pelle brucerà sotto questo sole" Lui restò zitto, lei pareva saperla lunga "Anche io arrivo da lassù: carcere di lunaria; 5 anni senza uscire e 2 di lavori utili e adesso son qui da 2 giorni e non riesco a venirmene fuori e tu?" Senza rendersene conto spaittellò i suoi affari ad una perfetta sconosciuta. "Carcere di Sogol‐T, sezione massime pene" "Urca, 25 anni d'inferno" Più che altro l'alienazione dal mondo reale. Sono 2 giorni che bazzico la Terra e mi rendo conto di essere un alieno" "E' così. Senti, mettiti in fila con me, forse riusciarai ad avere un colloquio oggi" "Grazie. io sono Larry" Io Mabel" Durante le 7 ore successive, nell'attesa del proprio turno, i due si raccontarono le proprie vicissitudini, senza però mai menzionare il motivo della loro condanna, poi Mabel fu convocata per il colloquio e dopo 10 minuti uscì con il volto raggiante "E' andata bene! Tocca a te, ti aspetto fuori, ok?" "Va bene, spero di avere la tua stessa fortuna"
Lo stanzino angusto gli ricordava il carcere. La donna che lo accolse doveva avere più di 60 anni: la grinta da mastino e la carnagione scura le conferivano un aspetto autoritario "Si accomodi" Disse infatti senza tanti fronzoli "Ha qualcosa da mostrarmi?" Larry, pur essendo abituato ai rigidi protocolli della galera, si sentì a disagio. Porse la sua cartella nelle nerborute mani della donna che, dopo una rapida occhiata inserì il D.I. nel suo terminale. "Ci vorrà un po', devo richiamare alcuni dati, nel frattempo se vuole cominciare ad espormi il suo caso accorceremo i tempi" [Tutti molto gentili] Pensò ironicamente Larry "Non ho molto da raccontare" Era inutile nascondersi, i vari enti avevano accesso a tutti i suoi dati, in barba alla riservatezza "Ho passato 25 anni sulla Luna, nel carcere di Sogol‐T. Ho scontato la pena e sono venuto sulla Terra per cercare di rifarmi una vita, lavorando onestamente. Vedo però che ci sono molti problemi a cui non ero stato preparato" Un cicalio avvisò la donna che i dati richiesti erano pronti e dopo qualche secondo si girò fulminandolo con gli occhi "I suo reato è disgustoso, come persona la inviterei a togliersi dai piedi, ma come funzionario la aiuterò a trovare un lavoro" "Grazie signora" "Faccio solo il mio dovere" Dopo 5 minuti era fuori e Mabel gli corse incontro "Allora? Tutto ok?" "Mi ha aiutato, ma adesso viene il dificile" "Perché?" "Perché adesso ogni volta che dovrò richiedere un qualsiasi documento o presentare qualche domanda scritta, la mia colpa sarà visibile" Mabel lo fissò "E' la prassi, tutti dobbiamo espiare le nostre colpe, ma tu, cosa cavolo hai combinato per farti 25 anni a Sogol‐T?" Larry restò zitto, quasi volesse cancellare il passato rifugiandosi nei suoi pensieri. Per anni si era fatto esami di coscienza, aveva cercato di convincersi che in fondo lui neanche le conosceva quelle persone e forse il destino avrebbe agito allo stesso modo, ma in cuor suo sapeva di aver sbagliato. Mabel lo richiamò alla realtà "Larry, Larry! Mi ascolti?" "Ti sento, ti sento" "Allora? Cosa hai combinato? "Ho cercato di scaricare un programma dal sistema" "Cosa? 25 anni per un programma? Mi stai prendendo in giro?" Mabel era su di giri "Stai calma, il programma si chiama <A SPASSO NEL TEMPO>" La donna guardò irritata il nuovo amico "A spasso nel tempo. E chi non lo conosce? E' il gioco più scaricato e utilizzato nella rete globale. Senti, non ti ho chiesto nulla e non sei obbligato a dirmi nulla, risparmiami però queste stronzate, ok?" Larry la capiva, aveva tutte le ragioni e anche se l'aveva conosciuta da poco, sentiva di potersi fidare di lei. Con un gesto le afferrò le mani, delicatamente, fissandola negli occhi "Scusa, non voglio prenderti in giro" Lei avvertì un calore nelle mani, lo sgaurdo di Larry era sincero e disse con calma "Puoi fidarti di me Larry" Lui sapeva di non potersi fidare di nessuno, lo avevano messo in guardia, ma adesso aveva bisogno di qualcuno con cui condividere il suo peso "Ascoltami bene Mabel. Il gioco a cui ti riferisci, quello che tutti conoscono, è solo uno specchietto per le allodole" "Uno specchietto per cosa? Domandò lei sconcertata "E' un modo di dire, uno specchietto per le allodole, un diversivo. Tutti guardano lo specchietto e intento gli fanno passare sotto il naso ciò che vogliono. Funziona così, tutti concentrati lì mentre qualcuno gioca sporco" Adesso lei lo seguiva "Spiegati meglio" Lui le lasciò le mani e cominciò a gesticolare "A spasso nel tempo è un modo per carpire informazioni da chiunque entri in rete" Lei lo interruppe "Non stai dicendo niente di nuovo,da sempre funziona così, tutti in rete e il sistema ci ha preso per i coglioni" "Mabel!" "Scusa, continua" "Te la faccio semplice. Hanno creato un sistema di connessione parallelo a quel gioco, qualcuno riesce veramente ad influenzare gli eventi del passato" Ci fu un attimo di silenzio, poi lei ruggì "Ho detto che puoi fidarti di me e tu te ne esci con queste..." "Zitta, per favore, non urlare. Ti sto dicendo la verità, hanno creato un sistema per influenzare il passato" "Una macchina del tempo?" Era quasi divertita "No! Ti dico che è una cosa seria" "E tu come le sai tutte queste cose? Cosa centrano con la tua condanna?" Lui respirò profondamente, ormai si era lanciato "Lavoravo nei servizi segreti del mio paese, ero uno dei migliori informatici, poi mi mandano sulla Luna per un incarico sulla carta semplice semplice e invece è un bel casino. Siamo lì, dobbiamo aggiornare dei sistemi che non avevo mai visto e poi io scopro qualcosa di strano. Di nascosto mi intrufolo nel sistema e apisco cosa sta succedendo; sulla Luna hanno realizzato un qualcosa capace di influenzare le azioni del passato, attraverso ombre, suoni, persino odori, si riesce a condizionare la mente della gente del passato per trarne vantaggio nel nostro presente" "Non ci credo" Affermò decisa lei "Ti capiso. Sappi che io sono entrato in quel sistema e ho causato diversi casini. Se sono vivo e non mi hanno fatto fuori è solo perché gli servo"
Si fissarono intensamente, scavando nei rispettivi animi, poi lei disse: "Troviamo un posto per la sera, ho voglia di fare l'amore con te" "Anche io" Si presero per ano e si avviarono verso il centro della città.
"E poi? Non finirà così" Chiesero tutti in coro.
"Assolutamente no, questo è solo l'inizio" Concluse il maestro "Cioccolata?"