Il Villaggio Dei Trans
Alberto era diventato lo chauffeur dell’ambasciata francese a Roma grazie all’amicizia con Alessandro colà impiegato da anni. Alberto poteva anche fare a meno di lavorare per la consistente eredità ricevuta dalla moglie Annamaria ma non era il tipo di stare in panciolle. Con Anna si erano conosciuti alla quarta ginnasiale, erano diventati prima amici e poi innamorati ma non di un amore giovanile ma qualcosa di più profondo. All’inizio solo rapporti manuali ed orali sin quando Alberto un giorno all’uscita da scuola: “Che ne dici di farmi assaggiare il fiorellino?” Anna stava per rispondergli per le rime ma ci ripensò: “O prima o poi…” Chiese consiglio a sua madre Fiorella alla quale confidava i suoi problemi. Mammina si mise a ridere, abbracciò la figlia: “Anch’io con tuo padre ho avuto lo stesso problema, se sei innamorata di Alberto…ma prima recati dal nostro ginecologo Mariano per farti consigliare una pillola adatta alla tua età.” Il pomeriggio seguente: “Dottore è un bel po’ che non ci vediamo…” “Mia cara ti ho subito riconosciuto, ti ho visto nascere ed ora immagino quello che mi chiederai. Alla tua età sarebbe un grosso problema rimanere incinta, vai in farmacia con questa ricetta , auguri a te ed al tuo fidanzato.” Dopo circa un mese:“Mamma oggi pomeriggio ho invitato Alberto a casa nostra, c’è un bel film all’Odeon che ne dici di andarci con papà?” Fiorella abbracciò la figlia, anche lei aveva avuto quell’esperienza che sperava fosse positiva per sua figlia. “Alberto alla vista di Anna in camicia da notte comprese subito e ‘ciccio’ si inalberò alla massima potenza. “Non ricordavo fosse tanto grosso, sii delicato!” “Alberto ci mise un bel po’ ad entrare nel fiorellino, fu delicato, da allora ebbero rapporti tipo coniugale e quello zozzone di Alberto chiese ed ottenne anche il popò! Una mattina Alessandro si presentò ad Alberto con un giornale francese, sapeva che il suo amico conosceva questa lingua, Alberto stesso fu in grado di tradurre l’annuncio: ‘Villaggio dei Trans’ vicino ad Annecy Alta Savoia. “Arbè dì la verità ti piacerebbe una novità come questa, in fondo i trans sono mezze donne…” “Si ma anche mezzi uomini ed io non ci tengo…” “Parlane con Anna, le donne sono più curiose dei maschietti.” Era proprio vero, Anna accolse la proposta con un “Perché no!” e quindi fattibile, fu eseguita la prenotazione tramite fax indicato nel giornale. Alberto con i soldi uxoris aveva acquistato una DS 7 Cross Back blu notte, uno sciccheria di auto. Alla partenza di mattina presto raccomandazione di prudenza da parte dei genitori di ambo le parti, Alberto non aveva fretta, aveva messo in funzione il navigatore satellitare, dopo circa sette ore fermò l’auto in un Motel in autostrada vicino Torino. “Che ne dici di una cena leggera ed un riposino…” “Conosco i tuoi riposini, d’accordo!” Alberto arrivati in camera consumò il riposino ed ambedue si svegliarono presto riprendendo l’autostrada. Passarono le dogane sia quella italiana che quella francese senza problemi e dopo quattro ore trovarono vicino Annecy la scritta ‘Villaggio turistico a due chilometri’, non era specificato il genere ma era probabile che fosse quello cercato dai due. Infatti più avanti una scritta specifica ‘Villaggio Turistico dei Trans.’ Dietro una sbarra si presentò una ragazza bionda, ovviamente parlava francese: “Qui êtes vous’” “Siamo Alberto ed Annamaria da Roma.” La ragazza guardò un elenco e poi: “Entrate, il vostro è l’ultimo bungalow a destra, buon soggiorno.” Se la ragazza parlava italiano era chiaro che molti connazionali frequentavano quel posto. Durante il tragitto Alberto ed Anna notarono molti signori e signore di varie età completamente nudi, probabilmente gli ospiti e poi delle ragazze in minigonna e seno di fuori, forse le trans del villaggio che con quell’abbigliamento nascondevano in parte la loro mascolinità. Il vicino bungalow di Alberto e di Anna era occupato da due signori, un uomo ed una donna che uscirono completamente nudi. Si presentarono: “Siamo Gabriele e Fiorella da Napoli, vi abbiamo sentito parlare, dall’accento penso che siate romani.” “A cena, potremmo stare allo stesso tavolo.” La sala addetta a mensa era molto ampia, gli ospiti con un asciugamano sotto i glutei, la inservienti more solito con tette al vento e minigonna dalla quale per alcuni o alcune che dir si voglia faceva capolino un pisello. Il vitto era discreto anche se Alberto si aspettava qualcosa di meglio, gli era stato chiesto il compenso anticipato del soggiorno per quindici giorni di quindicimila Euro, cinquecento Euro a testa. Finito di mangiare una passeggiata digestiva vicino alla piscina esterna ben illuminata, qualcuno si faceva il bagno evidentemente lo preferiva al vitto. Solita iniziativa di Anna: “Che ne dite se ci ritiriamo nei nostri bungalow, magari, sempre se siete d’accordo un wife swapping…” I due napoletani compresero il gergo di Anna, si guardarono in viso e furono d’accordo. Alberto fece una buona figura col suo ‘pisellone’ anche a riposo. Prima di arrivare all’interno della capanna lo sfoderò alla grande che fece ridere gli altri tre. “Scusate ma il mio’ciccio’ è capriccioso nel senso che…” Fiorella: “Non ti preoccupare, io amo i capricciosi specialmente nel campo sessuale.” Passaggio nel bagno di Alberto con Fiorella che volle lavare lei il ‘ciccio’ del partner improvvisato: “Oh questo seguita a crescere, mi distruggerà la cosina!” Alberto col solito repertorio: cunnilingus che portò quasi subito Fiorella all’orgasmo, La signora: “Voglio insegnarti un giochetto, entra con l’uccellone sino a metà vagina, strofinalo in alto e resta in quella posizione.” Alberto da buon allievo eseguì le direttive e dopo un po’ Fiorella si esibì in un orgasmo lungo ed intenso, non finiva mai. Ci volle del tempo prima che la dama si riprendesse poi baciò Alberto in bocca: “Quello era il mio punto G.” “Se vuoi lo rifacciamo.” “No, mi sento svuotata di energie, con te è stato favoloso al contrario…beh lasciamo perdere.” Alberto capì a chi si riferiva la signora, la poca prestanza sessuale del consorte. Scena quasi simile nell’altro bungalow, quasi perché Gabriele si presentò con un ‘pisello’ ben più piccolo di quello di Alberto e fece d Anna una richiesta particolare: “Ti sarei grato ce mi facessi entrare nel tuo ‘popò’, come vedi sono poco dotato e nel fiorello galleggerei, sono un gioielliere, di nascosto a mia moglie ho con me un bracciale molto bello e costoso…” Anna non sapeva se ridere o accettare l’offerta, prevalse la seconda ipotesi peraltro non prevista ma sicuramente piacevole, i gioielli erano la sua passione. Non ebbe nessun problema all’ingresso di Gabriele nel suo popò, volle rendere più piacevole l’incontro toccandosi il clitoride con conseguente orgasmo. Dopo un po’ la voce di Anna: “Ragazzi unicui suum, tradotto per i non latini, ognuno nella propria cuccia.” Anna entrò nel suo bungalow mostrando visibilmente il regalo ricevuto: “Caro ti piace?” “Gran figlia di… sei sempre la solita furbacchiona ma anche l’amore mio, debbo confessarti che ho imparato qualcosa da Fiorella, domani lo metteremo in atto, per ora largo a Morfeo.” Alberto si alzò per primo, preferì la piscina coperta perché l’acqua era tiepida e ancora non era spuntato il sole. Fu raggiunto da Fiorella pimpante come non mai. “Che ne dici di infilarmelo in acqua, mai provato quella sensazione, vieni te lo faccio diventare duro.” Un fuori programma apprezzato da ‘ciccio’ che bel presto alzò la cresta e con l’aiuto della mano della signora fece un’entrata trionfale nel fiorello voglioso che ‘partorì’ un orgasmo alla grande, prima esperienza in acqua per ambedue. Al rientro nel bungalow Alberto trovò la consorte sotto la doccia, fu invitato a…rifiutò raccontando quello che gli era successo. “E che cazzo, quella non pensa ad altro, fra poco sarai completamente spompato, cambiamo tavolo ed amicizia. A colazione furono serviti da una bionda che tale non era…”Mi chiamo Solange, quando vorrete sono a vostra disposizione.” Anna: “Vorremmo cambiare il bungalow?” “Devo chiederlo alla direttrice, si chiama Chanel.” L’interessata si presentò dopo circa mezz’ora vestita in pantaloni e maglietta in compagnia di Solange. “Signori a vostra disposizione, sono una donna normale, parigina pura, mi pare abbiate chiesto di cambiare bungalow, se ne è liberato uno vicino all’ingresso, Solange vi aiuterà a trasportare i bagagli, buona permanenza.” La nuova sistemazione aveva il difetto di essere un po’ rumorosa per il passaggio delle auto ma l’importante aver lasciato la compagnia dei due napoletani. A tavola erano in un compagnia di due ragazze forse dell’est europeo che parlavano solo la loro lingua; educatamente si presentarono con un ‘tervetuloa’, Alberto e Anna con un ‘piacere’ così le giovani straniere potevano capire che loro erano italiani. Le due avevano un corpo bellissimo ed anche di faccia non erano male, ridevano in continuazione, Alberto le guardava con insistenza, Anna: “Tra poco diventerai cieco, ci stai lasciando gli occhi a ‘tervetuloa’” “L’amore mio è diventato geloso e poi due insieme sarebbero troppo per me, piuttosto, se sei d’accordo vorrei provare ad invitare nel nostro bungalow Solange per provare qualcosa di differente, non è il motivo per cui siamo qui?” “Penso che la ragazza si aspetti una buona mancia, penso a cento Euro.” Finito di cenare solita passeggiatina digestiva e poi rientro nel bungalow meno rumoroso, di notte si svolgeva tutto all’interno del villaggio. Solange li raggiunse dopo mezzanotte profumatissima, il suo ‘uccello’ a riposo si dimostrava già di notevoli proporzioni. Alberto: “Mon amour vediamo di sistemare le cose, io non intendo fare la femminuccia: tu ti metterai piegata appoggiata alla spalliera del letto, Solange in mezzo, io dietro di lei, tutti d’accodo?” Chi tace acconsente, i tre presero posizione. Il trans sfoderò un ‘marruggio di notevoli proporzioni con i testicoli che sembravano due palle da biliardo tanto che Anna: “Cazzo è arrivata a toccarmi il collo dell’utero!” Solange: io ho un orgasmo contemporaneamente col ‘pisello’ e con il culetto.” Le previsioni si avverarono, Anna: “M’è arrivata una mitragliata di sperma veramente piacevole, mai provata e tu?” “Il buchino di Solange si apre e si chiude piacevolmente per me, a casa devi provare a farlo anche tu.” La ragazza era instancabile, i tre seguitarono sinché Alberto: “Gentili signore io dichiaro forfait, Anna: “Per me ancora un po’, è troppo bello.” “Non ti abituare, io non sono Solange!” Dopo circa un quarto d’ora anche Anna alzò bandiera bianca, forse il fiorellino era stato troppo piacevolmente strapazzato. Solange con noncuranze, andò in bagno ed al ritorno prese i cento Euro trovati sul comodino, si rimise la minigonna e salutò i presenti con l’uccellone ancora in erezione… “Non fare la faccia da meravigliato, tu non sei come lei o lui che dir si voglia, la inviiamo a casa nostra?” “Furbacchiona allora t’è piaciuto da matti, di colpo ti sei scoperta godereccia ogni limite, niente da fare ci contenteremo della solita routine.” Era fine agosto, settembre prossimo poteva portare del clima più fresco, Alberto pensò di fruire dell’aria frizzante romana e così comunicò sia a Solange che a Chanel la loro prossima partenza. Quest’ultima inaspettatamente chiese di poter a febbraio raggiungere Alberto d Anna a Roma quando il villaggio chiudeva per un mese. Proposta accolta con entusiasmo da Alberto, un pò meno da Anna. Chanel era una donna bella, di classe, piena di verve insomma una vera signora affascinante che poteva far innamorare suo marito. L’argomento ritornò nella mente di Anna solo a fine gennaio quando Chanel si fece viva per telefono: “Carissima sono Chanel, domani chiuderà il villaggio, ho prenotato un posto di aereo per Roma, ho il vostro indirizzo di casa, potrei benissimo andare in albergo, se possibile vorrei stare da voi, mi sento più a mio agio.” “Sarai la benvenuta, ti aspetterò a casa nostra con una cena tipica romana spero di tuo gradimento.” Chanel giunse in taxi, doveva aver affascinato pure il tassista che la accompagnò con le valige sino all’ascensore e addirittura le baciò la mano! Grandi abbracci e baci con Anna e poi con Alberto al ritorno dal suo lavoro all’Ambasciata francese. Anna aveva fatto mettere in ordine dalla cameriera Gina la stanza degli ospiti: lenzuola di seta, piumone ricamato, pulizia dello specchio ovale detto ‘psiche’, insomma un accoglimento regale. A tavola Chanel sgranò gli occhi dinanzi a tutte le pietanze preparate da Anna. ”Quando andrò via mi dovrò mettere a dieta, ora chiamo un mio amico all’Ambasciata francese: “S’il vous plâit j’amerais parler avec monsieur Michel Dubois.” “Mon cher, je suis à Rome hôte di miei amici romani, chiamami prima di venire a prendermi, questo è il loro indirizzo: via Appia Antica 633, a presto.” Chanel aveva preferito seguitare la conversazione in italiano, forse gli amici non conoscevano il francese. L’indomani mattina Michel con la macchina dell’ambasciata guidata da Alberto giunse a casa di quest’ultimo con sorpresa da parte dell’attaché de France, presto fu tutto chiarito. Abbraccio affettuoso con Chanel e presentazione dei padroni di casa. Chanel: “Mia cara Anna stavolta niente piatti romani, andremo in un ristorante francese che ci indicherà Michel.” Con la DS di Alberto tutti al ritrovo ‘Le Carré’, locale molto raffinato e con i camerieri in divisa. Pranzo particolare ordinato da Michel anche a base di cacciagione e di vino Barolo d’annata. Rientro a casa poi Chanel e Michel si recarono in ambasciata con l’auto di quella amministrazione guidata da Alberto. Chanel si fece viva informando i due amici romani che sarebbe rientrata a Parigi con il fidanzato, sospirone da parte di Anna, tristezza da parte di Alberto, anche la speme ultima dea…