Il ponte di Eraclito
"Mamma mamma, ma è vero!!!!" l'ho visto con questi occhi! L'altra metà del ponte non c'è più, è caduto in acqua! solo i pesci possono andare dall'altra parte del fiume perchè lì è intero!"
"Gigi, la tua fantasia è illimitata! Ma come fa un ponte a non esserci più!Dal giorno alla notte? e poi scusami, ma ai pesci non serve il ponte in acqua, loro possono nuotare e in ogni modo li hai mai visti uscire dall'acqua? Morirebbero! Se non vogliamo bagnarci , siamo noi uomini a dover avere qualcosa sotto i piedi, per spostarci da una parte all'altra del corso d'acqua. Ora, per favore vai in camera tua a studiare!".
Gigi se ne andò offeso in camera sua. chiuse la porta a chiave e uscì furtivamente dalla finestra. Non poteva fare le sue operazioni di matematica con questo dubbio. Armato del suo zainetto, si diresse fuori dalla città.
Il ponte era lì, come l'aveva descritto alla mamma, si fece coraggio e si avvicinò, con ancor più coraggio percorse la metà del ponte visibile ai suoi occhi.
"Gigi, e ora che cosa vuoi fare?" Gigi sobbalzo, chi era che parlava? Chi conosceva il suo nome? Si guardò attorno, ma non vide nessuno. "Sono quaggiù... ehilà!"
Una buffa creatura lo salutò. Era di verde vestito con un buffo cappello a punta e delle strane scarpe con la punta a ricciolo. "Chi sei?" chiese Gigi, "Mi presento sono Fantasy, il folletto guardiano del ponte. Ciao Gigi!" Gigi rimase a bocca aperta, il folletto continuò: "Ti chiedi come faccio a sapere il tuo nome? E' una magia..."
Gigi si sedette con le gambe penzoloni e magicamente la metà del corpo sparì inghiottita da una soffice nuvola grigia. Si divertì a far muovere la mano avanti e indietro, ora c'era, ora non c'era più. Fantasy con un balzo gli saltò sulla spalla destra e iniziò: "Io sono un tuo vecchio amico, ma forse non ti ricordi di me; succede sempre così a voi umani, più andate avanti nella vostra vita e più diventate ottusi, tonti, stupidi.
Dall'altra parte del ponte c'è il nostro mondo magico. Solo i bambini come te riescono a vederlo, ma più si diventa grandi e meno si riesce a distinguere, a credere nella magia, nella fantasia..."
"Perchè lo vedo intero nell'acqua? I pesci sono più magici e più fantasiosi di me?" Lo interruppe Gigi. "No, i pesci non c'entrano nulla, è l'acqua l'elemento importante, perchè se rimane pura e limpida è l'unico elemento terrestre a poterlo rispecchiare, a condizione che anche chi vede sia spontaneo, e tu Gigi lo sei, per ora... Ti darò un oggetto per farti ricordare queste parole: "Cerca sempre nella vita di conservare un po' di magia in quella testolina" e bussò sulla fronte di Gigi.
Il dolore del "toc toc" sulla fonte a poco a poco divenne suono.
"Gigi è permesso? Dai apri, sono la mamma..."
Gigi si ritrovò in camera sua con la testa sul quaderno di matematica, seduto alla scrivania, lo zainetto sulla spalliera del letto con la targhetta del suo nome che usava alla scuola elementare, sul comodino il suo peluche, con l'etichetta del marchio di fabbrica, Fantasy.
"E' stato tutto un sogno" si disse Gigi tra sè e sè. Alzandosi dalla sedia gli cadde a terra un piccolo bracciale, mai visto prima di allora, se non in quel sogno.