Jeena, storia di una bisex...
Anch'io sono stata normale fino a qualche anno fa. Tutto è accaduto per caso, quando un giorno è venuta a trovarmi una mia ex compagna di scuola delle medie che non vedevo da tanti anni.
Si era fatta molto bella, alta, bionda, con un paio di gambe e un seno da far voltare pure i ragazzini. Anche lei mi aveva trovata cambiata (ovvio, erano trascorsi quasi dieci anni e non eravamo ancora "signorine").
Era molto impegnata nel sociale; aveva fatto un buon matrimonio ma non desiderava figli! Il marito? Un bell'uomo (me ne mostrò la foto), con molti più anni di lei, un industriale catanese.
Mi espresse il desiderio di trascorrere in mia compagnia alcuni giorni a Messina (lei viveva a Catania da tempo). La cosa mi entusiasmò subito. Avremmo avuto così la possibilità di rievocare i tempi della nostra adolescenza; avremmo parlato dei nostri amici, delle prime palpitazioni. Sonia ‐ questo il suo nome ‐ si sistemò, quindi, nel mio appartamentino e ripose nel mio armadio ciò che aveva in valigia.
Dopo aver cenato e aver visto un film alla TV, fummo colte entrambe dal sonno. Io le indicai la stanza dove avrebbe potuto dormire e dove le avevo preparato il letto, io sarei andata nella mia camera da letto.
"Come? mi fai dormire da sola? No, assolutamente! Dormo nel letto grande con te, stiamo assieme, parliamo, dai!".
Per me era la cosa più naturale di questo mondo e mi dimostrai contenta nell'aderire alla sua proposta. Io ho sempre dormito con una camicia da notte, anche se senza reggiseno e mutandine, Sonia invece si tolse tutto e si infilò sotto le lenzuola completamente nuda, dicendo che era abituata a dormire in quel modo.
Dopo aver parlato un po', spensi la luce e mi addormentai.
Nel corso della notte, cominciai ad avvertire qualcosa di strano: credevo di sognare qualcosa di fastidioso; avevo le smanie e, svegliatami di colpo, riuscii ad intravedere il volto di Sonia che stava quasi sfiorando il mio..!
"Come sei bella, Gina, sembri un angelo! Ti ho osservata mentre dormivi; il tuo respiro è così lieve e le tue mani aperte sul cuscino come quelle di un neonato che dorme beatamente. Il profumo della tua pelle è poi straordinariamente inebriante! Ti ho baciata a lungo sai? Ti ho accarezzato il seno, il pube: ho fatto scorrere le mie dita tra i tuoi morbidi peli. Poi, non ho resistito più ed ho baciato queste tue meravigliose labbra così carnose ed invitanti. E tu ti sei svegliata di colpo!".
"Sonia, ma che cazzo fai? Che schifo dici? Ma che pezzo di stronza sei? Lesbicaccia del cazzo! Questo sei? O Dio mio! Alzati, rivestiti, va' via da qui, sudicia porca che non sei altro! Ecco perché volevi dormire con me!".
Andai in bagno e cominciai a vomitare, pensando ai baci che Sonia mi aveva dato! Ne era segno eloquente la traccia di rossetto lasciatami sulle labbra e che io vedevo osservandomi allo specchio. Mi chiese ed implorò perdono. Non avrebbe mai più osato; non voleva che la considerassi una estranea. Mi disse che aveva avuto un momento di smarrimento. Cominciò a piangere e mi abbracciò singhiozzando.
Lei era nuda ed io sentivo il suo seno contro il mio; aveva come dei sobbalzi; tremava; mi diceva che mi voleva bene come amica, che non avrebbe mai voluto che io mi adirassi con lei. Le presi il volto fra le mie mani per rincuorarla: i suoi occhi pieni di lacrime sembravano ancor più luminosi ed espressivi: era decisamente bella.
Ora era a pochi centimetri da me; ne potevo scoprire la perfezione dei lineamenti, il naso, la bocca stupenda, i denti bianchissimi e la fossetta sul mento. Le sue guance erano morbide, anche il suo alito era gradevole, sapeva di mela.
Provai una sensazione strana mai provata sino ad allora: una grande tenerezza ed il bisogno di farle sentire che il mio affetto per lei non sarebbe mai finito.
Faceva un po' freddo ed io presi l'accappatoio e glielo misi sulle spalle. Tornammo a letto ed io le diedi un bacio chiedendole scusa per la mia reazione.
"Ti chiedo scusa, Sonia, ma credimi non me l'aspettavo... Non volevo essere così brusca con te...".
"Vieni accanto a me" ‐ rispose lei con una voce dolcissima ‐ "appoggia la testa sul mio braccio, dormi così con me, non avere timore; sta' tranquilla!".
Dopo alcuni minuti, Sonia si era addormentata. Io la osservavo nella penombra: la punta del mio naso sfiorava il suo seno destro; percepivo l'odore della sua ascella, un profumo che mi spingeva a “respirarla” sempre più e ad avvicinarmi a lei. Il suo corpo nudo era caldo; tolsi piano piano la coperta per scoprirla: era magnifica. I miei occhi si erano ormai abituati alla penombra e quindi riuscivo a distinguere la forma delle cosce, il ventre senza una benché minima traccia di grasso o cellulite. Il pube ben pronunciato e colmo di peli; il seno prorompente: Sonia era davvero un trionfo della natura!
La ricoprii con molta attenzione per evitare che si svegliasse; quindi mi strinsi un po' più a lei mettendo la mia mano sul suo seno, obbedendo ad un impulso irrefrenabile che in quel momento mi spingeva a farlo. Avevo bisogno di toccarla, palparla, sentire il suo respiro, il suo profumo. La testa mi pulsava prepotentemente e sentivo il mio cuore come fosse in tumulto.
Ad un certo momento, mi sollevai un poco protendendomi verso di lei. Ora ero io che volevo baciarla; proprio io che avevo vomitato due ora prima perché lei aveva sfiorato le mie labbra…
Sì, era un controsenso, ma non potevo trattenermi, avevo bisogno di quel contatto e la baciai con molta tenerezza. Sonia aprì gli occhi, emise un gemito appena percettibile e dischiuse le sue labbra per potere bagnare le mie. Fu un bacio straordinario: le nostre lingue sembravano intrecciarsi, sfidarsi, penetravano all'unisono ora nella mia ora nella sua bocca. Sonia sollevò di scatto la coperta e la gettò a terra, mi sfilò la camicia da notte: ora eravamo tutte e due nude.
Il suo seno turgido si strofinava contro i miei capezzoli eretti. In quel momento capii che ero in sua totale balìa. Mi piaceva donarmi a lei. Le dissi che era ormai padrona assoluta del mio corpo e che avrebbe potuto fare di me qualunque cosa. Cominciò a succhiarmi i capezzoli, mi dava piccoli morsi nel ventre per scendere poi sul pube e, quindi, ancora più giù per baciarmi, leccarmi e succhiarmi le grandi e piccole labbra finché riuscì a penetrarmi nella vagina con la lingua.
Erano movimenti ritmici, ad ognuno dei quali io sussultavo e cedevo sempre più fino a giungere al totale abbandono, alla mia resa completa alla volontà di sesso di Sonia che era diventata pure mia decisa volontà di godere e di farle provare lo stesso stato di beatitudine in cui la nostra folle febbre dei sensi ci aveva fatto sprofondare.
Ora non era più la sua lingua che mi dava sensazioni forti, ma prima un dito poi due insieme mi penetravano dentro e mi toccavano le pareti bagnatissime della vagina, mentre Sonia con la lingua titillava il clitoride.
Dio mio, che sensazione indicibile... che felicità! Avrei voluto che lei si fermasse per concedermi un attimo di pausa, di contro non volevo rinunciare ‐ perché troppo eccitata ‐ a quel piacere sempre più intenso... e poi... e poi... esplosi in un orgasmo celestiale che mai avevo provato in vita mia e che nessun uomo era riuscito a farmi provare: il mio primo orgasmo vaginale con un fiotto di liquido che mi uscì nel momento supremo: l'eiaculazione femminile, di cui avevo sentito parlare e che per me era una fandonia, io la stavo avendo grazie a Sonia! (Il tanto decantato squirting)
Da quella notte cominciammo ad amarci; ero felice con lei, mi sentivo realizzata! Il rapporto lesbico, tanto deprecato dai benpensanti, è il più eccitante che una donna possa sperimentare, pur rimanendo attratta dall'altro sesso.
Oggi Sonia non vive più con me perché si è trasferita in Germania dove il marito ha impiantato una fabbrica di microprocessori. Ci vediamo in estate e trascorriamo insieme due settimane da favola a Taormina. Ormai io sono una donna bisex, felice di esserlo, perché in questo modo mi sento realizzata totalmente: sono cercata dagli uomini ed anche dalle donne. Sono felice perché amo la vita e la natura. Voglio essere amata così come io so amare. Credo nell'amore universale. Ecco perché amo uomini e donne con tutta me stessa.
A quarant’anni ho realizzato che il vero amore non ha sesso, ha il cuore!
Giovanni Mascellaro