Io e lei purtroppo
Giocavi da sola e nuda a pallavolo contro il muro. Ho pensato palle e catene. La palestra era chiusa, deserta e semi buia. I faretti dal pavimento e basta. Le tue forme lungo le pareti. Le tue mani contro la palla. Che messaggio era? Eh! Sinuosa comunque. E quando t'allunghi l'ombra esalta questo particolare e se t'abbassi quella fossetta e se metti forza nel colpo colgo il gluteo che tende più piccolo e tondo e se scatti sul fianco: no non posso parlare pure dell'evoluzioni dei fianchi; se scatti brusco sul fianco il mezzo seno alto rimane pressoché fermo ed il mezzo basso sbaglia la direzione dello spostamento e. E poi le quattro parti dondolano invece insieme, tale bianca campanula al refolo, allorché t'arresti secca. No. La doccia però anche no. La fai che non ti guardo. Già ti sogno sempre nella doccia. Tra i vapori con le bolle di bagnoschiuma che ti corrono giù per spalle e schiena o. O dall'ombelico e s'aggrappano ai peli del pube. Mi siedo piuttosto qui in panchina e m'ascolto gli Young Father aspettandoti. Ho scaricato In my view e di solito mi carica, ma adesso mi sembra sarà un buon calmante diversivo. Fatto? Cavolo sei bellissima e calamitica sempre tu. Nuda, vestita, che hai tristezza, che hai sorriso. Lo fai apposta a farmi venire una voglia assurda ti portarti a mangiare un gelato? Che meglio in coppa comunque. Il cono è grezzo e villano nel mimare e non ha poesia alcuna. Vuoi mettere come sanno appoggiarsi il cucchiaino ed il suo piccolo monte di crema al tuo rossetto vivace? O con ch'espressione la punta della lingua s'affaccia per riceverli? O. O come il tuo viso s'illumina al piacere di gustarla? Ch'è uno sballo gravitazionale la crema che colora intorno alla tua bocca. Tutte le volte e. E di qualsiasi tipo sia ma. Ma no. No per favore. Adesso non metterti a fantasiare tu. A descrivermi i tuoi di grilli di serata. Che la pelle da d'oca mi diventa d'orca. Lo sai. Urca che brividi. Lo sai che fra noi purtroppo devo porre un desolante limite al quale, per tanti motivi tipo famiglia, lavoro, figli e figura, non intendo rinunciare. Che finora codesta storia era un bluff, che infatti tu sei la mia fantasia, mia dolce ed avevo bisogno di parlarti e per l'occasione t'avevo vestita da pallavolista nuda e lo so dunque. Lo so perfettamente. M'acconteresti in tutto donandoti totale, fervida ed a dismisura e fosse per noi pertanto, che di mio farei altrettanto naturalmente, andremo avanti nel penetrarci liberi ed a esplorarci nelle reazioni agli stimoli creativi, privi di limiti e fino in fondo e dopo saremo capaci pure di ripartire per alternativi confini ancora e. Ed indi. Indi volevo invece ufficialmente scusarmi, che ti tarpo spesso l'ali e non mi lascio andare a peso morto nel rapporto e nel viaggiare cerebrale e materiale con te e. E per quello all'inizio dicevo di palle e di catene. Tu sei sirena che canta irresistibile, mia soave ed io. Io: appunto che palle, mi devo legare, appunto con le catene, per riuscire a non raggiungerti e seguirti rilassato e sforare ed andare oltre di corpo alla mia attuale testa o di testa al mio attuale corpo e compromettermi così nel sociale normalizzato standard causa. Causa sterminato piacere d'averti avuta dagli dei, che ringrazio spassionatamente uno ad uno, in dono.