Il trasferimento
A Bastiano risultava che il trasferimento di un insegnante di scuole superiori da una città del sud in uno istituto della capitale era ‘cosa’ difficile. Sua moglie Mimma c’era riuscita con un ‘aiutino’ diceva lei, bah! L’avere poi occupato l’abitazione di una zia deceduta era stato il massimo, unica scocciatura il trasferimento del mobilio da Messina a Roma in via Giordano Bruno, scocciatura sino ad un certo punto in quanto la casa era ubicata nello stessa via dell’istituto Gaio Cornelio Tacito dove Mimma insegnava al liceo classico. Dopo due giorni tutto a posto anche con l’aiuto di Marilù e Gianni due simpatici coinquilini di nuova conoscenza della stessa scala. La dama era in confidenza con i fornelli, Gianni di lavoro imbarcato su una piattaforma petrolifera, attualmente a terra. La terza sera Bastiano era il più stanco: “Non so voi ma io vado in braccio a Morfeo (Bas aveva studiato al liceo classico). Verso le tre di notte in pieno sonno Bastiano percepì l’arrivo nel letto matrimoniale della consorte, Mimma prese a parlare ma il marito percepì appena la voce, troppa stanchezza. Improvvisamente il ‘ciccio’ del padrone di casa ebbe un’impennata e pian piano si intrufolò nella gatta della consorte che: “Caro ne ho avuto abbastanza ieri sera, fammi dormire!” Bastiano non ricordò di aver proceduto a piacevoli giochi erotici, no proprio niente del genere e allora? Non c’era che una spiegazione…”Dì la verità Gianni ti ha scopato!” “Ho provato anche dei piaceri saffici con Marilù, non pernsavo…” Un nuovo mondo si era aperto dinanzi a Bastiano, era stato sempre anticonformista ma…”Pensavo che avresti preparato qualcosa da mangiare, va bene ci penso io, per fortuna oggi è domenica. Bastiano bussò alla porta dei due novelli amici, aprì Gianni in costume adamitico: “Entra sto andando a fare la doccia.””Gianni sembrava particolarmente soddisfatto al pari di Marilù che prese a baciarlo in bocca. “Tua moglie mi ha distrutto il marito ma anche me…” Atmosfera rilassata, per tutti tutto sembrava normale, sesso sempre svolazzante ed a portata di mano. Gianni: “Devo andare a Fiumicino a prendere Amos un amico tedesco giovanissimo sempre arrapato che sta sbarcando dalla piattaforma petrolifera, porto con me Marilù, mi raccomando cara minigonna senza caleçons né reggiseno, sarà una sorpresa per lui.” Amos si distinse dagli altri passeggeri che scendevano dalla scaletta, alto, biondo, imberbe. Recuperati i bagagli successe un patatrac: doganieri, poliziotti, finanzieri con cani al seguito, tutti addosso ad Amos che da parte sua manifestava la massima serenità, quid accidit’? Ras e Tralla i due cani antidroga avevano annusato della cannabis e davano chiari segni di nervosismo. Venne fuori la verità, Amos era in possesso di un attestato medico internazionale in cui veniva autorizzato a trasportare ed a consumare della cannabis ad uso personale terapeutico perché affetto da ‘Sindrome di Stanchezza Cronica, a Roma avrebbero detto ‘morto de sonno’. Munito di un buon reddito personale, nella piattaforma petrolifera condivideva gli agi col direttore del mezzo di estrazione (era suo figlio) era un po’ un cuculo, non lavorava come gli addetti dodici ore consecutive, per lui la vita era un bengodi e tale era anche a Roma in via Giordano Bruno non tanto per la cannabis che ‘spargeva’ a piene mani ai coinquilini quanto ad una sua caratteristica fisica apprezzata dalle dame, un pene non eccessivamente grosso che faceva provare nel popò alle signore ripetuti orgasmi non dolorosi. I maschietti, invidiosi, si coalizzarono e lo rispedirono sulla piattaforma, lì Amos conduceva sempre una bella vita, gli mancavano solamente le piacevolezze muliebri ma nella vita non si può avere tutto…