Il rapimento da La mia casa di E.Molaschi

“Parlaci di questa macchina nera” disse John.
Karl estrasse da una tasca della giacca un blocco per gli appunti e
una matita.
Liam si fece attento e la osservò.
Nela si sentì come se fosse uscita dal proprio corpo. Si vedeva, ma
non capiva perché dovesse essere lei quella persona. Era puro
spirito, quel corpo che si muoveva automaticamente da solo
doveva appartenerle, ma non lo sentiva suo. Le capitava quando
aveva un dolore forte e inaspettato, ma ora non sentiva quel tipo di
male. Iniziò a raccontare, sentendo la sua voce e chiedendosi
perché le sembrava di sentirla così lontana, come in un eco.
“Liver era diventato famoso senza spostarsi da casa troppo a
lungo. La fama è pericolosa, ma sapevo che lui voleva ancora
diventare ricco e famoso. Tutti gli scrittori lo vogliono, più o
meno. Non aveva problemi a casa, ma ne aveva fuori. Era spesso
seguito da una macchina nera. I primi tempi, pensavamo che fosse
un fan e ci ridevamo su.”
Si sentì tirare su col naso e si chiese perché visto che lei, lì
dov'era, non provava nessun dolore psichico. Era come se fossemorta, pur essendo in vita. Come se il suo spirito potesse restare lì
a vedere cosa faceva il suo corpo. Ricordò che, se era così, doveva
provare un dolore immenso. Si stava difendendo dallo shock. “Un
giorno, mio figlio si stava dondolando sull'altalena da solo. Vide la
macchina nera fermarsi davanti casa e si avvicinò. Vide solo una
mano che gli porgeva caramelle. Non notò il resto del corpo, in
quanto la macchina nera aveva i vetri oscurati e la portiera era
stata aperta di poco. Forse la persona era bassa, o si era ritratta
abbastanza da nascondersi alla vista. Fatto sta che io, per caso,
notai la scena e mi precipitai a salvarlo in tempo. Urlai di andare
via. Portai mio figlio in casa. Da quel giorno continuai a dire che
bisognava chiamare la polizia, ma non fui ascoltata.”
Nela continuò a vedersi da fuori. Era seduta in un modo che non
era quello con cui si accomodava quando raccontava storie del
genere.
“Sembrò che la macchina nera avesse smesso di passare davanti a
casa ma, in realtà, seguiva Liver appena usciva. Il punto è che
quella macchina è molto comune, mescolata alle altre. Sarebbe
stato più facile se fosse sempre rimasta vicino a casa. Lui disse di
lasciar perdere. Non c'erano pericoli per il bambino. Magari, era
solo un'impressione perché di macchine nere ce ne sono ancora
tante. Non potevamo essere sicuri che tra quelle auto ci fosse
davvero quella che ci interessava, ma io sì. Io lo sapevo. Ho
imparato a prepararmi al peggio da tempo. Almeno, in teoria,
quando cadi ti fai meno male. Sapevo che quella macchina era un
pericolo. Avevamo fatto un accordo. Lo avremmo rispettato, se
l'auto non avesse rapito mio marito e mio figlio. Mi chiedo solo...
come sia potuto succedere mentre dormivo. Forse Liver era
rimasto sveglio a lungo per controllare se l'auto era tornata. Forse
il bambino si è svegliato, ha seguito il padre e sono stati catturati
entrambi da chi era nel veicolo."
“Descrivi l'auto” disse Karl che, stranamente, invece di scrivere,
disegnava.
Gli altri lo guardarono straniti.
“Che c'è? So anche disegnare, io. Allora? Non avete mai visto un
uomo disegnare?”
“Io non capisco nulla di auto, so solo che è molto comune, ce ne
sono tante in giro. Potrebbero essercene anche qui” rispose Nela.
“Cercando in internet, non sono riuscito ancora a capire quale sia,
effettivamente, l'auto più venduta qui e quale nel mondo. Lo stesso
sito cambia le classifiche mese per mese e, quella che dicono
essere più venduta nel mondo, qui non è affatto ai primi posti
negli ultimi mesi. Ho trovato questo: “L'allargamento degli spazi
cromatici amplia la gamma di opzioni destinate al settore auto. Il
bianco, il nero, il grigio e l'argento conservano la propria
posizione dominante nella categoria dei veicoli non commerciali,
ma ci sono nuove quote di mercato per i colori giallo, arancione,
verde e viola” lesse John. “È chiaro che Oliver non si sentisse
minacciato. Avrà deciso di credere che, se si fosse fermato a
controllare ogni auto nera nelle vicinanze, sarebbe impazzito. È
chiaro, però, che...”
“Ha fatto male” concluse insieme a Nela, la quale era rientrata in
se stessa appena l'amico aveva iniziato a parlare.