Il torto
Lo sguardo, in cui nasce e germoglia la tenerezza, è quello che rivolgi ai tuoi figli. In un gesto di intima unicità con la tua compagna... spiare la bellezza che cresce, che privilegio! L'orgoglio della creazione.
Precludo a me stessa ogni gioia... ma questo non può guarire una giornata guasta.
Intimità che non avrò... accessi che non porteranno il mio nome nei sorrisi dilatati... A cosa serve l'amore?
Sanguino ogni giorno, stillo bene come una fontana dal flusso continuo...
Questo tempo, imprigionato sulle mie orme. Costretto, come uno slip stretto, a mollare la presa nel suo elastico e ferirmi. Questo tempo, che lascia il suo segno in ogni istante, non mi darà l'agilità della comprensione...
Io non lo domino. Lo sfioro, lo seguo, l'inseguo... e non lo domino.
Il vuoto di questo cuore.
Il suo volto sfinito, la sua superficie scivolosa e assorbente.
Il nonsenso che delizia queste giornate prive d'intenzione.
Cos'è questo affrettarsi?
Ciò che dentro devasta e scuote le mie ragioni fino in fondo l'anima, fino all'ultimo filo legato al consueto comune... Questo dentro che è fardello immenso per comprensione e affanno dato così, senza istruzioni per l'uso... ad un cuore tanto piccolo. Incompreso. Ineluttabile. Intangibile.
Mi lascia svanire.
Non è abbandono, non è conforto, non è un semplice dondolarsi fra intelletto ed emozione.
Non mi dondolo... solitamente mi inginocchio con un sol colpo e poi, m'accascio.
Oggi che il mondo mi violenta semplicemente perchè esisto (o esiste?), che mi dileggia senza tregua e no, non mi fa sorridere. Oggi che la spensieratezza proprio non riesce a sfornare gioia perchè si riversa esanime in preda al delirio più grande... Oggi che nessun amore può alleviare la mia pena, ti guardo distante... come se tu fossi il mio peggior torto, e quasi sorrido, perchè t'invidio...