L'Altro Lato di Shiva

Si muove furtiva e guardinga.
E' la tigre Shiva.

‐Nella maligna e volubile giungla indiana, quel felino baciato dagli dei si nasconde tra la vegetazione animata. Si muove lentamente, ha tutto sotto controllo, tiene le orecchie sull'attenti.
Fiera e maestosa, sinuosa e suadente.
Il suo manto si fa strada in quel dedalo pieno di vita con fare guardingo. Osserva la sua ignara e ingenua preda. Tutto è pronto, sta per balzare...‐

Shiva è orfana, colei che le avrebbe fatto da madre e insegnante è stata uccisa e dilaniata dai bracconieri. Maledetti bracconieri...
E' cresciuta da sola, senza una guida, con l'incredibile fardello della sopravvivenza da portare sul dorso sin dalla tenera età; un cucciolo di tigre in mezzo alla giungla che deve proteggersi da qualsiasi cosa: lupi, giaguari, elefanti e bracconieri. La paura di perire sotto i colpi di uno di questi nemici, con il tempo, avrebbe forgiatol suo carattere ed il suo spirito. Le ferite da leccare, la fame e la solitudine avrebbero fatto di quell'esserino peloso una macchina per uccidere; un trionfo del cinismo animale e dell'ira che, a sue spese, imparerà a difendersi da sola senza mai fidarsi di nemmeno uno degli altri animali della giungla.
Non si fida degli elefanti, pachidermi così maestosi e potenti da poterla uccidere con una sola zampata. Non si fida dei giaguari, membri della stessa famiglia cui ella appartiene; infidi e infami, potrebbero rubarle le prede. Degli uomini nemmeno a parlarne.
E' sola e inquieta.

E' passata un'eternità da quando si nascondeva in un tronco cavo di un albero per paura di essere colpita dalla frutta e dalle risate delle scimmiette schernitrici. Nella sua "infanzia" sapeva di essere l'ultima tigre della giungla; sapeva di essere destinata ad essere sola in una foresta piena zeppa di nemici. Eppure, lo spirito di sopravvivenza ebbe la meglio: costretta a vivere da sola, costretta ad uccidere per vivere, costretta a ruggire per difendersi; Shiva crebbe sapendo di essere l'animale più temibile e forte di tutta la giungla. La sua forza fisica la rende una roccia di carne, i suoi artigli sono saette affilatissime, le sue zampe sono vulcani pronti ad esplodere e le sue fauci sono dispensatrici di morte certa e limpida.

Non ha più paura di niente.
Uccide le sue prede con una freddezza malefica, sbrana i cervi come fossero coniglietti.
E' talmente sicura del fuoco che le arde dentro che ormai ruggisce contro gli elefanti, minaccia i giaguari e le scimmie ormai non possono fare altro che portare la pellaccia al sicuro quando passa vicino ai loro alberi. Tutti la rispettano, tutti la temono.
Il cucciolo è diventato Tigre e se potessero, anche gli alberi estirperebbero le loro radici per sfuggire ai suoi artigli.
Con l'anima ardente e la bocca ancora sporca di sangue, un giorno Shiva, passeggiando in un sentiero, si imbatte in una fila di orme; orme di lupo. Quanto sono strane!
La sua zampa è completamente diversa, ci vorrebbero altre quattro orme per farci entrare la sua zampa possente. Shiva, incuriosita, segue quelle tracce.
Dei latrati in vicinanza!
Attenta a non farsi sentire, Shiva si nasconde e assiste allo spettacolo: un branco di lupi che ha piazzato in quella radura la loro tana; Shiva rimane stupita e attonita.
Quei lupi giocano a rincorrersi e a fare la lotta, mangiano insieme e si leccanoo le ferite. Più che un branco sembrano una famiglia.
Quasi fosse un istinto primordiale, Shiva tenta di avvicinarsi ma i lupi impauriti dalla sua presenza scappano lasciando indietro solo i maschi adulti a difesa del loro territorio; la tigre ruggisce con tutta la sua forza, lanciando una zampata sul muso di uno dei lupi, incamminandosi poi verso le sterpaglie. 
Il resto del branco accorre ad alleviare le ferite del lupo colpito, leccando e strusciando i loro meravigliosi manti sul lupo accasciato al suolo. Shiva li spia...

Il giorno dopo Shiva accorre al fiume per dissetarsi. Ci sono i lupi.
Sotto la spinta dello stesso istinto primordiale del giorno prima, Shiva si avvicina ad uno dei lupi con le orecchie basse e la coda tra le gambe, il lupo non si accorge della tigre... 
Shiva lo osserva: orecchie grandi, muso affusolato, zampe piccole, denti diversi. Shiva scappa via.
Al ritorno dal fiume, i lupi trovano nella loro radura i corpi esanimi di tre cervi adulti, il che voleva dire cibo per tutto il branco almeno per due giorni. Un quarto cervo era ancora tra i denti di Shiva. Lei li aveva portati.

I lupi si avventano sulle carcasse agguantando brandelli di carne ancora fresca e nutriente. Sono tutti impegnati a mangiare e non c'è tempo per distarsi, nemmeno la fine del mondo li avrebbe smossi da quel banchetto assai raro. Shiva accenna un respiro poco affannoso. Sente il suo manto sfiorare il pelo del lupo. Per un attimo si sente a casa...
Tre, forse quattro cuccioli le si avvicinano accaraezzando le sue zampe con il muso, tutti gli altri sono lì, incuranti della presenza della regina della giungla, quasi come se l'avessero accettata. 

D'improvviso, Shiva, con un balzo magnifico, scappa via.

‐...Il felino affonda gli artigli nella carne stracciando via pezzi di carne viva dall'ungulato consapevole di essere arrivato al capolinea. I lunghi denti si fanno strada nella gola del cervo recidendone tutte le vene e le arterie. Il sangue sgorga come solo una cascata sa fare‐

Shiva.
Regina senza sudditi.
Orgoglio della natura, pupilla dell'ira.
Figlia della forza, madre della solitudine.

Non è un lupo nè un elefante nè un giaguaro.
E' una Tigre. E' sola e Unica.

Avrebbe voluto distendersi e lasciarsi leccare le ferite o farsi accarezzare da quei lupi.
Avrebbe voluto ciò con tutto il suo cuore ma la paura e il conseguente rifiuto all'apertura sono difficile da estirpare da un animo tanto abituato a combattere contro il mondo, anche quando il mondo ti invita ad abbracciarlo.