L'Altro

27 ottobre

Mezzanotte è passata da un pezzo. Ho ancora le chiavi del suo appartamento. Lei dorme, nel suo enorme letto semivuoto. Immagino nel buio i suoi lunghi capelli corvini sparsi sul cuscino. Mi spoglio e mi infilo sotto le lenzuola, la sfioro, sento il calore del suo corpo… Lei non si muove. Mi ignora, chiusa nel suo mondo di sogni custodito dal Valium, dove non posso raggiungerla…
Una strana sensazione allo stomaco. Mi giro e cerco di dormire ma non mi sento molto bene. La sensazione allo stomaco diventa rapidamente dolore. Sudo e nello stesso tempo tremo dal freddo. Nel buio cerco il bagno con le gambe che non mi reggono. Sono solo pochi metri ma è una distanza infinita. Lo trovo quando inizio a barcollare. Cado in ginocchio, mi aggrappo alla vasca… Il dolore allo stomaco si è fatto insopportabile… Come se due mani artigliate lo stessero strizzando… Apro la bocca per gridare e invece vomito l'anima… La luce dei lampioni che filtra dalla finestra illumina appena una scura massa pastosa che scivola giù lungo la vasca. Un brivido… E se si svegliasse? Mi farebbe mille domande, io non saprei cosa rispondere…Torno brancolando in camera… Lei si muove… mormora qualcosa… si sveglia! No… sta ancora sognando. NON DEVE SAPERE CHE SONO QUI!
Di colpo non mi sento più a disagio. Cammino al buio come se non avessi mai visto la luce, come se da sempre non conoscessi altro che tenebra. Di colpo so dove devo andare, so cosa fare. Apro un cassetto e tiro fuori un lungo coltello. La lama ha un filo eccellente, l'ho sentito sui polpastrelli che ora pulsano di un bruciore umido.  Le molle del letto cigolano spaventosamente. Sembrano urlare, vogliono chiamarla, svegliarla. Ma lei è qui, di fronte a me. Posso toccarla…
Accarezzo i suoi lunghi capelli… E lei si muove! Un lampo istantaneo! Se si sveglia adesso urlerà, lotterà, mi caccerà, mi odierà per il solo fatto che sono qui. Ma lei non può, non deve odiarmi. Io l'amo. No, lei non deve svegliarsi.Io sono qui ma lei non deve svegliarsi. Tocco i suoi capelli, annuso il suo profumo, respiro il suo respiro ma lei non deve svegliarsi.
Ho sentito la morbidezza del suo collo sotto la lama, il suo collo fine, delicato. E lei non si è mossa. E' stata perfetta. L'amo. Come potrei non amarla! La debole luce che filtra fra le imposte illumina ora una linea scura che sta apparendo intorno alla gola… bellissimo, stupendo! L'unico difetto è che adesso i suoi bellissimi capelli sono impastati da un liquido denso e caldo che sta silenziosamente formando una macchia sempre più grande sulle lenzuola. Ma niente deve disturbarla. La bacio dolcemente sulla fronte e lei mi risponde con uno scricchiolio di vertebre… Mi da la buonanotte! La copro con le coperte e le rimango accanto mentre il suo calore dolcemente si spegne e questa sua dolcezza mi innamora ancora di più.
Il cicalino del mio orologio mi sveglia alle sette. Devo andare al lavoro. Lei dorme ancora. Non la disturbo…

29 ottobre

Suonano alla porta. Vado ad aprire. Due tizi in uniforme. Poliziotti. Dicono che Lucia…è morta. Assassinata. La mia Lucia! Il mio amore! Non sanno chi sia stato. Sono venuti a prendermi per interrogarmi. Ma io non so nulla! Mi portano via…
Non so quanto tempo sia passato. Mi hanno fatto un sacco di domande strane. Dicono che sono stato io ad ucciderla. Che sciocchezza. Io l'amo, come potrei? Dev'essere tutto uno scherzo di Lucia. E 'così dolce con me. Vuole prendermi in giro, lo so. Si, dev'essere tutto uno scherzo. Ma io so stare al gioco. Anche adesso che due tizi in camice mi stanno mettendo questa buffa camicia dalle lunghe maniche girate dietro, so che è tutto uno scherzo, così faccio come niente fosse e mi sforzo per non ridere.
No, questa è troppo grossa! Dicono che io sono malato e che per questo ho ucciso Lucia. Non resisto più e scoppio a ridere senza riuscire a fermarmi. Mi portano dentro uno strano edificio e io rido. Mi chiudono dentro una strana stanza dalle pareti imbottite di gommapiuma e io rido. Penso alla faccia che faranno tutti quando Lucia tornerà e svelerà lo scherzo e…e…e non riesco a trattenermi e rido… rido… rido.