Il viale del brivido
Lo depose sulla riva del ruscello. Impacchettato come un dono di Natale. L'annusò, lo baciò, lo benedisse con le litanie del bosco. Scavò una piccola buca e lo seppellì, seria in volto, come dinanzi al passaggio d'una reliquia. Tre sole lacrime dagli occhi vitrei. Tanto dolore crocifisso alla ragione. "Amore mio, riposa in eterno!" E coprì con la terra quel che restava del suo tormento. Poi attese la notte e cantò le mille preghiere delle streghe prigioniere. Quando il sole si levò ad illuminare il monte, non restava già nulla dell'innocente oltraggio. Un mucchietto di terra rimossa e tanto sangue avvelenato. Il cuore strappato dal suo petto e una lunga scia di lacrime furtive.
Finì così quell'amore incredibile. Calpestato dagli sconosciuti e ossequiato da talpe e lumache.
Il suo dono. Rosso di sangue e nero di paura. Donato all'incuria del mondo e al passaggio delle stagioni.
Di lei non si ebbe notizia.
Né mai la cercò il cavaliere ingrato.