Iolanda
Spiaggia di Mortelle (Messina). Invitati nella villa sul mare della padrona di casa Mara , le sue due figlie Anna col marito Alberto (io) e Pina con tre maschietti: Salvo consorte ed i figli Marco diciottenne ed Andrea sedicenne ed un nugolo di ragazze amiche dei due giovani. Alla mia età (non vi rivelo quale) cerco di capire la mentalità dei giovani come il loro modo di essere ospiti, anche per giorni, dei genitori di loro coetanei e coetanee, per ospiti intendo colazione, pranzo e cena e letto per riposare. Non penso che i padroni e soprattutto le padrone di casa fossero al settimo cielo per il daffare che la moltitudine arrecava, raramente le baby davano una mano per le faccende domestiche. Mara era la nonna, come tale era esentata dai lavori, tutto sulle spalle di Anna (gelosa anche se non voleva ammetterlo) e di Pina. Non si poteva certo dire che mancasse l’allegria, i giovani accendevano fuochi sulla spiaggia, ballavano più o meno stretti, alcune coppie si allontanavano per poi ritornare in mezzo agli altri con gli occhi lucidi (non certo per commozione); alcuni maschietti si esercitavano in uno sport (si fa per dire) che era quello di misurarsi il pene e quello che l’aveva più lungo godeva di un bacio di una ragazza da lui prescelta. Un bel casino al quale non mi sottrassi. Avevo rivisto per la seconda volta Iolanda (il vero nome è un altro ma non voglio grane con chicchessia: padre, fidanzato, amante). L’avevo presa per mano e cento metri più a nord ci eravamo seduti sulla battigia. Iolanda, non male di viso era decisamente grassa, e per tal motivo piuttosto complessata. La prima volta che ci eravamo incontrati era a casa di Pina, la cotale era stata condotta da Marco. Spacciandomi per indovino, le avevo chiesto se volesse sapere cosa l’avrebbe fatta più soffrire. Iolanda: “La mia pinguedine.” E qui la mia furbizia matricolata (non vi ho detto che sono un ex Maresciallo delle Fiamme Gialle.) “No mia cara, sarai infelice se ti innamorerai di un ragazzo che non ti corrisponde!” Iolanda non aveva commentato, forse le era già successo con Marco che di giovin pulselle era sempre circondato e quindi inavvicinabile. Sulla battigia qualche onda più lunga talvolta ci arrivava sino agli slip, facemmo finta di non accorgersene per evitare di doverseli togliere con ovvie conseguenze. “Vedi Iolanda, alla mia non più giovane età, in una donna si apprezzano altre qualità rispetto a quello che preferiscono i giovani. Per esempio: i tuoi occhi grandi e marroni sono per l’ingresso alla tua anima, al tuo cervello ed al tuo cuore. Dentro di te sei una donna meravigliosa ma questo ovviamente lo vorresti sentir dire da un tuo coetaneo. Io sono stato sincero, col passare degli anni ho imparato ad apprezzare nelle femminucce alcune qualità che da giovanissimo non notavo, sei un patrimonio di buoni e non comuni sentimenti che tu vorresti riversare su un ragazzo, su un uomo insomma su un essere maschile che li apprezzerebbe come sto facendo io, ma…” ”Permettimi di abbracciarti, non succederà altro.” “Hai un battito cardiaco molto accelerato non è che ti senti male, Iolanda…” “Il motivo del cuore in subbuglio è un altro, meglio tornare dagli amici.” Anna vedendomi ritornare in compagnia di Iolanda cercò di fare la fredda moglie, che non era: “Ragazzi vi siete bagnati, andate ad asciugarvi in casa, soprattutto tu, Iolanda.” Alberto non aveva mai pensato che in simili occasioni la deliziosa Anna si sarebbe fatta di ghiaccio: “Vedo che sei cambiata, complimenti!” Con un sorriso la consorte: “Se potessi ti spaccherei la testa, mio caro, davanti a tutti ho fatto la figura che tu sai, andiamo a casa.” “Gelosona mia, per premio guiderai la mia Jaguar.” Non l’avessi mai promesso, Anna con una partenza da formula uno andava sempre più forte facendo stridere i pneumatici nelle curve e facendo sorpassi azzardati.” Io non sono il tipo da farsi sopraffare, staccai le chiavi dal quadro, presi di peso la consorte e la passai al posto del passeggero. “Questa è l’ultima volta che metti il delizioso culetto al posto del guidatore, se vuoi fare la centaura falla con la tua Cinquecento e niente scenate di gelosia a parte…” “Vuoi dire che Iolanda è grassa e quindi…” “Voglio solo che voglio vivere la mia vita, se non ti va bene raggiungi mammina che era contraria al nostro matrimonio!” Capita la lezione, Anna si raggomitolò sul sedile e cominciò a piangere silenziosamente, sapeva che Alberto non sopportava le lacrime femminili ma stavolta gli andò male. “Puoi lacrimare quanto ti pare, non mi fai alcun effetto!” ‘Res cum ita sint’ (scusate il latino ma in questa lingua talvolta esprime meglio il concetto) io, libero da vincoli di lavoro, sono in pensione quale ex maresciallo appartenente alle Fiamme Gialle, (Anna impiegata al Genio Civile), decisi di contattare Iolanda col telefonino prima che andasse a lezione. “Chi è che rompe a quest’ora?” “È una povera vecchierella che si vuole confessare!” “Si ma io conosco il seguito: mandatela via, mandatela via disgrazia dell’anima mia.” “Appuntamento all’interno dell’Albergo della Stazione, il direttore è un mio amico.”……”Ci sei?” “Presuntoso, chi ti ha detto che verrò anzi penso proprio…” “Non pensare e vieni!” Staccai la comunicazione, il modo migliore per mettere in crisi Iolanda. Nando il direttore dell’hotel era romano come me, amicissimo, spesso diceva: “Meno male che ci siamo noi, qui sò tutti burini!” Dall’interno della hall vidi spuntare la sagoma di Iolanda che, con passo militaresco, si stava avvicinando al portiere quando fu agganciata da Nando: “Signorina ben venuta, sò amico e pesano de Arberto che l’aspetta…eccolo là, buona…” Non poté finire la frase che Iolanda era volata fra le braccia del prossimo amante. La camera era rumorosa, dava sulla via XX settembre sempre molto trafficata ma ai due poco caleva. Sotto la doccia finalmente ebbi il piacere di scoprire le nudità di Iolanda, abbondanti ma piacevoli, asciugati scambievolmente, a letto. Unica luce un abatjour che inviava una luce romantica. “Ti dispiace se ti esploro un po’, già vedendo il tuo sorriso luminoso ‘ciccio’ è sull’attenti ma io prima voglio baciarti in bocca, sulle tettone e soprattutto sul fiorellino o meglio, come vedo, sul fiorellone e sul clitoride…”Iolanda cominciò quasi subito ad avere un orgasmo soffocando i lamenti gioiosi che le uscivano dalla bocca col cuscino. Non mi rendevo conto quando sarebbe finita la sua goduria e soprattutto, anche se in ritardo, mi chiesi se madama prendesse la pillola. Leggendo nei suoi pensieri: ”Sta sicuro, sono impillolata, nessun Albertino in vista!” Cosa strana la vagina era stretta tanto da far uscire qualche urletto dalla bocca di Iolanda che: “Ce l’hai più grosso di altri che ho conosciuto ma mi piace se puoi…La ragazza era ben informata in quanto a sesso, chiaramente intendeva che le trovassi il punto G. Per una strana ragione non volli riservare quella sensazione alla mia legittima consorte, una sorta di prova d’amore anche se io stesso non compresi bene questa decisione e così Iolanda fu accontentata with an ass’ (in inglese è meno volgare) che le fece provare ‘a duble taste’ per lei nuovo. Finita la pugna, scendemmo nella hall dove c’erano il portiere con la mano tesa, venti €uro da parte mia e Nando che fu molto galante inchinandosi dinanzi a Iolanda con un finto baciamano. Riprendemmo le nostre auto nel vicino posteggio Cavallotti e, bacino volante, ognuno a casa propria. Durante il tragitto misi un compact disk del Duca (Duke Ellington) per rilassarmi in attesa di…boh, meglio non pensarci. Entrato in casa trovai le luci di tutte le stanze accese, Anna vestita in maniera elegante e la tavola imbandita come se ci dovesse esserci una festa. Nessuna domanda da parte mia, ci voleva poco per capire la reazione della consorte. “O ti spacco la testa o ti amo da morire”, la seconda ipotesi era quella giusta, quello con Iolanda era stata solo un capriccio. A proposito Iolanda si chiama in effetti Ivana, ma non ditelo in giro, il padre è un pezzo grosso e di solito i pezzi grossi sono rognosi e vendicativi!