Il porno attore
La professione o mestiere che dir si voglia del porno attore non viene esercitata in Italia per motivi vari, non ultimi il divieto non scritto ma sottinteso politicamente da parte dei ‘bacarozzi’ vaticani sempre pronti a parlare di moralità dimenticando gli scandali di pedofilia dei suoi componenti. Alberto Minazzo trentacinquenne era un porno attore, il suo ‘teatro di posa’ si trovava in Cecoslovacchia, a Praga ma quando era libero dagli impegni di ‘lavoro’ ritornava nella città natale. A Roma si sentiva euforico, il soggiorno romano era per lui la panacea delle scocciature giornaliere. Proprietario di un trivani in via SS.Apostoli ereditato dai genitori faceva la vita di Michelaccio: mangiare, bere ed andare a spasso, pensava a risolvere tutti i suoi problemi di casa Elvira la portiera peraltro ben remunerata. Una mattina in via Anagnina: “È lei il signor Alberto Minazzo?” “A sua disposizione signorina, in cosa posso esserle utile?” “Signora, sono Alessia Buonavolontà, una inviata della rivista ‘SETTE’ stampata qui a Roma, dovrei farle un’intervista, lo so è una noia, anche per noi giornalisti, solite domande retrive a cui avrà risposto tante volte per non parlare delle foto tutte uguali come stile: sorriso degli interessati a trentadue denti, altre di profilo tranne che per i possessori di nasi lunghi, in questo caso inquadrature prese dal basso, per le orecchie a sventola uno scotch per farle avvicinare alla testa, per la bocca in dentro del cotone posto sotto le labbra.” ” Proviamo allora a cambiare, le domande le faccio io, quante volte alla settimana scopa con suo marito?” “Che sta dicendo, sono in diretta col giornale non posso cambiare la conversazione!” “I lettori potrebbero essere curiosi di sapere da chi provengono le notizie ed avere anche delle foto ‘significative’ dei corrispondenti soprattutto se si tratta di femminucce alle prime armi come lei, la vedo in crisi.” Staccata la diretta: “Mi sto riprendendo, d’altronde devo farmi le ossa! Penso che lei sia la persona giusta in quanto a faccia tosta!” “Andiamo in una trattoria tipica romana situata qui vicino, “Da ‘Sugamelo’ è un soprannome del padrone del locale, il vero nome è Gigetto Nuvolari, nulla a che fare col campione automobilistico, poi si renderà conto del perché quell’eccentrico nome del locale.” All’entrata: “Carissimo, ancora una volta hai colpito, stavolta proprio nel centro, beato te cui piacciono le donne! Il solito menù afrodisiaco ma a te non occorre!” “Perché viene a mangiare qui, ci sono tanti altri bei posti…”Mi piace essere sincero, Gigetto non mi fa pagare e il locale è frequentato da tanti suoi ‘colleghi’ spassosi, si prendono per il culo fra di loro, nel senso che si prendono in giro, hanno il senso dello humour e poi guardali come sono vestiti, puoi scattare delle foto da inviare al giornale, sono uniche, farai un figurone.” Alessia fece il figurone previsto da Alberto, il giornale quella settimana andò a ruba soprattutto per le foto spassose e particolari, Alessia telefonò ad Alberto per ringraziarlo dei suoi suggerimenti, mio marito Oronzo Cassano è pugliese, è impiegato alla Agenzia delle Entrate, se lei è d’accordo una domenica sera possiamo andare a cena insieme, stavolta il locale lo scelgo io, il mio direttore dopo il successo dell’ultimo numero vuole servizi particolari, fuori del comune, soprattutto di sesso, andremo al ‘Vello d’Oro’. Oronzo Cassano, pugliese, fu presentato dalla consorte ad Alberto, il locale prescelto era situato in una stradina laterale del Lungotevere della Vittoria, un’entrata a vetri colorati illuminata da tre lampioncini ‘patriottici’ colori bianco, rosso e verde, di lato una scritta eloquente.‘È severamente vietato l’ingresso ai minori di diciotto anni.’ A far rispettare il divieto una specie di gorilla fatto uomo dalla folta barba e con alla cintura un manganello, controllava i documenti dei clienti che volevano entrare nel locale. Al guardaroba si depositavano sia i cappotti che mille Euro per la cena spettacolo compreso, ricevuta fiscale? Sconosciuta. Rivolta al marito:“Caro lunedì c’è lavoro per te.” “Io mi limito a fare una segnalazione alla Finanza, il resto del lavoro lo fanno loro.” Cena di buon livello servita a tavola da una cameriera in topless, la macchina fotografica fu da subito sequestrata ad Alessia che però si era scaltrita, aveva acquistato una piccolissima fotocamera una ‘Minox’ con zoom con cui riuscì a riprendere un po’ tutto il locale e soprattutto lo spettacolo. Alla fine del pasto musica brasiliana in sottofondo, entrata di bellissime donne sempre in topless che iniziarono a ballare fra di loro, finale inaspettato, due delle danzatrici avevano qualcosa in più, un ‘batacchio’ peraltro di notevoli proporzioni, visione breve, le ballerine, trans compresi si ritirarono coperti di applausi. “Caro oltre la Finanza bisogna avvertire la Polizia!” “I finanzieri sono anche agenti di Polizia Giudiziaria, penseranno a tutto loro.” Ormai la strada giornalistica intrapresa da Alessia non poteva essere abbandonata,la signora pensò bene di mettere a frutto un ‘vizietto’ di suo marito, non quello del film ma l’abitudine di Oronzo al voyerismo, far masturbare la consorte e poi seguirla nello stesso campo. Alessia propose una triologia, tradotto lei ed Alberto a sollazzarsi sessualmente, Oronzo a far da spettatore masturbandosi e scattando anche delle foto significative alla consorte ed amante, lui ogni tanto entrava in scena con una maschera in viso. Considerata la sua professione era d’obbligo non farsi riconoscere soprattutto dai coinquilini di via XX settembre. Alberto, a digiuno da vario tempo alla nudità di Alessia rispose con un’alzata non di scudi ma di un ‘ciccio’ mostruoso agli occhi della signora che si limitò a dare direttive sessuali: “Prima il clitoride, solo dopo un mio orgasmo la penetrazione, sii delicato col quel cosone…” Alberto trovò un clitoride piuttosto grosso, fuori del normale e dire che lui in quel campo ne aveva di esperienza, Alessia lo meravigliò ancora con orgasmi ripetuti e lunghissimi, molto probabilmente il marito la lasciava insoddisfatta. All’ennesimo orgasmo: “Cara non è che poi ti senti male!” “Ma quando mai, ho un record di undici, siamo solo a cinque!”Nel frattempo Oronzo aveva ripreso il vizietto preferito, si stava bellamente masturbando, la macchina fotografica con congegno di autoscatto intervallato stava riprendendo tutti e tre. Alberto pensò ad una foto particolare al clitoride di Alessia ‘immerso’ in un mare di pelame, una foto fuori del comune che ancora una volta piacque sia al direttore che agli acquirenti della rivista. Alberto aveva l’arte fotografica nel sangue, propose un servizio notturno sulla spiaggia di Torre Astura vicino Nettuno, spiaggia con sabbia dorata nei pressi di una pineta. Alessia protagonista senza vestiti ma non il solito nudo, doveva Oronzo doveva riprendere con varie pose la signora impaurita che sfuggiva alle voglie di un sadico ben ‘armato’, Alberto. “Caro la volta passata ho visto le stelle nel senso che non avevo mai provato un ‘batacchio’tanto grosso, non si lamentano la ‘attrici’ con cui lavori?” “Figurati, per guadagnare di più si girano anche di spalle.” “Vuoi dire nel popò?” “Esattamente tu che ne diresti?” “Pensiamo al servizio fotografico. Primo scatto: Alessia passeggia lungo la battigia vestita, secondo scatto le si avvicina un uomo che cerca di convincerla ad un rapporto sessuale, terzo scatto la donna cerca di scappare inseguita dal sadico, quarto scatto, il sadico la raggiunge e le strappa i vestiti, quinto scatto la donna nuda mostra le sue nudità dotate di forte carica erotica, sesto scatto particolari del viso piangente con in risalto la fica ed il culo, settimo scatto arriva un cavaliere e la salva mettendo in fuga il sadico, ottavo scatto: finale sessuale fra i due. Il direttore ancora una volta apprezzò quelle foto che avevano maggior impatto sui lettori meglio di una ripresa cinefotografica. Il soggiorno a Roma di Alberto volgeva al termine, la notizia sconvolse Alessia che si era innamorata di lui. “Cara hai sempre saputo qual era la mia professione, in Italia non posso lavorare.” “Io non posso stare lontano da te, vorrei seguirti a Praga.” “In Cecoslovacchia la vita è difficile, non conosci la lingua, non potresti lavorare, io guadagno bene ma devo pensare anche alla mia vecchiaia, nessuno è più patetico di un ex attore porno!” “Nascerà una nuova coppia del porno internazionale, posso truccarmi alla grande, so scopare pure alla grande…” “Dovresti talvolta cambiare uccello…” “Non sono ancora così aperta di idee, a proposito di idee che ne diresti di andare in Puglia, acquisire la residenza in una villa di mio marito, all’inizio potremmo portare con noi un uomo ed una ragazza giovani per girare pellicole porno, come copertura farli risultare camerieri, accontenteremo anche Oronzo, lui da me accetta tutto, ha amici in alto grado e potrebbe farsi trasferire in un ufficio vicino casa sua a Lecce, gli farò tante coccole da convincerlo.” Le coccole funzionarono. Silvia e Valerio due ventenni borgatari romani, invitati ben remunerati a girare film porno, pur di uscire dal loro ambiente accettarono entusiasti la proposta: vivere agiatamente in una villa sul mare facendo quello che erano abituati a fare gratis.
Alessia conobbe altri ‘volatili’ di giovani meno grossi ma molto performanti: ‘Juventus semper vincit’, non si trattava della squadra di calcio…